Prologo

Benvenuti a tutti... ovunque voi siate in questo preciso momento!

Ho voluto organizzare questa reunion virtuale per festeggiare i primi cinque anni della nascita di Mister Noir, di cui, come molti di voi sanno, io sono il "biografo".

O meglio: io avevo voglia di festeggiare, e Graziano Braschi e Mauro Smocovich hanno voluto offrirmi il massimo supporto "logistico" possibile, ben oltre le mie aspettative, trasformando quella che avrebbe dovuto essere la semplice ripubblicazione dell'unico racconto della serie ancora inedito in Internet, Caccia alla cacciatrice, in un vero e proprio Evento.

Vedendo questa ennesima dimostrazione d'affetto verso il sottoscritto e il suo alter ego, mi sono chiesto: Ma perché Mister Noir, pur non vantando ancora alcuna pubblicazione cartacea "autonoma", riscuote così tanto successo?.

Non essendo un detective geniale come lui, non sono sicuro di trovare la soluzione a questo mistero, ma sicuramente riuscirò a ripercorrere il suo percorso in questi cinque anni, mostrando, attraverso aneddoti e curiosità, come a volte la realtà possa confluire nella fantasia e viceversa.

 

1. Il primo embrione

Mister Noir nasce, ufficialmente, alle ore 20.14 di Sabato 16 Ottobre 2004 all'Admiral Hotel di Milano, ma il suo primo embrione si seminò nella mia mente nell'inverno 2001, quattordici mesi prima che mi balenasse l'idea di crearlo.

Era la fine del 2002 quando la Commissione Europea enunciò che il 2003 sarebbe stato l'Anno Europeo della Disabilità, e io ero agli inizi della mia proficua collaborazione con M-Rivista del mistero, a quei tempi edita da Addictions.

Pensai che una rivista letteraria, e quindi culturale, come M dovesse festeggiare degnamente questo evento. Così, tra le varie idee, mi venne in mente quella di creare una serie di thriller umoristici con un protagonista diversabile (versione personale e compatta di "diversamente abile", coniata da me nel 2003 quando collaboravo anche con l'Agenzia giornalistica Hpress). Obiettivo: dimostrare che era possibile divertirsi, proprio nel senso più comico del termine, con un personaggio disabile.

L'idea era chiara: una serie di quattro racconti, quanti avrebbero dovuto essere i numeri di M nel 2003, che riproducesse lo spirito brioso e scanzonato della serie televisiva Agente speciale, che vedevo quando ero bambino.

Mandai subito ad Andrea Carlo Cappi, direttore editoriale della rivista, un mini-format, di appena tre pagine, con le idee base della serie. Una serie il cui scopo primario fosse quello di divertire, con molta azione e suspense ma senza sangue né eccessiva violenza, e dotata d'un linguaggio più che pulito: lindo. Sì, certo, può sembrare follia pura parlare di serie quando non si è ancora scritto neppure la prima lettera del titolo del primo racconto. E infatti lo è. Ma queste erano le mie intenzioni!

Appena Cappi lesse questo mio mini-format, lo accolse subito con grande entusiasmo, dandomi il suo benestare.

Purtroppo, però, a quei tempi M non riusciva a mantenere una cadenza regolare, e proprio nel 2003 uscì una sola volta... con il numero che avrebbe dovuto uscire alla fine del 2002.

Così Mister Noir aspettò ad entrare in azione. Ma questo fu solo il suo primo approccio con la realtà. Una realtà che ci legò indissolubilmente molto più di quanto possiate mai immaginare.

 

2. Ma perché proprio Mister Noir?

Come ho già detto, l'idea di creare Mister Noir mi venne alla fine del 2002, con la proclamazione del 2003 come Anno Europeo della Disabilità. Però ci sono altri fattori che hanno determinato la creazione di questa serie.

Innanzitutto erano anni che avrei voluto trasportare, sotto forma di racconti, una mia versione della serie-culto Agente speciale.

Il problema era trovare gli "attori".

Circa quattordici mesi prima avevo notato Serena Bonanno, una sorprendente attrice televisiva che aveva anche vinto il Premio Telegrolle, che in certe espressioni mi ricordava proprio Diana Rigg quando interpretava il ruolo di Emma Peel in Agente speciale. Tuttavia, non avevo trovato alcun sostituito per Patrick Macnee, l'altro protagonista del telefilm, quindi tralasciai il progetto.

