Chi segue questa rubrica sa che una donna che si ritiri a vivere in una casa isolata ha spesso a che vedere con fantasmi e libri. Può essere vittima del diabolico mondo letterario di uno scrittore folle come nel film Sola... in quella casa (di cui si è parlato qui: rubriche/10978/) oppure può essere un’autrice in cerca di ispirazione che troverà in una qualche forma “spiritica”, come nello speciale Bestseller, la sottile arte del plagio (rubriche/10838/); o infine può essere un’autrice vittima della propria mente come nel film Images  (rubriche/11734/).

Gli esempi continuano con i due titoli qui di seguito presentati.

           

Il fantasma e la signora Muir (The Ghost and Mrs. Muir, 1947) è un film tratto dal romanzo omonimo del 1945 (inedito in Italia) di R.A. Dick, nome “asessuato” dietro il quale si nascondeva la scrittrice irlandese Josephine Leslie (1898-1979), che in seguito firmò i romanzi con il suo vero nome ma che esordì lasciando nel dubbio la propria identità sessuale, probabilmente per evitare discriminazioni a priori.

Pubblicata in un periodo postbellico di profonda mutazione, ma che non può evitare di fare i conti con la mentalità del passato, la storia è ambientata agli inizi del Novecento. La signora Muir protagonista (interpretata nel film da Gene Tierney) si presenta mostrando un comportamento straordinariamente indipendente e coraggioso per l’epoca: dopo un congruo periodo di lutto vedovile, decide di abbandonare la casa dell’insopportabile suocera ed andare a vivere per conto proprio, decisione che ovviamente scatenerà molte critiche. Come abitazione si sceglie una casa “infestata”, Gull Cottage, a Whitecliff-by-the-sea: nessuno vi è mai rimasto più d’una notte, la informa il sensale.

Sin dall’inizio la signora Muir scopre che la casa è abitata dal fantasma del capitano Gregg (Rex Harrison), lupo di mare morto in circostanze misteriose che sogna di riuscire un giorno a rendere la casa un museo a lui dedicato. Dopo iniziali comprensibili attriti, inizia fra i due un rapporto di amicizia particolare: pare infatti che una vedova che viva sola possa avere per amico maschile solamente un fantasma!

     

Ad un certo punto la signora Muir perde la rendita di alcune miniere che rappresentava il suo unico sostentamento: come vivrà ora? Una donna non può lavorare, par di capire, quindi la situazione è tragica. È proprio il fantasma a trovare l’incredibile soluzione: «Lei dovrà scrivere un libro. Io glielo detterò e lei lo metterà in scritto per me.»

Di cosa parlerà il libro? Semplice: «Di me - dice il capitano Gregg battendosi il petto, - la storia della mia vita, e avrà per titolo... vediamo... Mare e sangue [Blood and Swash]. Sì, Mare e sangue del capitano X.» Davanti alle perplessità scatenate dal titolo, il capitano così risponde: «Non dev’essere bello: dev’essere sensazionale, come il suo soggetto.»

L’idea balzana viene alla fine accettata e inizia la scrittura, rallentata perché il candido moralismo della donna le impedisce di trascrivere le colorite e pepate frasi del capitano Gregg, che a quanto pare sin da giovane ne ha combinate di cotte e di crude in ogni porto, come si confà al topos letterario che rappresenta. «“I costumi di Marsiglia - dètta il lupo di mare, - sono diversi delle altre...”»

«Diversi “dalle”» lo corregge Lucy.

«Delle, dalle, che importa? Non è mica un’opera letteraria, questa: è la cruda storia di un marinaio.»

«Infatti è cruda abbastanza.»

«Be’, cuocila un po’ tu, se vuoi: mettici la grammatica, ma non levarci il sugo dentro!»

    

Alla fine il libro è finito ed ecco la dedica: «A tutti coloro che fanno la dura e onorata vita del mare, ai gabbieri di poppa e bompresso, ai capitani ufficiali e macchinisti, ai sottufficiali, graduati, marinai, ai fuochisti, agli allievi, ai mozzi, ai carpentieri, velai e cucinieri, dedico questo volume.»

