Dite ciò che volete ma l’intrigo spionistico d’azione al cinema funziona ancora benissimo. Ronald Emmerich, signore delle catastrofi, torna a colpire la casa bianca dopo Indipendence Day (e si autocita nella sceneggiatura...). Arriva secondo dopo Attacco al potere (Olimpus Has Fallen, 2013) e, diciamocelo sinceramente, il film di Antoine Fuqua era un’altra cosa.

Emmerich ha a disposizione un budget più sontuoso e dirige con la mano sicura di chi sforna blockbuster per tutta la famiglia. C’è tutto. Il presidente nero pacifista, padre e figlia, i guerrafondai, la caccia all’uomo in un ambiente chiuso e la corsa contro il tempo.

         

Basato sul sempre valido tema di Trappola di cristallo (un uomo solo all’interno di un ambiente dominato da killer spietati) Sotto assedio manca forse proprio nel protagonista. Channing Tatum ce la mette tutta per gonfiare i muscoli e menar sganassoni, ma proprio più dello strip man di Magic Mike non può fare.

Le carte migliori il film le gioca con Jamie Foxx che riesce anche a ridere di se stesso ed è un convincente presidente nero, che s’inchina a Lincoln e vorrebbe un accordo di pace mondiale, sulla carta piuttosto improbabile. Contro di lui i guerrafondai costruttori di armi e i politici comprati.

Si staglia come piacevolissimo cattivo James Woods, che fa il vecchio, il folle, l’amareggiato e mette sul piatto tutta la sua abilità. Un’idea davvero divertente e inedita è l’inseguimento tra le auto presidenziali nel parco della Casa Bianca con risultati a volte farseschi ma di sicuro effetto.

           

Channing Tatum in Sotto assedio
Channing Tatum in Sotto assedio
L’elemento realmente interessante del film è la tecnologia. Perché è questa a essere determinante giacché truppe speciali e terroristi, al di là di sparare a raffica su tutto quello che si muove, si dimostrano più volte gran pasticcioni. Invece emerge la tecnologia che consente ad una ragazzina di 12 anni di scaricare su YouTube immagini in diretta che le telecamere a circuito chiuso della sorveglianza non sono riuscite a catturare.

Sempre la tecnologia rende inutili giganteschi server per i quali è impossibile impedire il lancio dei missili nucleari americani, che non riescono a far abortire una missione anche se il risultato sembra dominato dalla sconfitta.

E, curiosamente, è la vecchia tecnologia (un cercapersone) che svelerà l’intrigo (perché l’intrigo c’è, malgrado ogni effetto speciale ed anche ben costruito).

        

Alla fine un film per tutti, che esalta la famiglia e la pace attraverso scoppi, botte, esplosioni. Emmerich in questo resta fedele al suo successo e non delude il suo pubblico.