Mettendo in ordine la cucina Franco si accorse dei libri che Isabella aveva dimenticato di prendere. Tra gli altri riconobbe il libro che aveva prestato al suo ex ragazzo. Se lo aveva di nuovo lei significava che si erano rivisti.

‘Certo che si sono rivisti, stupido, frequentano lo stesso corso.’ Nonostante la loro riconciliazione e la bella serata trascorsa cancellare il pensiero che tra loro poteva ancora esserci qualcosa era molto difficile. Prese il libro, sfogliandolo. Era come avere Isabella ancora vicino a sé. Dal suo interno era scivolato fuori un foglio piegato in due. Lo aveva aperto. I suoi occhi curiosi scivolarono sulle poche righe in esso contenuto ed il cuore gli si era fermato nel petto. Aveva riletto di nuovo, incredulo.

i giorni trascorsi insieme sono stati intensi e profondi

e ho compreso finalmente quale persona speciale tu sia.

Gli errori commessi in passato diverrebbero solo un brutto

ricordo se solo potessi riaverti al mio fianco.

Era anonima ma il contenuto era chiaro. Anche chi lo aveva scritto e a chi era destinato. Ogni pulsazione del cuore irrorava nel suo sangue rabbia e delusione dando vita ad un nuovo e più forte sentimento.

‘Adesso basta’. Quella presa per il culo doveva finire. Gliel’avrebbe fatta vedere lui a quella stronza puttana.

Così si trattava di una cena tra amiche! Cena tra amiche un cazzo! Isabella doveva vedere il suo ex ragazzo per farsi due risate alle spalle di Franco, ridendo dei momenti intimi che aveva avuto con lui, decidendo magari di tornare insieme al suo ex.

Non era il caso di sopportare oltre quell’oltraggio. La stronzetta andava punita! Salì in auto, andò a casa a prendere il libro e poi di corsa a casa di Isabella. Restò appostato in auto, aspettando il ritorno della ragazza. Quando lei arrivò lui le andò incontro. Isabella sorrise nel vederlo nonostante l’ora, ma era abituata alle improvvisate di Franco. Dal canto suo Franco era formidabile: aveva più sangue freddo lui che un eschimese. La salutò con un bacio e con voce carica di eccitazione la convinse a farlo salire. Appena a casa Isabella si chiuse la porta alle spalle. Il pugno le arrivò improvviso e il dolore che ne seguì la tramortì. Quando tornò in sé si ritrovò seduta su una sedia con le mani e i piedi legati. Era completamente nuda.

L’iniziale stato di torpore svanì quando di fronte a lei vide Franco. Aveva una strana espressione negli occhi e un sorriso diabolico. Isabella avrebbe voluto pregarlo di lasciarlo andare ma non poteva: aveva la bocca chiusa con del nastro utilizzato per imballare i pacchi. La preghiera di Isabella si trasformò in un mugolio incomprensibile. Franco le mostrò il libro che aveva prestato al suo boy-friend e poi la lettera che vi aveva trovato all’interno. Gliel’avvicinò fino a sfiorarle la punta del naso in modo che potesse leggerla. Isabella cominciò a muovere la testa da una parte all’altra mugolando e indicando il libro in un disperato tentativo di fargli capire che quel libro non era il suo. Franco comprese il suo tentativo così le mostrò la copertina. Sopra vi erano state scritte a penna le iniziale del nome della persona alla quale il libro apparteneva: I. C., le iniziale del suo nome, Isabella Cortesi. Il libro era suo senza ombra di dubbio. Franco le ricordò tutti gli avvenimenti successivi all’incontro che aveva avuto con il suo ex ragazzo. Le disse anche di averli visti insieme quella stessa sera al pub. Bella cena tra amiche! E lui che le aveva creduto. Aveva sbagliato di nuovo.

“ ADESSO NON CI CASCO PIU’”, le urlò in faccia facendola sussultare sulla sedia.

Isabella piangeva, si dimenava sulla sedia e scuoteva la testa impazzita. Agitava mani e piedi nel tentativo di liberarsi. I suoi occhi brillavano di paura allo stato puro. Franco la guardò negli occhi, sorrise e la colpì con un schiaffo che la fece vacillare e finire a terra. Isabella battè la testa e il dolore le si ripercosse per tutto il corpo. Piangeva più forte, in un lamento prolungato e supplichevole. Le sue urla s’infrangevano impotenti contro il nastro che le tappava la bocca. Lo stava pregando. Franco entrò in cucina e dal cassetto dove Isabella riponeva le posate, e tirò fuori un coltello ben affilato. Tornò da lei e le si accucciò vicino. Isabella vide il coltello e il terrore dilagò all’interno del suo corpo. Un lungo e terribile urlo si schiantò con violenza contro il nastro adesivo quando avvertì la fredda lama del coltello poggiarsi sul suo polso sottile. Si agitava impazzita cercando di allontanarsi da lui. Sul suo collo sottile le vene risaltavano come tubicini di plastica tanto era il fiato che metteva nell’urlo. Nessuno poteva sentirla. Gli occhi erano strabuzzati dal terrore. Le lacrime le avevano bagnato il viso, mischiandosi al sangue che le usciva dal naso.