Gli editori di Noubs, casa editrice abruzzese di pregio, hanno chiesto a Mauro Smocovich di ThrillerMagazine di curare una collana di noir in cui gli scrittori stilassero racconti di genere usando come sfondo ben riconoscibile un luogo, un paesaggio, uno scorcio della loro Regione.

Ecco dunque arrivare Tutto il nero dell'Italia, a cura di Chiara Bertazzoni, a inaugurare la collana. Seguiranno Tutto il nero del Piemonte a cura di Danilo Arona e Colpi di testa, seguito da Angelo Marenzana e dallo stesso Smocovich: tutte vecchie conoscenze di ThrillerMagazine e dintorni, insomma. Anche gli autori presenti nelle antologie saranno un mix di gradevoli scoperte e frequentazioni con nomi noti del portale che state leggendo.

Ogni anno saranno pubblicate antologie regionali e nazionali fino a stendere una mappa ben precisa del panorama del disagio attuale del nostro paese, per condurre i lettori nelle zone più oscure del Paese e scoprire l'orrore che si cela dietro il perbenismo collettivo. Un'operazione che, come afferma lo scrittore e psicologo Riccardo Strada nella postfazione al primo volume, ribalta l'interpretazione psicanalitica del noir: «In questi libri, forse i migliori, l'uomo si ferma capendo come la ricerca di sé possa avvenire solo affrontando se stessi, immergendosi anima e corpo nella propria storia e nelle proprie radici, senza fuggire, ma tenendo i piedi solidamente piantati in terra".

Ed è proprio la terra, la propria territorialità a costituire il fil rouge di Tutto il nero dell'Italia, dove il noir affonda e si intreccia nell'humus delle proprie origini, dove i racconti scorrono, si uccide e muore sullo sfondo di città vive e pulsanti e dove l'uomo si mostra legato, inevitabilmente, alle proprie radici; non sono sfondi casuali o scenari di maniera, ma pezzi di vita, brandelli di ogni protagonista che ne caratterizzano l'essere, ne completano il senso, ne svelano l'appartenenza e quindi l'identità.

È una terra popolata dalla propria gente, colorata dai propri costumi, cullata dai propri dialetti, è il tappeto su cui ogni personaggio può giocare la propria vita, è lo spazio per fermarsi a ricercare la chiave di decodifica delle proprie esistenze che da qui partono e qui ritornano, ciò che ci permette di capire che non occorre sempre scappare per ritrovarsi: è la sosta dell'uomo in fuga.

Come dice Valerio Varesi nella prefazione, spesso alla letteratura "di genere" viene accreditato il merito di rappresentare meglio di altri stilemi narrativi il mondo di oggi. Una rappresentazione "in diretta", per certi versi, e questa sincronicità con la vita sembra essere anche il segreto del suo successo. Sarebbe sciocco sostenere che solo i racconti noir o gialli hanno la prerogativa di essere sociali. Lo è anche la letteratura che non usa gli schemi dell'investigazione, ma è indubbio che il "genere" fornisce oggi in modo più rapido e immediato, una chiave di lettura del reale.

Un'altra qualità è la coralità di descrizioni di cui è capace questo tipo di racconto. L'Italia delle diversità, l'Italia delle regioni e dei tanti campanili emerge prepotente anche da questa antologia, con tutte le sue peculiarità e differenze irredente all'omologazione televisiva e del mondo delle merci. Leggendo i racconti di questa raccolta possiamo mettere a fuoco un quadro preciso degli squilibri fra il mondo metropolitano e quello rurale, tra la nausea da benessere della provincia più appartata e la vita agra delle città del sud, tra l'improvvisa follia che deflagra in un tranquillo mondo valligiano e la vendetta atroce contro un padre padrone, tra le morti bianche provocate da chi specula sull'uomo e sulla natura e l'inquietudine mortale che prende chi smarrisce il senso della propria vita in un quartiere degradato, in una delle tante banlieu.

Ciò che sorprende è il realismo con cui molti degli scrittori qui presenti rappresentano il contrasto tra l'apparente sopore delle vite «normali» e l'improvvisa esplosione di follia generata da questa morta gora di irreprensibile e ripetitiva routine. «Era una persona così educata, perbene» è spesso la rappresentazione che danno i conoscenti di feroci assassini nelle interviste giornalistiche. Non sanno che, inconsapevolmente, costruiscono il miglior epitaffio alle contraddizioni e alle inquietudini di questa Italia ancora tutta da raccontare.

AAVV, Tutto il nero dell'Italia a cura di Chiara Bertazzoni (Noubs, Le Api, 2007) pp 180 - ISBN 88-87468-53-2 - € 13

Grafica di copertina Bruno Zaffoni