Sentiamo gli artisti, in ordine alfabetico, ma prima leggiamo il reportage dettagliato di Rossana Massa.

 

“La Rassegna BabeleSuite ha avuto, ai suoi primi appuntamenti alessandrini del 27 e 28 marzo 2009, un buon successo dovuto a più fattori: la compattezza della presenza delle varie anime noir della collana, scrittori diversissimi tra loro, ma accomunati dalla passione per la scrittura emotiva, potente, diretta ad evocare nel lettore sensazioni ed emozioni in una gamma vasta di sfumature tra il personale ed il sociale, in un viaggio lungo una scia di peculiarità. Illuminati… da “Senza Luce” e dalla presenza pregnante di Luigi Bernardi, la presentazione ha assunto, guidata sapientemente da Mauro Smocovich, carattere di riflessione sull’essenza del noir e sulle modalità di scrittura che ne costituiscono anima ed ossatura. Gli onori di casa sono stati fatti soprattutto da Danilo Arona, che ha aperto la rassegna nell’illustrare personalità ed opera dell’artista grafico Onofrio Catacchio, che ha dato un tocco inconfondibile al marchio Perdisa Pop, nel caratterizzare la collana BabeleSuite in modo riconoscibile in tocchi decisi di rosso e nero, che si stagliano nel bianco, che dà risalto al titolo del prodotto e al suo autore.

Fulvio Gatti ha posto domande non sempre facili, profonde e non soltanto per fare emergere del libro d’ogni singolo autore le qualità salienti della trama, ma piuttosto per dar risalto al carattere dello scrittore, d’ogni singolo personaggio che crea…personaggi. Danilo Arona, Barbara Baraldi, Stefano Di Marino hanno seguito a ruota il Maestro Bernardi. Nella serata è stata la volta di Alessandro Zannoni, Giancarlo Narciso, Rosario Palazzolo. Sono emersi: una ricchezza vitale, un mosaico di presenze forti, un puzzle d’interpretazioni della scrittura noir di formazione differente nelle produzioni singole. La presentazione seriosa si è presto stemperata in convivialità, perché si crea facilmente un clima amicale dove c’è una passione comune. Alessandria non è abitualmente nota per l’accoglienza e la vivacità intellettuale, ma ha gradito i bei momenti comunicativi, grazie al brio di Danilo, probabilmente, che è persona che sa fare gli onori di casa con una spontaneità che mette in mostra la sua sostanza eclettica, esuberante, espansiva. Ultimo, ma non ultimo, io citerei il libraio, Enzo Macrì, perché c’è modo e modo di fare un mestiere.

Rossana Massa
Rossana Massa
Chi oltre a vender libri li sa anche scrivere è persona che avrà, in ogni incontro culturale che si svolge nei suoi locali, un atteggiamento aperto, mai formale e disposto a lasciarsi coinvolgere sia nei momenti più intensi della comunicazione, sia in quelli prettamente aggregativi, sociali, che cementano un gruppo di persone destinate a condividere un compito: offrire svago come momenti di seria riflessione al lettore; rapire la sua immaginazione come guidarla nei meandri della propria traccia. Scrittura è mistero. Lettura è mistero nel mistero, perché l’interpretazione si sovrappone all’iniziale creazione. Primo filtro l’opera attenta di Catacchio, che resta in mostra nei locali di Via Trotti, e che ha avuto il gravoso quanto affascinante compito di veicolare in un’immagine il succo di una storia e fare da fil rouge ideale alla collana, bella come oggetto da collezione.

In Alessandria, insomma, un cielo grigio s'è tinto di rosso, nero e bianco, appassionatamente!!!”

 

Risponde Danilo Arona, scrittore

Danilo Arona
Danilo Arona

 

Tu ed Angelo Marenzana siete stati tra i promotori e gli organizzatori dell’evento Ci fai un veloce report del primo week end?

É andata molto bene. Una buona partecipazione di pubblico, nonostante mille altre cose in giro (Alessandria è fatta così: o non c'è nulla o c'è troppo...), e incontri belli pepati perché i giocatori e il mister del Perdisa Team sono personaggi che -quando c'è da ballare- "ballano" (alla faccia di Norman Mailer...). Ne abbiamo avuto una riprova in un fuori programma serale durante il quale Stephen Gunn si è lasciato andare a una danza sabbatica (imparentata con il sabba...) durante una festicciola estemporanea organizzata per il suo compleanno... Scherzi a parte, la formula per com'è stata concepita -onore per questo al grande "Marenza" Marenzana- ha funzionato come un orologio svizzero. E non sono esclusi bis in altre piazze vicine...

