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Simona Vinci
Ho paura che le mie parole non servano a niente, non cambino niente
LeggiSignore e signorine in giallo
Portano nelle storie il loro intuito femminile, la loro delicatezza, la loro dolcezza, il loro acume, la loro sottigliezza psicologica, la loro cultura. Oppure le loro fragilità, i loro fantasmi, le loro incazzature, la loro sessualità, le loro perversioni. Tal’altra vengono semplicemente mascolinizzate fino a perdere quasi completamente i tratti caratteristici della femminilità
LeggiLa scrittura, il nero e il nulla
Agota Kristof e la morte della scrittura e delle parole: Ieri
LeggiNicoletta Vallorani
Ho avuto una nonna, importantissima. La nonna delle storie, e che se n'è andata troppo in fretta. Parlava un pugliese molto stretto, dunque spesso non capivo nulla di quel che mi stava dicendo, ma ero affascinata dal suono, dal viso scavato, dagli occhi ciechi. E mi facevo raccontare la stessa storia mille volte finchè non venivo a capo di un senso. Che non era necessariamente quello giusto, ma era il risultato del tentativo di costruire un ponte. In fondo è la stessa cosa che penso accada quando si scrivono romanzi
LeggiErano tre
Un romanzo esilarante che vi strapperà qualche lacrima, tre storie spavalde e rare che si intrecciano tra loro. Eroi senza macchia perché lavati a secco
LeggiTerritorio segreto
Racconto di Sacha Rosel
Antologia Colpi di Sole
a cura di Angelo Marenzana e Mauro Smocovich
Colpo 040
[6] Enrico Solito
“Non mi piace il giallo” furono le mie ultime parole famose
LeggiMaurizio Matrone
Io inseguo storie e personaggi e poi cerco di fermarli, di arrestarli, ma non li becco mai. Faccio letteratura d'evasione
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