Quando mi venne l'idea di creare Le avventure di Mister Noir, non c'era più alcun problema, per il semplice motivo che il protagonista maschile sarebbe stato liberamente ispirato a me stesso.

Fino a quel momento non avevo mai voluto legare il mio nome ad un personaggio fisso. Di idee me ne erano venute molte nel corso degli anni, ma mi piaceva di più sbizzarrirmi passando da un genere all'altro.

Ma Mister Noir era diverso. Avevo letto il saggio Tutti i colori del giallo di Luca Crovi (Marsilio), dedicato alla Storia del giallo italiano, quindi sapevo che sarebbe stato il primo eroe disabile seriale "nostrano". E sarebbe stato, oltretutto, protagonista di thriller umoristici: una novità assoluta per un protagonista con difficoltà motorie. Un modo nuovo di mostrare l''handicap. Non di parlarne, ma di mostrarlo attraverso storie "urbane" ricche d'azione e di puro divertissement.

 

3. Mister Noir e il "reality thriller"

Ma le idee, a volte, possono essere dei portatori sani di inghippi, che l'autore, se vuole essere coerente con se stesso, deve risolvere.

Uno dei punti fondamentali della serie era che ciascun racconto seguisse l'argomento monotematico del numero di M in cui si sarebbe inserito. Chiesi quindi a Cappi quale fosse il primo numero disponibile, e lui mi propose quello intitolato Finestra sull'ignoto, dedicato al thriller sovrannaturale.

Così mi misi di gran carriera scrivendo La vendetta dell'uomo che non era mai nato, un thriller surreale basato su un fatto storico probabilmente poco conosciuto nei dettagli ma fondamentale nella vita di tutti noi (che però non rivelo perché fa parte del mistero del racconto), attribuendogli il gravoso compito di attirare l'attenzione del pubblico.

Ma, come avevo scritto nella recensione del romanzo Album di famiglia di Renate Dorrenstein (Guanda), "Se la vita fosse un film, sarebbe un thriller", e l'uscita di quel numero fu anticipata di parecchi mesi, rendendomi impossibile la conclusione del racconto per tempo.

Decisi allora che avrei partecipato, assolutamente, al numero intitolato Sangue spagnolo, primo numero edito da Alacrán - che era stata costituita appositamente per garantire una stabilità editoriale a M -, che Cappi voleva presentare in anteprima a La passione per il delitto, l'importante manifestazione letteraria che si svolge ogni anno a Monticello Brianza, dedicata, quell'anno, agli scrittori spagnoli.

Mi affrettai quindi a scrivere la mia storia. Il countdown presente nel mio racconto correva veloce come quello del mio termine di consegna.

Ma c'era un problema: il racconto non c'entrava più con l'argomento di quel numero; non che per Cappi fosse un problema, ma per me sì, lo era.

Il mio spirito "burlesco" mi venne in soccorso suggerendomi di scrivere in quello stesso numero anche la recensione de Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte (Tropea) - che avevo letto proprio per poter scrivere quella prima avventura -, e di citarlo nel mio racconto, creando una sorta di cross-over tra una mia opera di fiction e una mia recensione d'un romanzo spagnolo.

E così fu. Mister Noir si ritrovò a battezzare il primo numero di M edito dalla neo-nata Alacrán, presentato nel prestigioso Admiral Hotel di Milano.

Alle ore 20.14 di Sabato 16 Ottobre 2004, Andrea Carlo Cappi lesse al pubblico questo mio intervento:

Hercule Poirot, Sherlock Holmes, Nero Wolfe. Tutti i più grandi detective della letteratura hanno nomi improbabili.

E quindi anche Mister Noir!

Mister Noir, che compare per la prima volta in questo numero di M-Rivista del mistero, trimestrale da libreria, è il primo eroe disabile seriale della Storia della letteratura italiana! Un detective privato in carrozzina, assolutamente italiano - a dispetto del nome, appunto, improbabile -, che vive e opera a Milano!

Affetto da tetraparesi spastica, che gli ostacola i movimenti ma non lo rende affatto né immobile né muto, è aiutato da Elena Fox, detective privata e sua assistente, e da Consuelo Gomez, domestica filippina confusionaria ma di gran cuore.

Supportato da diversi ausili, non necessariamente "per disabili", Mister Noir entra a diretto contatto con la città. E vi entra come un panzer, travolgendo tutti con la sua ironia e dinamicità.