 

Risponde Barbara Baraldi, scrittrice

 
Barbara Baraldi
Barbara Baraldi

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

Benissimo. C'era tanta gente, interessata e partecipe, bello scambio di battute tra Di Marino e Arona, bravo Fulvio il presentatore, belli i bozzetti di Catacchio e l'atmosfera. Buono anche il buffet!

Risponde Elisabetta Bucciarelli, scrittrice

Elisabetta Bucciarelli
Elisabetta Bucciarelli

Qual è il grande salto che il lettore e l'autore fanno alle presentazioni? Cosa senti, di speciale, in questa rassegna?

La rassegna dei Babele è un'occasione per mostrare (caso unico più che raro per una collana, di solito abbastanza uniforme nella scelta) le differenze profonde esistenti tra un autore e l'altro. É babele proprio per questo. Siamo accomunati dalle parole scritte ma assai differenti per pensieri, opere e omissioni. E ovviamente per stili e temi. Un colore ci accomuna (forse due, a pensarci bene). Il nero dell'oscuro medioevo in cui viviamo e il rosso del sangue e della passione con cui scriviamo. Credo, almeno. Ma non ne sono sicura affatto. Per questo è necessario ascoltarci uno per uno... per vedere dove spinge la torre o dove si spacca e diverge. Mi diverte molto l'idea dei "babelanti", come li/ci chiama Luigi. Che sono monadi però. Decisamente. Ma che stanno "insieme" grazie a lui, per un pezzetto di vita.

Di solito alle presentazioni il pubblico non ha ancora letto il libro, spesso non conosce l'autore, ma è interessato a capire quale sia il mondo raccontato e quale la realtà di chi lo racconta. E' un'occasione ottima per amplire il contesto di significati, per rapire e far passare emozioni. L'autore cerca di far conoscere la propria "magia", l'incantesimo nero di cui è prigioniero. Quando ciò succede la presentazione può dirsi riuscita. Che sia un pubblico numeroso o costituito da una persona sola, vale sempre la pena.

 

Risponde Onofrio Catacchio, illustratore

 
Onofrio Catacchio
Onofrio Catacchio

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

Bene. É una bella idea riunire buona parte degli scrittori che danno corpo alla collana Babele. Durante gli incontri è venuta fuori l'idea della "collezione", ossia del fil rouge che tiene assieme tutti i titoli. In parte, con le cover, contribuisco a questa idea. La mostra degli originali ha permesso a visitatori e autori di vedere ciò che io considero il "dietro le quinte" della realizzazione delle immagini per le copertine. Durante la mostra ho ritrovato amici e conosciuto appassionati e autori. E in più sono stato "vittima " della splendida ospitalità alessandrina. A chi si è perso la prima tranche non resta che ricordare: vi resta solo questo venerdì per partecipare. Altrimenti l’appuntamento è per le prossime iniziative Babele! 

Risponde Alfredo Colitto, scrittore

Alfredo Colitto
Alfredo Colitto

Secondo te quali sono i generi di lettori (uso il plurale apposta) cui si rivolge la collana BabeleSuite?

Direi che si rivolge ai lettori di narrativa di genere, senza distinzione. Tra le pagine di BabeleSuite si può trovare un horror, un noir, addirittura un western, e tutte le sfumature di contaminazione tra un genere e l'altro. Ma a causa della facilità di lettura e della bella veste editoriale, potrebbe attrarre anche lettori che di solito leggono altro.

  

Qual è la differenza sostanziale tra la stesura di un romanzo breve e quella di uno lungo?

La differenza di scrittura parte dalla differenza di lettura. Il romanzo breve idealmente è adatto a essere letto tutto d'un fiato, in un paio d'ore al massimo. Quello lungo accompagna il lettore per giorni e a volte anche per settimane. Questa differenza di lettura si traduce in un modo diverso di scrivere. La storia lunga richiede un intreccio robusto e personaggi fortemente caratterizzati, mentre il romanzo breve deve essere immediato, trascinante, con pochi personaggi e magari un colpo di coda finale... 

 

Risponde Stefano Di Marino, scrittore

Stefano Di Marino
Stefano Di Marino

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

Molto bene, almeno per quel che mi riguarda. Il mio incontro è stato particolarmente soddisfacente. Con Danilo abbiamo fatto il nostro abituale cabaret, allietato dalla presenza sempre graditissima di Barbara. Certo che con autori affiatati le presentazioni scorrono sempre via benissimo! Direi, tutto sommato, un'ottima vetrina per il gruppo editoriale, la collana e i suoi autori. Ho mostrato ai colleghi anche la cover di “Pietrafredda”, il mio prossimo libro Babele Suite che uscirà a maggio. Direi tutto sommato un'ottima vetrina per il gruppo editoriale, la collana e i suoi autori.

