Signori, il gioco è fatto

Con il nostro Philo Vance…

Signori, il gioco è fatto di S.S. Van Dine, Mondadori 2017.

Sin dall’inizio siamo preparati ad un caso incredibile, dato che “Vance si trovò ad affrontare il crimine forse più diabolicamente sottile della sua carriera.”, come scrive l’amico Van, segretario factotum, autore di questi ricordi. E lo stesso Philo Vance più volte sembra inerte di fronte al susseguirsi degli eventi “Siamo immersi nelle tenebre più fitte. Non riesco a trovare il bandolo della matassa. Troppi ostacoli disseminati sul nostro cammino ci ostruiscono la visuale.”. Oppure “E’ tragico, spaventosamente tragico, ma pare un dramma in cui alcune marionette, manipolate da un ignoto, recitino su un palcoscenico preparato con cura al solo scopo di trarci in inganno.” Opera del diavolo, addirittura, secondo Markam, il procuratore distrettuale amico di Vance, che indaga con lui sul caso.

E allora veniamo al sodo. Al nostro detective dilettante arriva una lettera anonima, scritta con battitura “atroce”, che preannuncia una tragedia per il giovane Lynn Llewellyn, sposato alla stella della commedia Virginia Vale. Domani, dopo cena, andrà a giocare al Casinò di Kinkaid, fratello della mamma di Lynn. Meglio tenerlo d’occhio, secondo consiglio dell’anonimo.

Dunque al Casinò con Markam. La lettera potrebbe essere una bufala, ma anche nascondere qualche brutta realtà. Ed infatti, Lynn sta vincendo al gioco quando “All’improvviso, con uno sforzo penoso, si alzò rovesciando la sedia e si allontanò dal tavolo, le mani lungo i fianchi. Fece due, tre passi, barcollò e poi crollò a terra.” Avvelenato, ma si salverà. Morta, invece, la moglie Virginia proprio al momento del collasso di Lynn. Da una sua lettera di addio battuta a macchina, compresa la firma, sembra un suicidio con avvelenamento da belladonna. Ma non è finita qui. Viene avvelenata anche Amelia, sorella di Lynn, con lo stesso esito positivo del fratello. Una caratteristica comune ai tre avvelenamenti “Questa sera tutte le caraffe d’acqua erano vuote. Al Casinò. Nella stanza della moglie di Lynn Llewellyn. E ora qui. Eccezionale scarsità d’acqua…”, commenta Vance. Caos dappertutto e, addirittura, niente traccia del veleno nello stomaco dell’unica morta!

Una situazione assurda, qualcosa di importante che sfugge, fino a quando…ecco la luce, il tassello che mancava (un classico) ma, occhio, che l’assassino è pronto a tutto. Al centro della storia il nostro dandy Vance con la sua cultura, i suoi libri, i reperti antichi, la psicanalisi (Freud, Jung, Stekel, Ferenczi), le sue sigarette Régie, i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue intuizioni in una atmosfera sempre tesa.  Aggiungo il collirio, l’acqua pesante (giuro) e quasi un trattato sui veleni.

Per I racconti del giallo abbiamo Stella del mattino di Annamaria Fassio.

Erica e Maffina insieme, coppia di poliziotti ormai conosciuta. Un morto con il collo spezzato, maestro di arti marziali, un altro ucciso con un colpo alla gola, un bambino deceduto in un incidente anni addietro, una fotografia che può dire molto. Qualche spunto centrato sui personaggi. Semplice e concreto.