In questa prima avventura, dopo aver accettato, quasi per compassione, le richieste di un aspirante cliente, Mister Noir deve affrontare La vendetta dell'uomo che non era mai nato, ritrovandosi invischiato in una vicenda i cui confini sembrano essere indefiniti e dilatarsi sempre più!

Una vicenda ricca di suspense e di colpi di scena, sorprendente anche per l'autore stesso che si è trovato a dover risolvere degli inaspettati enigmi che non si era affatto programmato!

Volutamente ispirata allo spirito brioso del telefilm "culto" Agente speciale, che imperversò in Italia negli Anni '70 e '80, Le avventure di Mister Noir è una serie di racconti che si pone come obiettivo primario il puro divertimento del lettore!

Il protagonista ha, certo, dei problemi, "ma non se ne fa", applicando in automatico le relative soluzioni. E l'autore, in qualità di suo "biografo", ne rispetta la personalità, enunciando, di tanto in tanto, alcuni problemi, ma dando comunque la priorità al carattere e alle sue azioni. Un carattere volitivo che lo rende l'unico personaggio disabile protagonista di thriller umoristici. Ovvero di thriller che di umoristico, di per sé, non hanno proprio niente, ma che la forte personalità dei due protagonisti rende tali!

Una serie innovativa e ambiziosa, che non solo offre un personaggio assolutamente inedito, ma che vuole pure esplorare tutte le tematiche e i sottogeneri della narrativa poliziesca, offrendo al pubblico tipi di avventure sempre diverse!

Un personaggio realistico, straordinariamente d'azione, che annienterà tutti i suoi nemici, compreso il pietismo, a colpi d'astuzia e di sagace umorismo!

La preparazione della sua seconda avventura, Caccia alla cacciatrice, nel 2005, si dimostra altrettanto perigliosa, ma di questa, ovviamente, ne parlerò più avanti.

Nel 2006, Mister Noir fa una piccola "trasferta" con una short-story "fuori serie", Mister Noir: Inseguimento a ruota, che ho scritto su richiesta di Giovanni Merlo, responsabile del sito Informahandicap della Ledha - Lega per i Diritti degli Handicappati -, attribuendo al mio eroe seriale una vicenda che mi era capitata circa diciassette anni prima a Celle Ligure.

Nel 2007 venne alla luce la terza avventura "ufficiale", Mors Ridens - pubblicata su M-Rivista del mistero "Zombi Party" -, in cui thriller e comicità si fondono in un'unica entità, in un countdown mozzafiato dove Mister Noir ha solo dodici ore per decifrare le battute sempre più demenziali del proprio cliente e riuscire a salvargli la vita.

 Nel 2008 scrissi L'allucinante caso del delitto indotto, una "folle" rivisitazione del genere spionistico, ispirato anche dalla commedia Una vita davanti di Paolo Virzì, ma l'imprevisto colpo di coda di Alacrán - che in greco vuol dire Scorpione -, che tolse improvvisamente M dal commercio, rese questa quarta avventura di Mister Noir... tuttora inedita!

 

4. Occhio alle reazioni!

Quando pubblicai la prima avventura, dando tutti per scontato che Mister Noir fossi io la domanda più ricorrente era: "Ma chi è Elena Fox?".

Ordunque!... Come ho dichiarato a Marilù Oliva nell'intervista che mi ha fatto proprio per ThrillerMagazine, successivamente ripubblicata da Franco Forte sul numero 14 di Writers Magazine Italia (Delos Books), Elena Fox è un mix di due mie amiche, Simona e Cristina, spigliate e intraprendenti come lei, e di Serena Bonanno, la cui mimica sarebbe perfetta per interpretarla.

A parte ciò, quella prima intricata avventura - intrisa di mistero, di colpi di scena, e di sfrenato umorismo - era piaciuta parecchio. Ed erano piaciuti anche i personaggi di Consuelo Gomez e del commissario Cordieri.

Giovanni Merlo pubblicò una bella recensione su Informahandicap, ripresa subito dopo da Liberatutti, quotidiano on-line dedicato al mondo della disabilità; mentre Tecla Dozio volle ripubblicare La vendetta dell'uomo che non era mai nato sul suo sito Giallo & Co..

L'entusiasmo generale e l'avventatezza con cui avevo annunciato che quello era l'inizio d'una serie, mi indussero a continuare.