 

Ci anticipi qualcosa della copertina di “Pietrafredda”?

Conosco Onofrio dai primi anni 90, aveva già illustrato un mio racconto per Plot e sono un fan sia del suo lavoro come fumettista che come copertinista. Si tratta di due attività leggermente diverse. Con la cover devi riassumere in un solo disegno tutta una storia, una situazione suggerendo un'atmosfera senza raccontare la storia.

Nel caso di “Pietrafredda” il protagonista immerso tra simboli di violenza -il mirino, lui stesso con la pistola, i bossoli e il fondo nero- rende tutto il noir dell'anima. “Pietrafredda” è una storia di amore, di vendetta, alla fine di disperazione di un personaggio prigioniero della sua stessa rabbia e l’immagine di Onofrio ha colto esattamente questo stato d'animo. 

 Risponde Fulvio Gatti, relatore

Fulvio Gatti
Fulvio Gatti

Come hai scelto di sostenere un evento come questo?

Me l'hanno proposto Danilo Arona e Angelo Marenzana, che ho l'onore di poter considerare due buoni amici, e ho fiducia cieca in qualsiasi cosa sia legato al nome di Luigi Bernardi: pochi altri, nel nostro paese, hanno la sua coerenza, competenza e inflessibilità nell'offrire sempre rigorosamente storie eccellenti e in sintonia vibrante con l'attualità, indifferentemente come scrittore o come editor. Ora che ho conosciuto meglio anche gli altri componenti dello staff Perdisa posso dire che si tratta di un'eccellente squadra.

A chi è riservata questa sinergia tra autore/artista e luogo destinato al pubblico?

Purtroppo eventi come questi rischiano di non avere il riscontro di pubblico che meritano, soprattutto nelle città meno grandi, ma anche se non intervenisse nessuno "spettatore" sarebbero un eccellente momento di incontro tra narratori e sguardi peculiari sul mondo, e niente permette a una persona creativa di crescere quanto il confronto con altri creativi.

Risponde Enzo Macrì, titolare della libreria Mondadori di Alessandria

Enzo Macrì
Enzo Macrì

Perchè  hai scelto di sostenere nella tua libreria eventi come questo?

Sostengo questo e altri eventi di tipo letterario perché ho una libreria che ambisce non solo a vendere libri (il che ovviamente è indispensabile), ma anche a fare da polo culturale più completo. Assieme ad altri (Marenzana, Arona, Balbiano, ecc…) facciamo parte di una sorta di associazione chiamata “equiLibri” che organizza eventi di questo genere, eventi che tendono appunto a mettere in contatto diretto autori, pubblico dei lettori, operatori culturali, istituzioni,… insomma tutti coloro che, in qualche modo, sono in grado di fare cultura e spesso camminano su strade diverse senza incontrarsi. Il lettore legge, lo scrittore scrive, gli operatori culturali coltivano il proprio orticello, le istituzioni si disinteressano, ecc. Noi cerchiamo, e a volte ci riusciamo, di mettere assieme i vari pezzi e creiamo occasioni di incontro e di conoscenza.

 

Risponde Angelo Marenzana, scrittore

 

Angelo Marenzana
Angelo Marenzana

Tenendo conto che tu e Danilo Arona siete stati tra i promotori e gli organizzatori dell’evento, sei soddisfatto di questo primo appuntamento?

Io sono di Alessandria e, insieme a Danilo Arona e Anna Maria Riva, sono stato mente pensante e organizzatore dell'evento. Quindi ogni mia valutazione sarà velata dalla partigianeria e da un po' di stanchezza. Credo che sia comunque andata bene, perché si è vissuta l'esperienza, penso originale, di un gruppo di autori, compagni di scuderia in una collana editoriale, che hanno dimostrato una capacità di partecipazione comune e di credere nel progetto in cui sono stati pubblicati. Merito anche dell'editore e del curatore Luigi Bernardi. Una squadra a tutti gli effetti, dal curatore, al copertinista Onofrio Catacchio, ai singoli scrittori. Si potrebbero fare riflessioni anche sulla capacità di incidere, da parte di un evento del genere, in un pubblico di provincia un po' immerso nel grigio della nebbia e nei suoi misteri atavici. Ma questo lo lascerei come giudizio ultimo, con la conclusione della manifestazione. Si pensa a una possibile replica utilizzando lo stesso schema di progetto anche per un'altra collana Perdisa, e, se lo si pensa, vuol dire che l'effetto Biblioteca di Babele Suite è stato positivo. Del resto ci siamo pure divertiti.

