«Natava e chiangiva. Per la raggia, per l’umiliazione, per la vrigogna, per la sdillusione, per l’orgoglio ferito […]

Tutto un tiatro, tutta una finzione.

E lui, vecchio, alluciato dalla billizza e perso darrè a quella giovintù che l’imbriacava, c’era caduto, a cinquantacinco anni sonati, come un picciliddro.

Natava e chiangiva».

Caldo torrido, calore estenuante, sole implacabile: è questa la vampa del mese più infuocato della torrida estate siciliana, ma è anche l’ardore e la passione che infiammano Montalbano.

Siamo in agosto, Mimì Augello ha dovuto anticipare le ferie e Montalbano è costretto a rimanere a Vigàta. Livia vorrebbe raggiungerlo, ma per non restare sola, con Montalbano sempre al lavoro, pensa di portare con sé un’amica (con marito e bambino) e chiede a Salvo di affittare una casa sul mare per loro. La vacanza scorre nella bella villetta sul mare, silenziosa, verde. Ma un giorno il bambino sparisce e proprio non si trova. Montalbano accorre e scopre in giardino un cunicolo che rivelerà clamorose sorprese tra cui un baule con il cadavere di una ragazza scomparsa sei anni prima.

Finita la brutta avventura con il ritrovamento del bambino, Livia e gli amici ripartono, tutti troppo impressionati per restare a Vigàta. E il commissario inizia l’indagine. Difficile perché il caldo non lascia requie, bollente come la passione amorosa di cui rimane in balia.

Un giallo perfetto; un Montalbano istintivo, ma alla fine anche malinconico, a interrogarsi su di sé e sul suo futuro. Tutt’intorno Vigàta d’agosto stretta tra pietre infuocate e mare.

È questa la trama de La vampa d'agosto, decimo romanzo del Commissario Montalbano scritto da Andrea Camilleri.

Già annunciata anche la data d'uscita dell'undicesimo romanzo, Il campo del vasaio, prevista per metà ottobre 2006.

Andrea Camilleri, La vampa d'agosto

Sellerio, 2006

pp. 288