Presi nota di tutti i commenti e delle reazioni. Studiai bene la struttura del racconto che avevo realizzato, e decisi di provare ad adottarla come schema fisso: una bella confezione in cui il pubblico sapeva di trovare determinati ingredienti, ma comunque sempre piena di sorprese. Come accade nei film di 007.

Funzionò. E ogni racconto riscontrò sempre maggior successo.

Mister Noir destò l'attenzione anche della stampa e della radio. Edoardo Montolli mi intervistò e ripubblicò Inseguimento a ruota sul settimanale Cronaca Vera, Luca Crovi mi fece partecipare ad una puntata di Tutti i colori del giallo (Rai Radio Due), e Dario Crippa mi dedicò un articolo sul quotidiano Il Giorno di Monza-Brianza.

Caccia alla cacciatrice, di cui tra poco parlerò, sorprese tutti.

Inseguimento a ruota fu notato da Martin Zanchetta, direttore artistico dell'Associazione Cinematografica Cine Indipendente di Celle Ligure, che mi propose di trasformarlo in un cortometraggio.

E Mors Ridens - annunciato da ThrillerMagazine come "Il ritorno di Mister Noir", pubblicato su M, e successivamente riproposto da Bruno Zaffoni in versione e-book sul suo sito Orient Express -, risultò molto più comico di quanto sospettassi; tanto che, per alcuni, funzionò persino come antidepressivo... o almeno così mi dissero!

Ma ogni tanto, nel pubblico, si cela qualcuno che confonde la realtà con la fantasia, lo scrittore con il proprio eroe, mettendo il suddetto autore in reali situazioni da brivido!

Quando scrissi la short-story per Informahandicap, nell'Agosto 2006, ne approfittai per aggiungere una premessa-dedica ai due ragazzi che il 9 Aprile precedente mi avevano soccorso al Parco di Monza, nell'annosa speranza di rintracciarli. I due ragazzi, purtroppo, non li ritrovai; in compenso, però, feci una scoperta che raggelò il sangue a me e a tutti i miei fan più prossimi.

Nel mese di dicembre, otto mesi dopo la nota vicenda che molti conoscono col titolo di Solo!, infatti mi scrisse l'educatore "volpone" che mi aveva abbandonato in mezzo al Parco di Monza, dicendomi che era molto dispiaciuto per quello che era successo, che si scusava di avermi messo in quella situazione, ma che ormai lui mi vedeva più come Mister Noir che come me stesso... e quindi era convinto che me la sarei cavata!

Una roba che, ogni volta che ci ripenso, traggo un profondo sospiro di sollievo e mi dico: Meno male che non ho creato Superman!.

5. L'arrivo della Cacciatrice15#

Il personaggio della Cacciatrice mi venne in mente quando decisi di partecipare al numero di M intitolato Le signore del delitto, che, inevitabilmente, associai alle dark lady.

Mi ritrovai, invece, in un numero popolato da scrittrici!

Comunque, Caccia alla cacciatrice, lo realizzai nell'estate 2005 assemblando due idee.

La prima mi venne ascoltando un discorso di Sandro Ossola, che, parlando del suo personaggio seriale Guido Sereni, disse che il lavoro dell'investigatore privato consisteva soprattutto in pedinamenti e ricerche di persone.

La seconda suggestione, quella che mi diede proprio lo spunto per scrivere il racconto, scaturì dalla voglia di "rivisitare" un tema classico, sviluppato soprattutto nei film: quello del sosia cattivo dell'eroe.

Sosia che, considerato il titolo del numero di M in questione, non poteva essere che femminile. Ecco che nacque, quindi, Serena Bonita, la bella killer dallo sguardo torvo, perfetta sosia di Elena Fox, a cui i nostri due detective si ritrovano a dare una sfrenata caccia.

Un racconto che, oltre a mostrare Mister Noir come vero uomo d'azione, degno della miglior tradizione hard boiled, riuscì a sorprendere lo stesso Cappi.

Oltretutto Enzo, il mio amico-librario di Celle Ligure, con cui passo molte serate estive a chiacchierare, sapendo che stavo scrivendo la seconda avventura di Mister Noir mi informò che in Sicilia esisteva una località chiamata Misterbianco. Questa informazione, coadiuvata dall'apposita lettura di certi racconti di Andrea Camilleri, mi fornì l'ultimo spunto per formare questo racconto.

