Controllo il movimento delle uniche due telecamere libere da ghiaccio e neve, poi scatto verso l’ala sinistra della villa. Vicino ad un’entrata ho intravisto una guardia. Mitraglietta MP5k in pugno, sta facendo il giro avanti e indietro. Mi fermo accovacciato dietro l’angolo, l’ombra proiettata dai riflettori gioca a mio favore. Appena la guardia sbuca con la mitraglietta puntata io gli sono già addosso. Afferro le cosce a due mani, punto la spalla contro il suo bacino e mi alzo di scatto proiettandolo in avanti. L’arma cade nella neve mentre cerca invano di mantenere l’equilibrio. Cade di schiena e gli sono sopra. Gli pianto l’avambraccio sinistro di traverso e schiaccio di peso il pomo d’Adamo, afferro la testa all’altezza dell’occipitale e strattono verso di me. Il rumore di ossa frantumate non è diverso da quello prodotto dagli scarponi nella neve. Trascino il cadavere in un cono d’ombra, afferro il suo MP5 e corro verso il fianco del corpo principale. Vedo una porta di servizio che non è illuminata dai riflettori. La raggiungo e sento vibrare la tasca destra. Claudio deve avere risposto. Estraggo un set di spadini che usavo da ragazzino e in meno di un minuto la porta si schiude. All’interno è buio, ma intravedo degli attrezzi da cucina accatastati e alcuni scaffali ingombri di scatolette e conserve. Un congelatore ronza in un angolo. Attivo il palmare, il messaggio è stato spedito da Nicole della sezione analisi. Lo apro e inizio a leggere. Il sangue mi si ghiaccia nelle vene. Poi sento una gran botta alla nuca, la luce del display sparisce dalla mia vista e crollo per terra.

Una secchiata di neve in pieno viso e uno schiaffo mi strappano dal torpore. Non proprio un bel risveglio. Mi gira la testa e devo avere un bernoccolo grosso come un ginocchio. Metto a fuoco con difficoltà. Di fronte a me un viso da ergastolo, grossolano, che mi sorride mostrando un dente scheggiato.

- Capo, si è svegliato.

Il mio aguzzino si solleva e si allontana di qualche passo. È enorme. Forse un ex pugile, a giudicare dalla stazza e dallo sguardo demente da boxeur suonato. Alle sue spalle scorgo un uomo sulla cinquantina. Alto, la figura slanciata, molto elegante. Mi rivolge un sorriso inquietante.

- Buonasera. Così lei è lo sgherro che hanno mandato per farmi un favore ed eliminare Saetta. Molto piacere.

Eccolo, Sacro. Arrogante e supponente, ma più furbo di quanto pensassi. Dietro di lui compare Virginia, quella troia.

- Don Sacro... Pensavo che un uomo della sua classe si accompagnasse a donne di un altro livello, non a delle volgari puttane.

Sacro sorride ancora. Un sorriso che lascia trasparire una nota di tensione.

- Un uomo nella sua posizione dovrebbe pensare alle proprie palle, invece di insultare gratuitamente. Virginia è una risorsa preziosa, oltre che la mia amante.

Già, Virginia Andrei è per forza una risorsa preziosa. Nicole nel suo messaggio mi ha avvertito, benché troppo tardi.

Sacro stacca lentamente le labbra da quelle di Virginia, poi si volta di nuovo verso di me.

- Incidentalmente, oltre che la mia amante, è anche un agente operativo della Commissione Interforze che tanto mi sta dando grattacapi da quando Schaefer è morto. - ride di gusto, dirigendosi al carrello degli alcoolici - Non se ne faccia un cruccio! Lei è stato bravissimo, fin troppo bravo. Data la sua esperienza ho pensato di chiedere a Virginia un aiuto sul campo, ed è stata molto abile a recitare la parte della ragazza disorientata capitata lì per caso.

Sorride alla ragazza, porgendole un bicchiere. Un sorriso innamorato. Forse ho una carta da giocare. Forse. Tossisco e ne approfitto per cercare di muovermi. Mi hanno legato ad una sedia bassa e scomoda, le membra sono intorpidite.

- Quindi non sei mai stata la fidanzata di Saetta.

Virginia ride di gusto reclinando il capo all’indietro.

- Ovvio che no! Ho solo applicato una targa fuori dalla porta di una delle case sicure di cui mi servo quando sono ad Amburgo. Le coperture devono essere perfette, non mi piacciono le sbavature. Povero ingenuo che sei...

Sacro beve un ultimo sorso, appoggia il bicchiere e poi fa un passo avanti.

- Bene, direi che abbiamo già perso troppo tempo. Nino, provvedi a far sparire quest’uomo. Non sporcare troppo in giro.

Si volta e prende a braccetto Virginia, poi si ferma e volta il capo verso lo scagnozzo.