Gregg consiglia alla donna di sottoporre il manoscritto agli editori Tacket & Sproule: Sproule ha uno yacht ed è convinto di essere un lupo di mare, quindi apprezzerà la storia del libro. Arrivata però dagli editori, alla signora Muir viene chiesto se il suo è un libro di cucina, o addirittura «un’altra vita di Byron, o è un libro dei sogni?». Tutte categorie di libri che evidentemente ci si aspetterebbe da una scrittrice.

Le parole dell’editore sono davvero degne di nota: «Ci sono 20 milioni di donne isteriche, in Inghilterra, e ognuna di loro ha un romanzo da scrivere. Non mi dica che cosa ha scritto, stampo questa robaccia per tenere a galla la barca, ma non creda che la legga: no, signora, non la leggo.» Ma appena scopre che è la “cruda storia di un marinaio” diventa subito più tenero. «Be’, posso pure leggere qualche pagina, in fondo.» Dopo tre ore di filata, l’editore è più che soddisfatto. «Non vorrà darmi ad intendere che l’ha scritto lei», è l’ovvia reazione.

Il libro è un successo, alimentato certo dal mistero legato al vero autore, ma le vicende personali della donna fanno sì che il capitano Gregg, innamorato di lei, svanisca per renderla libera di vivere la sua vita... cioè rimanere sola e isolata nella sua casa per il resto della vita, come si conviene ad una vedova! E come unico sostentamento, i diritti di quel solo libro: ma quanto pagavano un romanzo all’epoca?

            

Lasciamo la povera signora Muir - che nel 1968, con il volto di Hope Lange, fu protagonista anche di una lunga serie televisiva ispirata al romanzo, oltre che di un musical nel 2005 - nel suo mondo dominato da una morale ferrea e andiamo nel Canada degli anni Duemila, quello dove è stato girato il film Il segreto di Claire (The Marsh, 2006), diretto da Jordan Barker e sceneggiato da Michael Stokes.

Claire Holloway (Gabrielle Anwar) è una scrittrice di favole e libri per ragazzi, autrice del ciclo Adventures of Stykyfeet a cui appartiene anche il suo ultimo successo, The Swamp. (“La palude”, che strizza l’occhio allo stagno, “marsh”, che dà il nome al film.) «Tutti i più grandi libri per l’infanzia sono inquietanti», afferma la donna, la quale infatti cova un segreto: un terribile sogno ricorrente la sta ossessionando. Scegliendo un posto dove passare una vacanza rilassante e ispiratrice, scopre per caso nel paesino di Marshville, nel Westmoreland, una casa nel bosco in tutto e per tutto identica a quella che vede nei suoi sogni deliranti: quale luogo migliore della casa che la ossessiona per andarci a vivere da sola?

Man mano che si ambienta, Claire si rende conto che non solo la casa e il paesaggio locale le ricordano qualcosa, ma anche gli abitanti di Marshville le creano qualcosa che potrebbe essere definito flashback: è già stata lì in passato? O sta richiamando memorie che non le appartengono?

«Una nota scrittrice che arriva a Westmoreland è una grande notizia, da queste parti», la accoglie il direttore del giornale locale, nonché storico del posto: Noah Pitney (Louis Ferreira). Ha scritto anche un libro - A Clearing by the River. Hundred years of Westmoreland County - uscito però solamente in 200 copie. «Come il mio primo libro» è il commento dell’autrice.

Claire cerca di scrivere qualcosa, ma l’atmosfera è tesa e l’ispirazione non arriva... e poi fondamentalmente la donna è stufa dei propri libri. «Mi hai stufato, Stykyfeet!» Inoltre continue e pressanti apparizioni ectoplasmatiche la spingono a chiedere l’aiuto di un vero e proprio acchiappafantasmi di nome Geoffrey Hunt (Forest Whitaker).

La storia del film abbandona subito ogni aspetto letterario per dedicarsi ad una banalissima e scontata storia di fantasmi, ma è la classica eccezione che conferma la regola: quando una donna si ritira a vivere in una casa isolata, spesso si ritrova a che fare con fantasmi e libri.