La Adelphi porta in libreria uno storico romanzo firmato da Ian Fleming, Goldfinger, nella nuova traduzione di Massimo Bocchiola e la cura di Matteo Codignola.

Per sapere tutto della vita italiana dei romanzi (e fumetti) di James Bond, si rimanda al blog-database Gli Archivi di Uruk.

La trama

Può essere che Ian Fleming, come spesso gli accadeva, abbia usato Goldfinger per regolare qualche conto, o sublimare alcuni desiderata. Di fatto la sconfitta, nell'estate del 1957, ai campionati semiprofessionistici del Berkshire Golf Club non gli era andata giù, e ancora meno gli stavano piacendo i progetti di Ernö Goldfinger, l'architetto che in tutta l'Inghilterra demoliva palazzi vittoriani, sostituendoli con discutibili edifici modernisti. Quanto alla sua attraente vicina di casa a Goldeneye, che sarebbe diventata sua amante, somigliava anche troppo a Miss Galore: solo che si chiamava Blanche Blackwell, mentre «Pussy» era il nome in codice di un'agente segreta conosciuta da Fleming durante la guerra. Serviva altro, per scrivere il romanzo fino ad allora più complesso della serie, e da allora in poi forse il più celebre? Be', sì, serviva la storia, a dir poco rocambolesca, del «più grande colpo di ogni tempo». Parola di Auric Goldfinger.

L'incipit

[Come sempre la Adelphi non è interessata a pubblicizzare queste uscite quindi non è possibile avere alcuna anteprima del libro]

Info

Goldfinger di Ian Fleming (Adelphi – Fabula), 295 pagine, euro 20,00 – ISBN 9788845932335 – Traduzione di Massimo Bocchiola