Negli anni ‘60, avvenne un particolare evento che cambiò radicalmente la storia della malavita corsa e del traffico dell’eroina come elemento fondamentale nella Guerra fredda. La morte di Lucky Luciano e la conseguente guerra tra cosche siculo-americane offrì all’FBI e alle forze di polizia americane l’occasione di assestare un colpo sconvolgente a Cosa Nostra che attraversò un periodo di gravi difficoltà per la successione al potere.

Nel frattempo l’opinione pubblica mondiale aveva preso coscienza del problema del dilagare della droga in Occidente e ciò indusse il governo turco, amico degli americani e già da allora desideroso di inserirsi in Europa, a dare un giro di vite particolarmente rigoroso alla produzione di oppio in Anatolia. Nel tempo di pochi mesi la regione di Aphyon perse d’importanza e le raffinerie di Marsiglia furono costrette a cercare nuove fonti di approvvigionamento. Nel frattempo, in Indocina, gli americani avevano non solo preso il posto dei bastonati francesi, ma si stavano impegnando in una delle più disastrose e “sporche” campagne belliche del secolo scorso (quella di questo la stiamo vivendo adesso...).

In poco tempo il Triangolo d’Oro tra Birmania, Thailandia e Laos divenne -  e rimase sino alla metà degli anni ’90 - il principale centro di produzione di oppio, morfina ed eroina che, spesso veniva lavorata a Saigon, a Vientiane a Hong Kong prima di arrivare a Marsiglia e a Los Angeles per essere smistata. E chi, in Indocina, disponeva di chimici qualificati, trafficanti astuti e inafferrabili e al tempo stesso in buoni rapporti con i kaitong laotiani e cambogiani, quanto coni signori della guerra birmani e thailandesi? I corsi, che presero così a “guadagnarsi il pane” fungendo da collegamento tra gli eserciti del Kuomintang, i signorotti Meo e Yao tra Cambogia e Laos e la CIA che, nel caso specifico, si chiamava USAid, associazione umanitaria con sede a Luang Prabang, nel Laos.

Con i proventi del traffico d’eroina gli americani foraggiarono una inutile guerra contro il comunismo che aveva pure una linea aerea, l’Air America. A questa si affiancò presto un secondo canale il cui appellativo era noto a tutti e rendeva chiaro di cosa si trattasse: Air Opium. Era gestita principalmente da corsi... Chi avesse avuto l’occasione di leggere il libro Air America di Christopher Robbins (dal quale fu tratto un discreto film d’avventura con Mel Gibson) troverà una valanga di informazioni su questa guerra parallela concepita soprattutto per fermare le infiltrazioni di “Charlie” attraverso il Sentiero di Ho Chi Min che passava per Cambogia e Laos. Una lettura che consiglio a tutti e ripercorre la violenta epopea indocinese sin dai tempi delle Tigri Volanti di Chennault prima e durante la Seconda guerra mondiale in Birmania.

         

Associazioni segrete millenarie, servizi moderni, Guerra fredda, semplici banditi da strada. Tutto ciò fa da sfondo all’epopea dei banditi corsi che non hanno mai dimenticato di essere, alla fine, soli contro tutti. I “cattivi” ufficialmente additati come criminali dai governi ma che, agli stessi potenti erano utili perché fornivano una utile copertura. Un destino difficile ma che uomini come Guerini seppero gestire dai loro casinò di lusso come il Club Haussmann nel centro di Parigi e che, probabilmente, hanno tramandato sino a oggi a uomini schivi, dai nomi vagamente italiani che, una volta all’anno, sfilano con i cappucci rossi, trascinandosi dietro pesanti catene per le vie di Sartène, un paesino arroccato tra i monti a sud dell’isola, per espiare i loro peccati. In quegli anni avevano basi in tutto il sudest asiatico e si occupavano principalmente del vizio: prostituzione, contrabbando, gioco d’azzardo. Vientiane, nell’enclave del Laos ancora mostra ricordi di quell’epoca. Case da tè che gestivano affari privati e spesso loschi, tutta una serie di attività collaterali comodissime per il governo americano che se ne serviva come trait d’union tra Langley ei signori della guerra delle montagne dello Shan.

