«Hai mai letto un libro intitolato “Inferno in Eldorado”?»

«Letto? Ma se l’ho scritto io! [...] Era uno schifoso Western.»

Questo dialogo è tratto dal romanzo di fantascienza “Marziani, andate a casa!” (Martians, Go Home!, 1955) del celebre Fredric Brown, con cui vogliamo aprire questa rassegna sugli pseudobiblia western.

Il protagonista della storia, Luke Devereaux, è uno scrittore di fantascienza che ha la sfortuna di essere perseguitato da dei marziani scocciatori giunti sulla Terra solo per dannare l’anima agli uomini: non lo abbandonano mai e lo fanno arrivare sull’orlo della follia. Ovviamente non può più scrivere, con questi omuncoli verdi che lo disturbano, ma non è un problema: «La fantascienza è morta e sepolta - è il lapidario giudizio del suo editore. - La gente, in questo momento, desidera soltanto sfuggire a tutto ciò che è extraterrestre. Ne ha fin sopra i capelli dei Marziani. Ma legge ancora, e c’è stata una grande ripresa delle storie del mistero e una ancora più grande dei Western.»

A sorpresa il povero Luke, che non riusciva proprio a scrivere qualcosa di fantascientifico, grazie al vecchio “Inferno in Eldorado” - che gli verrà ristampato in una nuova collana di romanzi di genere - torna in sella (è il caso di dirlo!).

Vale la pena di riportare il processo creativo nella nascita del titolo del nuovo romanzo western di Luke: «Per un Western non era necessario trovare un titolo eccezionale. Tanto per indicare il soggetto e far capire che si trattava di un Western. Qualcosa come “Fucili attraverso il confine” o “Fucili attraverso il Pecors”. Era deciso per quello che riguardava “Fucili attraverso...” soltanto non voleva scrivere un’altra storia sul confine (già “Inferno in Eldorado” era stata una storia di frontiera), e lui non sapeva niente sul

paese dei Pecos. Meglio scegliere qualcosa in Arizona; aveva viaggiato parecchio in Arizona e avrebbe potuto descriverla molto meglio. Che fiumi c’erano in Arizona? Hmmm, il Piccolo Colorado, ma era troppo lungo. Il nome, non il fiume. E La Trota, ma “Fucili attraverso la Trota” sarebbe sembrato sciocco. Ecco, adesso c’era. La Gila. “Fucili attraverso la Gila” sarebbe stato un ottimo titolo.»

Una volta modificato il proprio nome in Luke Devers, le dita possono cominciare a battere sulla macchina da scrivere: «Mentre Don Master si avvicinava alla figura che lo aspettava sul sentiero, la figura si rivelò essere un uomo dagli occhi cattivi, che teneva in mano un fucile e...» E un nuovo pseudo-western è nato!

Abbiamo già incontrato il film “Sola... in quella casa” (I, Madman, 1989) di Tibor Takács e i suoi giochi pseudobiblici: ma non avevamo detto che fra i libri citati ce n’è anche uno western.

Quando infatti la protagonista va a parlare con l’editore Sidney Zeit, lo trova impegnato con un problema urgente: gli servono mille copie del romanzo “Ad est di Edith” altrimenti rischia la chiusura della casa editrice. I libri, a quanto pare, sono stampati ma per un qualche problema mancano tutti di copertina. La soluzione è semplice quanto geniale.

«Controlla in magazzino, ci dovrebbero essere più di un migliaio di copie invendute di quel libro western, “Lungo sulla sella” (Long in the Saddle). Fa’ come ti dico: scambia le copertine, nessuno noterà la differenza, a nessuno frega niente, credimi!»

Non sappiamo di cosa parli “Ad est di Edith”, ma venir distribuito con la copertina di “Lungo sulla sella” non lo aiuterà certo nelle vendite!

 

Wallace Shawn interpreta lo scrittore western Jeffrey Engels
Wallace Shawn interpreta lo scrittore western Jeffrey Engels
Nella lunga saga del telefilm “I Robinson” sono molti i personaggi che si sono alternati intorno alla famiglia di Bill Cosby: malgrado sia apparso in soli cinque episodi (uno dei quali solo come voce!), dal 1987 al 1991 il protagonista ha avuto come vicino di casa un certo Jeffrey Engels, niente di meno che uno scrittore di romanzi western.

Interpretato dal prolifico e simpatico caratterista Wallace Shawn, nell’episodio “Il capriccio pasticcio” (The Moves, 6x24, 1990) l’impacciato Engels verrà aiutato a conquistare una donna manager: un obiettivo talmente ardito che per l’occasione lo scrittore pensa di indossare un ridicolo parrucchino per sembrare più giovane...

Per far colpo con la donna, Cliff accenna al fatto che Engels ha appena pubblicato un nuovo romanzo: “Corna lunghissime d’arredo”. Malgrado il titolo non sia accattivante, la donna manager sembra colpita, e una volta saputo che lo scrittore usa lo pseudonimo di Buck Larue. «No! - esplode la donna - Lei è lo stesso Buck Laroue che ha scritto “Cinque proiettili per Billy”? Il suo è un libro meraviglioso, magnetico: per me è un vero piacere e un onore conoscerla. Di solito non leggo western, ma un giorno un mio collega d’ufficio me l’ha prestato. Il libro è così rude che spesso mi sono chiesta come poteva essere il suo scrittore.» Questo ovviamente mette in imbarazzo l’impacciato e mingherlino Engels! «Continuavo ad immaginarmi un cowboy alto, slanciato, con sei pistole appese al cinturone e che cavalca nel ranch!» «Il guaio è - risponde lo scrittore, - che sono allergico a tutti i cavalli!»