 

Risponde Rosario Palazzolo, scrittore

 

Rosario Palazzolo
Rosario Palazzolo

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

Per quanto mi riguarda, vista la distanza, è stata l'occasione per conoscere i compagni di Babele.

Certo, poco pubblico. Ma il pubblico è così, fa un po' quello che gli pare. Tutto bene, comunque. Tranne il dubbio che ad Alessandria ci siano pochi alessandrini.

 

Risponde Antonio Paolacci, editor e scrittore

 

Antonio Paolacci
Antonio Paolacci

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?  Rispondi sia in veste di scrittore sia in veste di editor: ha funzionato l’idea con il risultato?

Un incontro tra gli autori di una stessa collana è comunque un fatto notevole. Lo è in modo particolare nel caso di Babele Suite, che fa misurare gli scrittori con le dimensioni della novella, senza condizionarli in altro. La collana mette insieme una varietà di scritture interessante di per sé. L’attrattiva degli incontri di Alessandria è già solo in questo, oltre che nel nome di ogni partecipante. La rassegna mi è sembrata da subito un’ottima idea, in qualche modo logica. Ci sono scrittori diversi, a cominciare da chi la collana l’ha creata. C’è il peso delle illustrazioni di Onofrio e della veste grafica, che qui ha un senso particolare e direi centrale. C’è l’incontro fra loro, ancora prima che con il pubblico. Lo scorso week-end è stato pieno di voci da ascoltare e quindi di stimoli. Sono certo che lo sarà anche il prossimo.

 

Risponde Anna Maria Riva, Ufficio Stampa Perdisapop

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

L'affluenza è stata buona e l'atmosfera decisamente cordiale e positiva. Un evento piuttosto unico, direi. Il Gruppo Perdisa Editore ha radunato per la prima volta tutti (o quasi) gli autori Babele Suite, per farli incontrare tra loro e con i lettori. Davvero un'occasione speciale per potere conoscere autori del calibro di Giancarlo Narciso, Danilo Arona, Stefano Di Marino, Barbara Baraldi, solo per citarne alcuni, in un'unica serata! Mi preme anche sottolineare lo spirito di appartenenza che ha animato questa "reunion", e la massima riconoscenza all'ideatore e direttore della collana, Luigi Bernardi, con cui tutti noi abbiamo il piacere di collaborare.

L'appuntamento ora è per venerdì 3 aprile, alle ore 21.00 per incontrare Angelo Marenzanza, che presenterà per la prima volta il suo nuovo romanzo “Buchi neri nel cielo”, sempre della collana Babele Suite, Patrick Fogli e Elisabetta Bucciarelli, due autori che non hanno certo bisogno di presentazioni.

Cosa significa, dal punto di vista organizzativo, progettare un evento come questo? 

Nel caso della Biblioteca di Babele Suite, devo dire che l'impegno organizzativo è stato notevole; il contributo di Marenzana e Arona, i due autori alessandrini, è stato certamente determinante ai fini della riuscita dell'evento. Devo aggiungere che la stampa locale ci ha davvero sostenuto, così come un grande contributo è stato dato anche dagli autori stessi, attraverso i propri blog, Facebook, e siti amici come Thriller Magazine. Tutti si sono dati da fare per dare il massimo risalto all'iniziativa e ora ci piacerebbe ripetere questo evento per la collana Walkie Talkie, con autori come Nicoletta Vallorani, Alberto Custerlina, Franco Limardi... 

Risponde Sacha Rosel, spettatrice

Sacha Rosel
Sacha Rosel

Che impressioni hai avuto, come spettatrice?

Come spettatrice, ho apprezzato molto l’iniziativa promossa dalla Libreria Mondadori di Alessandria, innanzitutto perché ha permesso a una casa editrice come Perdisa di rendersi più visibile a un pubblico non necessariamente formato da specialisti del noir, ma anche perché ha dato modo a coloro che erano presenti di rimanere coinvolti nell’atmosfera amichevole instaurata dagli autori che hanno svelato volentieri il loro lato più “umano” rendendo la letteratura popolare nel senso più nobile del termine (e, d’altra parte, non è forse la collana di narrativa di cui si è parlato denominata Perdisapop?)