Il traffico di eroina Perla di Drago (che nel mio romanzo ribattezzai “Lacrime di Drago”) raffinata allo stadio 4 e considerata purissima, era un business troppo lucroso per estinguersi con la guerra del Vietnam. Con la vittoria dei comunisti infatti entrarono in gioco altre forze. Se da una lato lo Shan restava saldamente in mano dal generale Khun Sa, pur con tutta la serie di conflitti interni con altri gruppi nazionalisti cinesi, guerriglieri montagnard e militari corrotti Thai, anche i nuovi governi filocomunisti di Laos e Cambogia vedevano nell’eroina un mezzo per sovvenzionare la rivoluzione e al tempo stesso avvelenare l’odiato Occidente.

Nel paese della Montagna d’Oro (la California che aveva questo soprannome già dai tempi degli immigrati cinesi nel 1800) era un passaggio obbligato per le importazioni gestite dalla mafia negli USA, così come Amsterdam restava, assieme a Marsiglia, il principale punto d’ingresso dei carichi di eroina diretti in Europa.

        

Siamo negli anni ’80 e l’eroina è ancora la principale droga consumata da milioni di tossicodipendenti in tutto l’occidente. Ancora dovevano venire i tempi dell’epidemia di AIDS (che avrebbe in qualche modo falcidiato la popolazione dei tossici e cambiato molte abitudini ritualistiche come il “buco comunitario”), la cocaina era ancora considerata droga per ricchi e le “pastiglie” sintetiche cominciavano a circolare ma ancora in maniera troppo ridotta. Nello stesso tempo la produzione proveniente dalla Mezzaluna d’Oro in Afghanistan sussisteva, ma l’invasione sovietica aveva reso difficile il trasporto e la distribuzione. Lentamente il quadro sarebbe cambiato. Negli anni la DEA, l’OUN e altre organizzazioni internazionali avrebbero esercitato una continua pressione sui montanari dello Shan per una riconversione delle culture di oppio. Lo stesso Kuhn Sa avrebbe perso prestigio e potere, i legami con i corsi e le Triadi si sarebbero fatti meno saldi. Alla fine il vecchio generale avrebbe capitolato.

Nel 1996 concordò un’uscita di scena in cambio dell’immunità. Sarebbe morto poi alla metà degli anni 2004, lontanissimo dal traffico di droga. Questo si era modificato. La domanda di eroina era ed è ancora forte ma il principale granaio da cui parte l’oppio grezzo si è spostato tra le montagne dell’Asia centrale tra Afghanistan, Uzbekistan e Tagikistan. La Cocaina colombiana ha invaso i mercati portando a nuove alleanze, alla nascita dello strapotere dei cartelli colombiani e messicani, persino a improbabili alleanze tra questi, l’Alleanza Islamica Africana legata ad Al-Qaeda e le organizzazioni criminali del sud Italia. Infine è si è affermato con il massimo del vigore il commercio delle droghe artificiali, chimiche, che producono assuefazione in pochissimo tempo e necessitano di laboratori chimici più che di campi di papavero e di coca.

In Thailandia come in tutto l’Oriente le “Lacrime di Drago” sono state sostituite dalla ya-baa, dal ghiaccio giapponese, dalle metanfetamine potentissime fabbricate in santuari imprendibili. Nuovi mercati e nuove organizzazioni criminali sono entrate in gioco. La Nuova Russia, la Bratwa, la fratellanza di quelli che nell’ottocento si chiamavano vory v zokone, “i ladri in regola” la malavita russa divisa in branche di origine etnico, altrettanto spietate dei gruppi che le hanno precedute.

Ma questa è un’altra storia...