Engels e Cliff Robinson
Engels e Cliff Robinson
La battuta spontanea mette fine all’incontro: Engels infatti non si sente a proprio agio con il parrucchino e un vestito troppo sgargiante che lo fa assomigliare più ad un clown che ad uno scrittore (western, poi!): decide che non è giusto mostrarsi così fasullo alla donna e che deve essere se stesso, così se ne va, mentre l’episodio finisce in fretta e furia.

 

Un altro autore di romanzi western davvero particolare lo ritroviamo nel 2001 all’interno della squinternata famiglia di geni (anche se non è un consanguineo) che formano “I Tenenbaum” (The Royal Tenenbaums). Il film dal cast eccezionale è scritto e diretto da Wes Anderson, ma come co-sceneggiatore risulta anche Owen Wilson, che si ritaglia il piccolo ruolo di un autore di western dal lessico molto ricercato.

«I grilli e gli scarafaggi della ruggine si sparsero nel cespuglio di sabbia. Vámonos, amigos, sussurrò lui e gettò il frusticolo di cuoio rotto sulla trama allentata del sellacchio, e cavalcarono verso il fuminoso crepuscolo»: non sembra un linguaggio da rude cowboy!

Owen Wilson nei panni di Eli Cash
Owen Wilson nei panni di Eli Cash
Eli Cash è un professore assistente di letteratura inglese al Brooks College che si è accorto di avere talento come romanziere. Il brano appena citato è tratto dal suo secondo romanzo, “Old Custer”, che gli ha procurato un’incredibile fama. «Tutti sanno che Custer è morto a Little Bighorn - racconta Eli a un giornalista. - La tesi avanzata da questo libro è che... forse non è così».

L’unica voce fuori dal coro è quella di Margot Tenenbaum, che ha stroncato il libro con una sua recensione. «Voglio farti una domanda - gli chiede Eli. - Perché scrivere una recensione per dire che l’autore non è un genio? Tu pensi che io non sia un genio?» Va ricordato infatti che i Tenenbaum sono nati tutti geni, mentre invece Eli ambisce solo ad esserlo, soprattutto per conquistare il cuore di Margot.

Comunque il successo di “Old Custer” continua imperterrito, ed Eli viene invitato ad una trasmissione televisiva con esiti disastrosi. «Il suo romanzo precedente, “Wildcat” - gli chiede l’intervistatore, - non è stato un successo: perché?» Non è una domanda che metta a proprio agio lo scrittore, che stenta a rispondere. «Ebbene, “Wildcat” non è stato è stato scritto in uno stile obsoleto, vernacolare...» Qui Eli si blocca: comincia a ripetere «Wild... cat...» finché non si alza e se ne va dalla trasmissione, in evidente stato confusionale.

"Old Custer"
"Old Custer"
Al di là delle stranezze del suo autore, il passaggio citato del suo romanzo ha avuto un successo che esula dal film: l’incipit originale del testo (The crickets and the rust beetles) è divenuto un tormentone in Rete! Blog, siti e profili personali amano citarlo, ed è strano che qualcuno non abbia pensato di scrivere sul serio “Old Custer”.

Diciamocelo, Owen Wilson ha il perfetto physique du rôle del cowboy, e paradossalmente anche dello scrittore western: due anni dopo l’esperienza dei Tenenbaum, infatti, ritroviamo Wilson nei panni di uno scrittore nel selvaggio West!

Due cavalieri a Londra” (Shanghai Knights, 2003) di David Dobkin è il meno fortunato sequel del divertente “Pallottole Cinesi” (Shanghai Noon, 2000). In entrambi i film al mattatore Jackie Chan era stato affiancato Owen Wilson per controbilanciare la coppia, nel ruolo dello scapestrato Roy O’Bannon: il sequel vede Chan divenuto addirittura sceriffo di Cansas City, mentre dell’amico non sembra esserci traccia...

Appena arrestato l’ennesimo malvivente, Chan vede il proprio vice ridere mentre è impegnato nella lettura. Interrogato su cosa stia leggendo di così divertente, la risposta lo lascia perplesso: «Oh, “Roy O’Bannon contro la Mummia”. È incredibile, Roy ha fatto fuori tutta l’armata di soldati confederati zombie della Mummia usando solo un unico proiettile. Roy ha valutato bene la fisica del canyon, e poi ha fatto in modo che il proiettile rimbalzasse sulle pareti e trafiggesse il cuore degli zombie.» Un western davvero... weird, non c’è che dire!

«E dov’era Shanghai Kid?» chiede Chan che rivendica la paternità del personaggio che fa da spalla alle avventure del Roy O’Bannon letterario.«Oh, lui era già stato catturato a pagina dieci - risponde il vice, - mentre lucidava le pistole di Roy. Ma state tranquillo, Roy lo salverà prima che venga usato per un sacrificio umano.»

Owen Wilson ancora scrittore western, stavolta nei panni di Roy O'Bannon
Owen Wilson ancora scrittore western, stavolta nei panni di Roy O'Bannon
Lo sceriffo è indignato: «Tutte quelle storiacce sono inventate!» Ma il vice difende le proprie letture leggendo dalla quarta di copertina: «L’autore Sage McAllister ha basato tutti i suoi racconti su testimonianze dirette»! Ovviamente dietro la finta barba e i capelli bianchi dell’improbabile McAllister si cela proprio Roy O’Bannon che, dilapidato il patrimonio acquisito nel primo film, si è riciclato autore di romanzi fanta-western.

Purtroppo nel film questo elemento non viene più affrontato, se non in un breve passaggio. «Ricordi in “Roy O’Bannon contro la Mummia” il re degli zombie mi è sfuggito mentre lo inseguivo nella tomba del farone? Perché c’era un passaggio segreto dietro la sfinge!» Più che western sembra un romanzo fanta-horror-avventuroso!