Tu sei anche una scrittrice. Nei panni di artista, cosa pensi di eventi di questo genere?

In quanto artista, ritengo che eventi del genere siano un’occasione per incontrare altri scrittori con cui porsi a confronto e condividere idee sul mondo e sulla scrittura. Personalmente, ho apprezzato in particolar modo l’intervento di Luigi Bernandi nel suo porre l’accento su uno scavalcamento del mainstream rispetto al noir come narrativa “antagonista” che, detto da uno dei massimi esperti della narrativa noir degli ultimi vent’anni, assume un significato estremamente profondo, e non di pura provocazione. Sono convinta che la vera letteratura di ricerca adesso sia quella che si pone al confine tra mainstream e genere, evidenziando le sfumature e i chiaroscuri piuttosto che il bianco e nero puro e semplice, e la direzione che le parole di Bernardi hanno preso durante la sua lettura e il suo intervento in toto mi è sembrata confermare questa mia idea. Ringrazio dunque Angelo Marenzana, la libreria Mondadori di Via Trotti e Danilo Arona che, in quanto ospiti di questa manifestazione, mi hanno permesso di scoprire da vicino su quale lunghezza d’onda alcuni scrittori ed editor contemporanei attualmente viaggiano.

 

Risponde Mauro Smocovich, relatore

 

Mauro Smocovich
Mauro Smocovich

Com'è andata la prima parte della Biblioteca di Babele?   

Credo sia andata molto bene in generale. Per quanto mi riguarda ho incontrato e parlato con diversi autori che conoscevo e ho avuto modo di conoscerne altri che non avevo mai incontrato di persona. Ho lasciato Alessandria cantando in macchina la canzone "Baila Morena" che veniva suonata la sera di sabato in un locale nel quale ci siamo recati a fine presentazione e ancora adesso ho piacere di ricordare alcune battute di Danilo Arona e Stefano Di Marino durante il loro incontro letterario. Sono andato via molto contento sotto diversi aspetti, sia come lettore che come amico di qualche autore oltre che come curatore di Thriller Magazine. Ho rivisto volentieri Angelo Marenzana, ho fatto una bella chiacchierata con Barbara Baraldi e scambiato qualche battuta con Alessandro Zannoni e Jack Narciso. C'era anche Claudia Salvatori con la quale ho avuto modo di conversare prima dell'incontro con Luigi Bernardi. E non da ultimo ho avuto il piacere e l'onore di colloquiare con Luigi davanti a un pubblico interessato e curioso. Al di là degli incontri ufficiali con il pubblico che rispettano alcuni canoni "cerimoniali" un po' ovunque, l'atmosfera era davvero festosa e informale. Molto simpatica anche Anna Maria Riva dell'ufficio stampa e marketing Perdisa.

  

Quale pensi che possa essere il vantaggio di un evento del genere per pubblico, autore ed editore?

Situazioni del genere sono molto piacevoli e interessanti per noi frequentatori dell'ambiente letterario. In queste occasioni, come scrittore e come curatore di una rivista, ho la possibilità di rivedere e conoscere diversi autori e curatori come nei salotti letterari di un tempo che fu per scambiare qualche riflessione e confrontare le esperienze letterarie e no. Al di là del momento strettamente commerciale legato alla promozione dei libri e della collana editoriale da parte dell'autore e dell'editore, si tratta di veri e propri momenti di dibattito culturale. Dopo diversi anni che ci si incontra, con alcuni autori si arriva a un vero e proprio rapporto di amicizia. Credo che per un editore attento ai lati culturali e "umani" di una collana editoriale siano momenti di confronto molto importanti. Per il pubblico penso che una esperienza del genere sia molto piacevole e che permette di andare oltre la pagina scritta per esplorare l'officina del racconto e approfondire la conoscenza dell'autore che si apprezza o del quale si sta per leggere qualcosa.

 

Risponde Alessandro Zannoni, scrittore

Alessandro Zannoni
Alessandro Zannoni

Hai presentato il tuo libro alla rassegna di Alessandria: raccontaci le tue impressioni.

La cosa bella della rassegna di Alessandria è che il momento professionale –che pure c’è e si sente anche solo nell’aria–  è stato accompagnato da soddisfazioni sul piano personale: ho rivisto vecchi amici, ne ho conosciuti di nuovi; con Onofrio Catacchio e Rosario Palazzolo abbiamo parlato tanto e raccontato aneddoti. Un evento che ha avuto il “meritato” successo, anche se, per la prossima volta, mi auguro un’affluenza di ospiti ancora più consistente!