Conclusa la telefonata Isabella aveva preso un libro dal suo zaino ed era tornata a sedersi accanto a Franco. Avevano ripreso a studiare e dopo circa mezz’ora fu il campanello di casa ad interromperli. Isabella si era alzata subito per nulla contrariata, come se fosse in attesa di qualcuno. Ed era proprio così. Isabella fece accomodare un giovane alto, dal fisico atletico e tutte le caratteristiche di un rubacuori: occhi celesti sotto un tappeto di capelli biondi. Isabella, da perfetta padrona di casa, aveva presentato i due ragazzi e dopo aver consegnato al giovane biondo un libro, lo aveva accompagnato alla porta. Nei minuti successivi alla loro assenza Franco aveva cominciato ad elaborare diverse ipotesi. La più vicina alla realtà era quella che vedeva il giovane biondo come un compagno di corso di Isabella, ipotesi avallata dal libro che gli aveva prestato. Salutato il giovane biondo Isabella era tornata a sedersi accanto a Franco con un sorriso che stentava a lasciare il suo viso. Lui l’aveva guardata soffermandosi su quel sorriso e con fare disinvolto le aveva chiesto notizie riguardo il giovane. Il sorriso di Isabella si era smorzato lentamente come una candela priva di cera. Aveva esitato nel rispondergli e il debole segnale lanciato dai sensori era diventato un suono lamentoso e prolungato. Gli aveva confidato che quel giovane era un suo compagno di corso ma che per un anno erano stati insieme ma tra loro era finita già da alcuni mesi. Nessun sentimento la legava più a quel ragazzo se non amicizia: la loro storia era finita quando lei si era accorta di non essere la sua ragazza esclusiva. Chiuso l’argomento era tornata a concentrarsi sui libri. Ma non Franco. Quando aveva visto quel giovane entrare in casa, il suo cuore aveva fatto un piccolo balzo, colpito dalla bellezza e dal carisma che emanava. La gelosia si era infiltrata in lui erodendo le basi della sua sicurezza. Sapeva di non poter competere con un ragazzo così: della serie ‘non c’è partita’.

Franco sapeva di essere piacevole sia nell’aspetto che nel carattere, ma di fronte a quella bellezza nordica si era sentito insignificante. Questo pensiero lo aveva reso irritabile e odioso. Aveva accusato Isabella di aver invitato quel ragazzo proprio per mortificarlo, per metterlo al cospetto del suo bellissimo passato non ancora accantonato del tutto. Le aveva confidato di avere dubbi riguardo la fine della loro storia e pensava che incrociandolo lungo i corridoi dell’università lei si girasse ancora a guardarlo, ricordando il suo corpo nudo e forse desiderandolo ancora. Isabella era balzata in piedi indignata e lo aveva accusato di non capire un cazzo se era quello che pensava di lei. Comunque la pensasse lui, lei aveva il diritto di frequentare chi voleva e anche se non se n’era accorto, lei era innamorata di un solo ragazzo e quel ragazzo era lui, Franco.

Alto, biondo e fisico atletico. E con Isabella.

Che stronza! E che stronzo lui a fidarsi di lei, a crederle!

Franco provò vergogna quando avvertì gli occhi bruciargli di rabbia e delusione. Per un momento ebbe l’idea di avvicinarsi ai due e salutarli, così, con nonchalance, godendo dell’espressione di sorpresa che sarebbe apparsa sulle loro facce di cazzo. Ma non fece niente. Poggiò il boccale di birra sul banco e andò via. I suoi amici cercarono di fermarlo ma non li degnò neanche di uno sguardo.

Isabella e Franco fecero pace esattamente una settimana dopo, quando lei, stanca dei suoi silenzi telefonici, era andata a casa sua. Gli aveva spiegato la situazione dandogli dello stupido per aver solo pensato che lei potesse tradirlo quando lei stessa aveva subito lo stesso trattamento. Per questo aveva lasciato quel ragazzo e per questo il suo aspetto fisico non le suscitava più nessuna emozione o rimpianto. Lei era innamorata solo di Franco e di nessun altro.

Fecero l’amore e fu bellissimo. Isabella aveva portato dei libri con sé perché si era recata da Franco appena uscita dall’università. Avevano trascorso il pomeriggio insieme e Franco l’aveva invitata a restare per cena: avrebbe preparato una cenetta per festeggiare il ritorno del suo buon senso. Trascorsero una bella serata e quando Isabella guardò l’ora non credette ai propri occhi. Erano quasi le due di notte. Si sarebbe dovuta alzare presto quel mattino poiché aveva una lezione importante. Aveva salutato Franco ed era andata via di corsa.