Maria Grazia Calandrone è una poetessa - nata a Milano ed educata alla siciliana - che vive a Roma e che conta già diverse pubblicazioni: Pietra di paragone (Tracce, 1998, edizione-premio Nuove Scrittrici), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini opera prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005) e La macchina responsabile (Crocetti, 2007 – II premio San Giuliano), Illustrazioni in 7 poeti del Premio Montale 1993 (Scheiwiller, 1994) e altre sillogi in antologie nonché opere teatrali.

Vorrei partire, per la presentazione de La macchina responsabile, suo ultimo libro, proponendo alcuni stralci di critica che rendono bene la complessità, il fascino e la forza di questa musa del crepuscolo:

 

"[...] Non assistiamo all’estasi asettica e inumana del crash, bensì a quanto viene dopo (immediatamente dopo, magari). E la temperatura non è gelida; è incandescente, cioè umanissima. Quel che invece perturba, di simile, è la presenza urticante del lessico tecnico, di quella vulgata: dalla longherina irregolare e scoperta alle ruote gemellari del rimorchio, dalle piastre antisfilamento alla teca muriatica. L’infestante precisione d’un lessico materico, proditoriamente antilirico, in una partitura invece così lirica, è un altro connotato eminente – forse fra tutti il più ammaliante – del peso di questa poesia. Viene da pensare allo Zanzotto più clinico, all’implacabile radiologo del paesaggio e della storia. Il mio nome è lesione, diceva indemoniato un Io della Beltà. Quella Lesione non è ancora cauterizzata, quella ferita non è rimarginata. È qui che sanguina. Responsabile di ciò, si capisce, è la poesia: questa macchina. Così pesante – così sfrecciante."

Andrea Cortellessa, Nono quaderno italiano di poesia contemporanea, Marcos y Marcos 2007

"[...] varrà sottolineare come sia Maria Grazia Calandrone ad affermare, ne La Macchina responsabile, una così grande fiducia nei mezzi della poesia da poterne bere fino in fondo "l'ultravioletto calice" senza temerne la potenza tossica, ma anzi neutralizzandone il veleno segreto, che risana e riporta in uso parole e oggetti che sembravano perduti per tuffarli di nuovo, immediatamente, nella materia fangosa del dolore, dalla cronaca degli incidenti stradali e delle stragi del sabato sera, alla storia nera dell'Olocausto e di Hiroshima." - Laura Pugno, Il Manifesto, 5 luglio 2007

La macchina responsabile è una raccolta di liriche sul tema colpa/destino, in cui guerre di trincea e guerre di tutti i giorni, stragi - di Babi-yar e Hiroshima - sono il quadro incorniciato dal  paradigma di un uomo condannato alla sua umanità. Ed è un’umanità sofferente, incompiuta, in balìa della tragicità del fato. Un’umanità calata in una natura a volte ostile, a volte vittima, in cui il male, la morte, ma anche la vita hanno lo stesso raggio concentrico e gridano al vento la loro ineluttabilità. L’attenzione per l’attimo della quotidianità si dilata alla tensione per la storia in senso lato. Nascono così liriche forti ed emozionanti come Anatomia nucleare che riportiamo qui sotto in chiusura alla nostra recensione:

 

Anatomia nucleare

L'origine della pace è avere un cuore che comprende il dolore dell'altro

                                         (sopravvissuto di Hiroshima)

I

Nell'ampiezza corsara del fiume risalta un corpo tellurico. Deposto accanto

all'uliveto il mistero infantile dell'animale

di gomma viva, espanso: tacita breccia

nel dispiegamento meccanico della natura radice

sopra radice. Il corpo è un bilico di alberi e geometria piana di stelle.

Fulmini e aurore innalzano dal petto

le radici – i filacci dell'essere

animale – il dispendio della fragilità di un corpo

sotto forma di esalazione diretta 

alla ciurmaglia delle nuvole purpurea e incavata. Soffia

da una cintola bruna di terra la paura originaria

della mischia nell'argine sotto

la terraferma – pietra

opaca bestia sepolta – il tremore feroce di un vento che inforca gli uomini dal basso e disperso

lo sciame dei ciclisti dal trafficare

trambustivo, ustione

di un autobus che fonde insieme vetro materia molle e osso.