Ottantaseiesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo aprile in edicola: SAS vede russo (La Madone de Stockholm, 1987) del compianto Gérard de Villiers.

La trama

Il fisico americano Lee Updike è una mina vagante. Dopo aver abbandonato per scrupoli etici il programma di difesa satellitare a cui stava lavorando, si è rifugiato nella capitale svedese, dove è in contatto con ambienti pacifisti. La sua mente è un concentrato di segreti militari e la CIA teme che venga convinto a oltrepassare la Cortina di Ferro portandoli in dono al blocco sovietico. Purtroppo allo scienziato manca il fiuto professionale indispensabile per sentire odore di trappola quando la sua ragazza muore in un incidente sospetto e una fascinosa giornalista ne prende subito il posto. Agli analisti di Langley non sfugge che la donna è un’agente del KGB sotto copertura, e se due più due fa ancora quattro il trasferimento di Updike all’Est, volontario o forzato, è solo questione di tempo. Affidare a Malko Linge la missione di ricondurlo all’ovile, unica alternativa all’opzione estrema di eliminarlo, è la scelta perfetta. Il Principe delle Spie ha un radar speciale per captare i nemici in agguato. Soprattutto quelli con falce e martello.

L’incipit

Lee Edward Updike aprì gli occhi, svegliato dalla luce che filtrava attraverso le tende. Le finestre del Grand Hôtel, l’albergo più lussuoso di Stoccolma, non avevano persiane né tapparelle. Nella camera il caldo era tale che Lee Updike, durante la notte, aveva gettato via il grosso piumone che in Svezia sostituisce le coperte. Accanto a lui, Leslie dormiva sdraiata sul ventre, completamente nuda, col viso nascosto dalla massa di capelli biondi. L’americano si chinò su di lei e le passò lentamente l’indice lungo la colonna vertebrale.

La ragazza si stiracchiò, sospirò, fremette e parve offrirsi, ancora mezza assonnata.

Quella vista infiammò Lee Updike, che pure non era in fase di astinenza. Da quando aveva lasciato l’atmosfera pesante del laboratorio di Albuquerque, nel New Mexico, aveva la sensazione di essere in viaggio di nozze.

Si alzò ed entrò nella stanza da bagno: il pavimento di marmo era riscaldato da resistenze elettriche. Lo specchio rifletté l’immagine del suo corpo ossuto, dalle spalle larghe, col pene già gonfio bene in vista tra le cosce muscolose. I radi capelli castani erano in disordine e Lee li riassettò con un colpo di spazzola. Non si poteva dire che i suoi lineamenti cavallini fossero belli, ma gli occhi azzurri dall’espressione un po’ stupita avevano un fascino indiscutibile. Una bocca grande e ben fatta dava un tocco di sensualità al viso piuttosto severo.

Ravviati i capelli, Lee Updike attraversò la camera e tirò le tende. Il tempo orribile degli ultimi giorni aveva ceduto il posto a un bel cielo azzurro e luminoso. Dall’altra parte dello Strömmen, il braccio di mare che separa Stoccolma da Gamla Stan, la città vecchia, il castello reale era quasi allegro con i suoi muri color ocra slavato e la sua architettura d’ispirazione italiana. Di fronte al Grand Hôtel, numerosi vaporetti bianchi, che nelle belle giornate portavano i turisti nella miriade di isolette dell’arcipelago sparse nel Baltico a est di Stoccolma, si dondolavano lungo i moli. Di lì a poco sarebbe venuta la neve. Poi sarebbe stata la volta del freddo e della lunga notte. Nelle annate buone, il Baltico gelava fino alla costa estone, distante più di duecento chilometri.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

SAS vede russo di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 86), 176 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Mario Morelli