The Man with the Iron Fists (2012), opera del celebre RZA del gruppo Wu-Tang Clan, rapper e produttore discografico di successo oltre oceano, si presenta come un classico film di Hong Kong degli anni ’70, con molte influenze fumettistiche, mentre strizza l’occhio a classici del genere.

La storia, a dir la verità già vista, è un pretesto per le stupende coreografie nelle scene d’arti mariali di Corey Yuen e per le idee, innovative, dello stesso RZA, che oltre a regista, è anche sceneggiatore e attore principale.

           

In un paese della Cina feudale, un fabbro che crea armi per il suo piccolo villaggio è costretto a difendere se stesso e il villaggio da una faida scoppiata tra i vari clan, che mirano ad impossessarsi di un carico d’oro che deve transitare per il paese.

Quindi abbiamo l’eroe solitario Blacksmith (RZA), anche se eroe suo malgrado. Nonostante cerchi di tenere un basso profilo, gli eventi lo costringeranno ad intervenire, non schierandosi con un clan ma, unendo le sue forze all’inglese Jack Knife (Russel Crowe), che è nel villaggio per motivi sconosciuti e che ha un’interesse particolare per quell’oro, e a Blade X (Rick Yune), in cerca di vendetta per l’uccisione del padre. Dall’altra parte troviamo Madame Blossom (Lucy Liu), tenutaria di un bordello dove lavora Lady Silk, la fidanzata del fabbro (Jamie Chung), ma il bordello è più di quello che sembra. Tra gli antagonisti abbiamo anche Brass Body (il wrestler Dave Bautista), una specie di Uomo Assorbente (e qui c’è uno dei tanti richiami ai fumetti), assoldato dal clan dei Leoni per uccidere Blade X, e Poison Dagger (un irriconoscibile Daniel Wu).

              

RZA
RZA
Come si vede, abbiamo tanta carne sul fuoco, ma è evidente l’amore degli sceneggiatori, RZA ed Eli Roth, per i film di genere degli anni passati, quindi riescono a tenere il film sulla careggiata corretta, dandogli un’impronta cinese (pur essendo un film di Hollywood). Ecco quindi i riferimenti ad un classico del cinema cinese quale One-Armed Swordsman [1967, in Italia Mantieni l’odio per la tua vendetta], passando per Riki-Oh: the Story of Ricky (1991), da cui riprende lo splatter nei combattimenti, e non manca l’omaggio a Sergio Leone, dai primi piani fino all’abbigliamento iniziale di Russel Crowe, che si rifà a Clint Eastwood.

Al tutto va aggiunta una novità nel genere, ovvero la colonna sonora rap/hip hop durante i combattimenti, che li rendono più coinvolgenti. Da guardare i riguardare le coreografie di Corey Yuen durante l’attacco del clan dei Leoni ai Gemini Brothers. L’impronta di Corey è evidente per noi appassionati, visto l’utilizzo di mosse e cui lui è legato, ma con idee nuove.

                 

Lucy Liu
Lucy Liu
Quindi, film d’azione d’arti marziali, scene splatter, chiara impronta anni ’70, attori “feticcio” come Pam Grier... sì, tutto questo porta al nome che c’è dietro a quest’operazione, Quentin Tarantino.

E duole doverlo ammettere, ma sembra che ultimamente riesca più nel suo ruolo di presentare, proporre e produrre nuovi progetti, che come regista delle sue opere (detto da uno che ha amato Tarantino fin da Le iene). Non a caso gli ultimi film proposti, da Planet Terror, a Machete a questo, sono simili come taglio resgistico, tutti con un’impronta anni ’70.

In conclusione, il 28 febbraio 2013 arriva nelle sale italiane. Se siete amanti del genere, non potete perdervelo. Se non lo siete... dategli comunque un’occhiata. Potrebbe sorprendervi.