Ecco il nuovo film diretto da McG (Joseph McGinty Nichol – Charlie’s Angels, Terminator Salvation), con protagonisti Kevin Costner, Amber Heard e Hailee Steinfeld.

Kevin Costner interpreta Ethan Renner un agente dei servizi segreti che decide, a causa di una malattia incurabile, di lasciare la sua vita vissuta sul filo del pericolo per tentare di ristabilire i rapporti con la moglie e la figlia. Prima però dovrà portare a termine l’ultima pericolosa missione, anche se questo significherà dover trovare un precario equilibrio tra i due compiti più difficili che gli siano mai stati assegnati: uccidere il terrorista più pericoloso al mondo e tutelare la figlia adolescente.

Un film con l’inconfondibile impronta di Luc Besson. Soggetto, sceneggiatura e produzione sono i suoi. Non a caso la location scelta è Parigi,

L’inizio è dirompente: un massacro sullo stile di Getaway di Peckinpah all’interno delle stanze di un hotel che viene poi distrutto in un'apoteosi esplosiva, mentre il protagonista telefona da una cabina cercando di parlare alla figlia.

Tutti gli elementi che hanno fatto le fortune di Besson, a partire da Nikita e Leon, ci sono tutti: l’adolescente problematica, la spietata femme fatale dalla pistola facile, gli stereotipati cattivi che più cattivi non si può. Costner deve destreggiarsi in mezzo a sparatorie e inseguimenti tra i comuni problemi di un genitore che deve gestire un figlio adolescente. Le scene vengono girate quindi associando le narrazioni più improbabili, dando un registro misto di thriller e commedia, tra alti e bassi che rendono il film piacevole se guardato con leggerezza, come d’altronde è opportuno fare con questo genere. Non siamo per intenderci ai livelli di True Lies (è McG non è Cameron), per rimanere in un film di contaminazione di generi, ma la spina dorsale del canovaccio tiene sufficientemente anche se in alcuni punti scricchiola in maniera paurosa. Nikita e Leon, sono fasti lontani. per capacità di coinvolgere e per spessore interpretativo e di sceneggiatura, ma Besson conserva sempre quel fascino bastardo di una discontinuità di talento.

Kevin Costner cerca di non fare il piacione anche se ci riesce solo a tratti – ormai il suo personaggio è quello – ma alla fine la parte riesce a reggerla discretamente nonostante gigioneggi spesso con espressioni da seduttore per caso da Tonno Rio mare e si muova con il passo, oramai appesantito, da prato Valleverde. Il physique du rôle piuttosto abbondante lo aiuta senza dubbio a ingombrare e tappare alcune falle evidenti se si prova a analizzare con più attenzione un film che resta comunque di pura evasione, da vedersi con popcorn e patatine da sgranocchiarsi in assoluta tranquillità, in alternativa alle numerose serate “mondiali”.

Aspettando Lucy, il ritorno alla regia di Besson con un personaggio femminile forte come protagonista interpretato da Scarlett Johansson e con la presenza di un Morgan Freeman ormai prossimo, secondo gossip, a ritirarsi dalle scene (e sarebbe un grande peccato), divertiamoci con la visione di 3 Days to Kill, dunque.