Oltre a essere entrati a far parte dell’immaginario collettivo, i mostri cinematografici della letteratura gotica come Dracula, la creatura di Frankenstein o Mr. Hyde sono stati alcuni dei primi esempi di rappresentazioni queer sul grande schermo, sempre legate al diverso, a tutto ciò che veniva percepito come strano e che andava contro l’eteronormativo.

Questo sguardo queer è stato spesso lasciato in sottotraccia, mostrando una sessualità al di fuori dei limiti del patriarcato, da cui l’importanza di analizzare i sottotesti e le seconde letture di questi film. Sia dal punto di vista di artisti LGBTQIA+, sia dall’appropriazione di alcuni personaggi e icone del cinema, per Javier Parra è evidente che l’horror queer è sempre stato presente nel cinema di genere: c’era nel Frankenstein di James Whale, che non ha mai nascosto il suo orientamento sessuale; c’era in Dracula, con la tensione sessuale tra il conte e l’avvocato londinese che arriva in Transilvania; nell’allegoria di cosa significava essere un uomo gay non dichiarato in Nightmare II; nella famiglia composta da due uomini creata da Brad Pitt e Tom Cruise in Intervista col vampiro.

Dalla predominanza di cliché negativi – lesbiche con tendenze psicopatiche, vampiri bisessuali assetati di sangue, assassini travestiti – alla piena accettazione della diversità, Scream Queer offre un ampio viaggio attraverso l’evoluzione della rappresentazione LGBTQIA+ nel genere fantastico attraverso l’analisi di centinaia di film, espiando anche i traumi e raccontando le esperienze personali che hanno segnato la persona che scrive questo testo: «un finocchio ossessionato dai film dell’orrore».

“Il mio io adolescente, prima che facessi coming out, credeva che Clive Barker fosse l’unica persona apertamente gay a fare il mio genere preferito, l’horror. Per fortuna mi sbagliavo e la presenza dei personaggi LGBTQIA+ nel cinema fantastico è stata una costante nel corso della sua storia ed è aumentata moltissimo negli ultimi decenni”. – Javier Parra

“Non fatevi spaventare dal mio aspetto. Non giudicate un libro dalla copertina. Di giorno non sono un granché, ma di notte sono un amante diabolico. Sono solo un dolce transessuale della Transilvania”. – Dal film The Rocky Horror Picture Show di Jim Sharman, 1975