Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, romano, ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l'antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Vari racconti gialli sono usciti nelle antologie edite da Sellerio. Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera, con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014).

Dopo due romanzi di letteratura mainstream pubblicati con Einaudi (La giostra dei criceti) e Fazi (Sangue marcio) ha iniziato una serie di polizieschi con Sellerio. Come è nata l'idea di passare ai romanzi polizieschi?

Non lo so. Mi piaceva raccontare il vicequestore Rocco Schiavone. Lo immaginavo, pensavo a lui, e alla fine mi sono deciso a provare a vedere cosa succedeva se l’avessi spostato dai pensieri alla carta.

La figura seriale della serie Gialla (“Pista nera” e “La costola di Adamo”) è il vicequestore Rocco Schiavone, romano fin nel midollo, che per punizione viene mandato ad Aosta. E' un antieroe, un uomo complesso, in parte antipatico, una figura densa di luci e ombre che crea empatia nel lettore. Come nasce questa figura?

Non so rispondere neanche a quessta domanda. Io credo che i personaggi sono nell’aria. Un po’ siamo noi, un pò qualche amico che conosciamo, un po’ rispondono a desideri inconfessabili, un po’ sono uno sfogo. Credo che Rocco nasca da tutto questo.

L'impianto delle trame dei romanzi è molto solido. Risente della dimestichezza con i testi teatrali?

Della lettura, semmai. Sono un lettore avido e onnivoro. E poi la struttura, lo scheletro di un racconto, è la materia prima con la quale scrivo le sceneggiature. Forse la pratica di quelle mi ha portato a cercare di essere il più possibile logico e regolare nella narrazione dei fatti.

Per i soggetti attinge dalla cronaca o sono di pura fantasia?

Fantasia.

Dal primo al secondo romanzo si assiste a un'evoluzione e progressiva scoperta del carattere e delle vicende personali e professionali di Rocco Schiavone. Uscirà un terzo romanzo della serie?

Io me lo auguro e lo spero sinceramente. Ci penso, ci giro e ci rigiro. Poi un giorno dovrò prendere il coraggio a due mani e mettermi a scrivere.

Come concilia la professione di attore a quella di scrittore?

Niente di più semplice. L’attore non lo faccio più. Salvo rarissimi casi, quando un amico mi dice di fare una cosetta insieme. Ma ho più la voglia di chiacchierare che quella di fare una parte.