Titolo originale: The Fallout Talcum

Dal romanzo “Troppo grasso per vivere” (Sweat to Death), di Hashell Damned, traduzione italiana [?] di Giandomenico Frenzulli, Cocomazzo Editore, Coccalagna, 2012.

È fatta della materia di cui sono fatti i sogni.

Sam Spade (Humphrey Bogart) ne “Il mistero del falco”,

regia di John Huston (1941),

sceneggiatura di John Huston.

Uh, che puzza!

Uno che passava per caso.

La zona aerobica aveva bisogno di aria. La puzza di sudore impestava la palestra, manco vi fosse stato sperimentato un nuovo preparato per la guerra batteriologica. Infatti, era completamente spopolata. Come ogni zona di guerra che NON si rispetti (ci mancherebbe che un deve pure rispettare la guerra), aveva il coraggio di starci solamente un cameraman. In questo caso quello di TeleCampanile, oramai veterano dei più atroci delitti che si consumavano durante la controra.

Ma i vari attrezzi ginnici che si paravano sul percorso rendevano difficile una bella inquadratura drammatica e continua. Tanto più che l’operatore non aveva una steadycam e l’obiettivo gli ballava fra le mani. L’ispettore Ventrella, accortosi dell’inconveniente, gridò spazientito: - Uhé e che cappro combini?

Era abbarbicato alla rastrelliera, come su una ruota della tortura, incapace di muoversi. Accorgendosi di essere finalmente inquadrato, emise delle lamentazioni da sceneggiata: - M’hanno ucciso come Cristo in croce! Papà, è Natale!... Brigadie’, ’na sigaretta!...

Il commissario Masciopinto sbucò da dietro una montagna di materassini: - Il troppo mangiare fa male alla salute. Finalmente l’avete capito, se avete deciso di venire in palestra...

Ventrella si districò e cascò a terra, picchiando con il bacino: - Errata corrige, commissa’... O meglio, errata coccige! Qua non sono venuto di mia volontà, ma di volontà del sostituto procuratore Ciaccia.

L’interpellato comparvi quasi dal nulla, a torso nudo, avvolto da un asciugamano di spugna e sudatissimo: - Eccomi qua. Stavo a farmi la sauna, approfittando del vostro ritardo.

Il commissario nicchiò: - Ma, dico io, perché si sono scatenati quasi delitti della controra? Non si poteva fare un orario più decente?

Il sostituto Ciaccia sentenziò implacabile: - Il crimine si scatena più che mai mentre la città dorme. - E all’operatore: - Questa puntata la voglio tutta in bianco e nero, con musiche di Vladimir Kosma o, se proprio non è possibile, di Dmitri Tiomkin.

- Va bene un rap di Jovanotti, dottore? - propose l’altro, in alternativa.

Ciaccia lo ignorò e si rivolse a Masciopinto: - Avete sbagliato, commissario, ad associale la palestra agli effetti benefici, perché non sempre venirci può essere salutare.

A quel punto, Masciopinto e Ventrella si accorsero della sagoma della vittima: un in¬dividuo che da cadavere era stato infilzato in uno spiedo.

L’ispettore dilatò gli occhi: - Oh! Pare una porchetta!

Il sostituto annusò l’aria: - Già, in questo delitto c’è proprio qualcosa di suino, sniff sniff, compreso il tanfo lasciato dalla vittima.

Il commissario si mise una molletta sul naso: - Dottore Ciaccia, prima che moriamo tutti per asfissia, ci potete fare un riassunto del fascicolo disponibile sul morto?

Ciaccia estrasse da sotto l’asciugamano una cartellina zuppa. La aprì e lesse: - Era di origine irlandese. Molly Flaccighan, nato sovrappeso, viene messo a dieta. Per protesta comincia uno sciopero dell’appetito, pappandosi gli omogeneizzati dell’intera nursery. Si iscrive a una scuola per cuochi ma viene espulso per¬ché divora tutto il materiale di studio: le cibarie. Peso massimo, buongu¬staio, assaggiatore, collezionista di salumi e insaccati vari.

- Uno che teneva una grande fame di vita - commentò Masciopinto.

- Pure io tengo fame! - si lamentò Ventrella. - Qua abbiamo fatto già l’ora della merenda.

Ciaccia lo guardò grave: - Niente di troppo calorico spero, altrimenti potreste ridurvi come il fu Flaccighan. L’abbondanza di grassi favorisce la traspirazione, e se a questo aggiungete il calore di una sauna ot¬terrete un lezzo pestilenziale che si può eliminare solo in un modo.

- Potete ripetere l’ultima frase? - domandò Ventrella.

Ciaccia estrasse sempre da sotto l’asciugamano un grosso flacone di talco: - Sapete cos’è questo?