Metà Psyco, metà Distretto 13: le brigate della morte (è stato notato giustamente…). A Hitchcock quel che è di Hitchcock, il motel isolato e gestito da un ambiguo figuro, a Carpenter quel che è di Carpenter, l’assedio soffocante apparentemente senza via d’uscita. Vacancy, di Nimród Antal, fa quello che può concentrando all’interno di un unico set tutta l’azione ruotante sulla coppia fresca di lutto (un figlio morto in tenera età) composta da Amy (Kate Beckinsale) e David (Luke Wilson), impegnata a difendersi da chi li vorrebbe trasformati nei protagonisti terminali dell’ennesimo VHS snuff-movie, giacché la stanza dove alloggiano (che a dire il vero spesso viene abbandonata dai due per poi tornare ad essere occupata con una frequenza che a tratti rasenta la frenesia…) pullula di cineprese nascoste pronte ad immortalare gli omicidi che lì vi avvengono. Pur con gli scarsi mezzi a disposizione la prima parte risulta più che valida, soprattutto grazie a un tappeto sonoro a base di colpi ripetuti (su muri e porte), capace di restituire molto meglio di qualsiasi immagine la struttura stessa dell’assedio. La seconda parte invece, con l’inevitabile ribaltamento dei ruoli tra vittime e carnefici, non è all’altezza della precedente e scivola lentamente ma inesorabilmente nel già visto spinto.