Il caso sbagliato ha cambiato il panorama della narrativa hard-boiled, rovesciando come un guanto le leggi non scritte del genere così come le avevano codificate Raymond Chandler e Ross Macdonald. Da allora il poliziesco americano non è stato più lo stesso. A oltre trent'anni di distanza la carica eversiva di questo romanzo non smette di sorprendere.

Fino a qualche tempo fa, Milton Chester Milodragovitch terzo, Milo per gli amici e anche per i nemici, non se la passava poi male. Tallonare coniugi infedeli gli rendeva quanto bastava a pagarsi da bere al Mahoney's, il suo bar preferito.

Poi la legge sul divorzio è cambiata, lasciarsi è diventato facile, e Milo si è ritrovato a ingannare la noia guardando le montagne dalla finestra del suo ufficio. Finché, naturalmente, non bussa alla sua porta una donna.

Helen Duffy, goffa e bellissima. Suo fratello è scomparso. Un bravo ragazzo, uno studente modello che non farebbe male a una mosca. Milo non crede ai bravi ragazzi, però comincia a indagare. Per portarsi a letto Helen; senza immaginare che l'indagine sul fratello sarà tutto fuorché routine.

Fra drink e anfetamine, criminali dilettanti e professionisti, Milo dovrà scavare nel fango per portare alla luce radici e ragioni dello spaccio di droga, della corruzione sempre più capillare, di una città che pare senza speranza e senza redenzione.

"Dopo la scomparsa di Edward Bunker, l'America perde con James Crumley l'ultimo ribelle della sua letteratura, uno dei suoi scrittori di maggior talento e più stimati dai colleghi. Un gigante come Ray Bradbury battezzò "Crumley" il protagonista di tre suoi libri; Neal Stephenson ha detto che L'ultimo vero bacio è il Grande Romanzo Americano; Elmore Leonard, Dennis Lehane, Joe Lansdale, Pete Dexter lo leggono e rileggono". (Matteo Persivale, Corriere della Sera)

Il caso sbagliato di James Crumley (Einaudi) - Pagine 368 - ISBN 9788806192259 - € 17.50 - Traduzione di Luca Conti