Quell'estate mi impegnai a fondo per scrivere questa storia, che risultò molto più intricata del previsto... costringendomi ad una severa concentrazione, per risolvere una serie di enigmi "imprevisti" che la coerenza del racconto, mio malgrado, mi imponeva.

Enigmi che mi impegnarono giorno e notte, letteralmente. Fino al Grande Rush Finale, quando, per finire in tempo il mio lavoro, scrissi, ininterrottamente, per trenta ore consecutive!

Un record che, ovviamente, non ho alcuna intenzione di battere!

 

Ma anche la pubblicazione di Caccia alla cacciatrice "contaminò" la realtà, provocando un'altra reazione "anomala".

Protagonista di questa vicenda è una giovane e graziosa infermiera di nome Francesca.

Nel luglio 2006 infatti fui ricoverato in un ospedale, di cui taccio il nome per non rischiare un sovraffollamento di pazienti maschili, e, orgoglioso di vedere per la prima volta il mio nome in copertina - abbinato oltretutto al mio eroe -, portai quel numero di M e lo piazzai in bella mostra sul tavolino della camerata, dove andavo a leggere.

Caso volle che, proprio sulla copertina di quel numero, ci fosse ritratto il tronco di una donna anoressica nuda. Non so cosa passò nella mente di Francesca, ma, appena la vide, dopo avermi somministrato la pastiglia disse: "Ora ti sollevo il morale!", e, detto ciò, prese il suo cellulare, e, candidamente, mi mostrò tre sue foto... da calendario, cogliendomi di sorpresa e lasciandomi letteralmente basito!

Il fatto che la stanza fosse piena di gente - tra cui una sua collega - e che tutti avessero capito cosa mi aveva mostrato, mi fa assolutamente escludere che potesse esserci qualche intento malizioso in quel gesto, che invece ho subito interpretato come un atto benevolo; però, comunque, offre qualche spunto di riflessione.

Come, per esempio: Perché Francesca mi ha chiesto di scrivere un racconto, trasformandola in un'infermiera assassina (promessa che, comunque, prima o poi manterrò)?.

Epilogo 

Bene, il racconto dei racconti di Mister Noir finisce qui. Almeno per il momento!

Avrei altre cose da raccontare, ma preferisco riservarmele per un'altra occasione!

Se io fossi lui metterei in fila tutti gli indizi e riuscirei a spiegare il mistero di tale successo, ma io non sono un detective geniale come lui, sono solo il suo biografo; e, ora che avete tutte queste informazioni, preferisco lasciare ciascuno di voi alle proprie brillanti deduzioni!

Prima di salutarvi, però, desidero porgere due sentiti ringraziamenti.

Il primo va ad Andrea Carlo Cappi, che, avendo subito creduto nel progetto di questa serie, e avendomi dato tutto il supporto possibile per realizzarla, è da considerarsi lo "zio putativo" di Mister Noir.

Il secondo ringraziamento va, ex-aequo, a Graziano Braschi & Mauro Smocovich, che hanno voluto festeggiare questo primo "lustro" delle avventure di Mister Noir, non limitandosi ad ospitare Caccia alla cacciatrice, l'unico racconto della serie mai apparso in rete, nella loro rubrica Giallo Comico, ma chiedendomi pure di scrivere una presentazione, dando massimo rilievo a questo evento.

Bene, ora vi saluto. Ed essendo fermamente contrario alla cosiddetta "caccia sportiva", auguro a tutti voi Buona Lettura e, soprattutto, Buona Caccia alla Cacciatrice! 

©Sergio Rilletti, 2009

Links:

Caccia alla cacciatrice a puntate

1. rubriche/8825 (dal 2-11-2009)

2. rubriche/8826 (dal 3-11-2009)

3. rubriche/8827 (dal 4-11-2009)

4. rubriche/8828 (dal 5-11-2009)

5. rubriche/8829 (dal 6-11-2009)

La vendetta dell'uomo che non era mai nato su gialloandco.it

Mister Noir: Inseguimento a ruota su informahandicap.it

Mors Ridens su zaffoni.it

Solo! su letteratitudine.blog.kataweb.it

Recensione de La vendetta dell'uomo che non era mai nato su liberatutti.it

Il ritorno di Mister Noir in (notizie/5935)

Sergio Rilletti, Ideatore di Mr Noir in (rubriche/7376)

Recensione di Sergio Rilletti a Il Club Dumas in (libri/5220/)

Recensione di Sergio Rilletti a Album di famiglia (libri/8905)