È da poco uscito in tutte le librerie italiane “Squadra speciale Minestrina – operazione Portofino” – TEA Editore (Gruppo GEMS) la seconda mirabolante avventura di Pammattone, Mignogna e Santoro, in arte Semolino, Kukident e Maalox, i personaggi nati dalla fervida e instancabile penna di Roberto Centazzo.

Dopo il successo de “La prima operazione della squadra speciale minestrina in brodo”, Centazzo ritorna sul luogo del delitto, con i protagonisti che, per fare un parallelo tra letteratura e grande cinema, ci ricordano da lontano i protagonisti di RED, film del 2010 diretto da Robert Schwentke, basato sull'omonimo fumetto scritto da Warren Ellis ed illustrato da Cully Hamner, pubblicata da DC Comics. RED come acronimo di “Retired Extremely Dangerous”, mentre nell'edizione italiana è diventato “Reduce Estremamente Distruttivo”.

In “Squadra speciale Minestrina – operazione Portofino” non c’è nulla di così distruttivo, ma Semolino, Kukident e Maalox sono a loro modo letali per i pericolosi criminali che in loro si imbattono. Il crimine non riposa mai, quindi nemmeno chi combatte il crimine. Men che meno ci si può permettere di invecchiare.

La squadra è uno specchio fedele dei problemi della quotidianità e dell'età che avanza, ma è anche l'ostinazione di trovare un personale, artigianale, ritratto di Dorian Gray, per poter continuare a restare giovani nello spirito, mentre il corpo presenta il conto degli anni. Per i tre irriducibili, è il lavoro, soprattutto la missione di terminare che cosa non si era riuscito a fare in passato, quando si era peccato di gioventù e inesperienza.

“Tu, piuttosto, non sei andato in pensione?”

“Sto facendo l’esca”

Al centro di questo secondo romanzo, non mancano le belle donne, la caccia al ladro in location che richiamano subito l’immaginario collettivo, come Portofino, le Cinque Terre e Saint-Tropez.

Pammattone, Mignogna e Santoro sono stati pensionati per raggiunti limiti di età, ma a far niente non ci stanno, anzi… Una nuova vita li aspetta. Nuove sfide professionali, e non.

I tre sono stati informalmente delegati a risolvere i casi che, per mancanza di tempo o soldi, le forze inquirenti non possono seguire.  Sono una squadra ben assortita: un ex dirigente della Squadra mobile, un ex sovrintendente della Scientifica e un ex esponente dell’Immigrazione.

“Grazie nonno tua sorella… Ne dovete mangiare di minestre, pivelli!”

Al centro della vicenda il salonista di auto Goffredo Aquila, una loro vecchia conoscenza, a capo di una banda dedita al furto su commissione di lussose top-car. Una vicenda che affonda le radici nel passato professionale dei protagonisti. Un caso al tempo, irrisolto, quindi da chiudere.

Come diceva Sentenza ne “Il buono, il brutto, il cattivo”: “porto sempre a termine il lavoro”.

“…gli sto insegnando troppe cose. Se poi le impara tutte, cosa faremo noi della Squadra speciale Minestrina in brodo?”

Le peripezie dei tre giustizieri si adattano alla perfezione al registro narrativo di Centazzo, che è frizzante, con dialoghi veloci e pungenti e immancabili note di colore che rendono il romanzo brillante e virante alla commedia, offrendo una lettura scorrevole, fino al fuoco d'artificio del finale.

È come assistere alla proiezione di un polar-comedy francese, dove la vita privata conta quanto la parte d'investigazione, anzi, si interseca con essa, fino a diventare un'essenza inevitabile nel plot narrativo.

Nota a margine: nel romanzo appaiono anche alcuni personaggi reali, alcuni ribattezzati con pseudonimi anagrammati, altri invece presenti con il proprio nome.

Colonna sonora del libro: ma naturalmente, Love in Portofino di Johhny Dorelli, per chi si innamorerà o è già innamorato di questi tre irriducibili amanti della vita e con la volontà di non invecchiare.