Nella collana Rizzoli Best viene pubblicato La figlia della neve (White Heat, 2011) il primo romanzo scritto dalla autrice e saggista inglese M. J. McGrath.

Il romanzo si svolge nelle freddissime e totalmente ostili distese dell’Artico, dove solo gli Inuit riescono a vivere, mentre i “bianchi” hanno poche probabilità di sopravviverci se non assistiti da tutte le comodità e le sicurezze del loro mondo.

La protagonista, Edie Kiglatuk è una inuit per metà, è una brava cacciatrice e maestra dell’unica scuola elementare della zona e a tempo perso arrotonda il suo salario accompagnando i pochi turisti che si possono permettere la spesa di una avventura “estrema”. Questa sua attività di guida e di cacciatrice è mal vista da parte degli anziani che governano quella piccola comunità isolata sull’isola di Ellesmere.

Due ricchi turisti vogliono cacciare anatre selvatiche ed Edie li accompagna per una battuta sulla Craig Island (Canada). Uno dei due cacciatori rimane ucciso e il consiglio degli anziani della comunità locale archivia il caso, forse troppo frettolosamente, come incidente di caccia.

Successivamente nel villaggio arrivano altri due bianchi che vorrebbero trovare i resti del leggendario esploratore vittoriano Sig James Fairfax e chiedono a Edie di fare loro da guida, con loro andrà anche Joe, suo figliastro. La spedizione si divide affrontando due diverse direzioni.

Quattro giorni dopo Joe rientra solo ad Autisaq, è disorientato e mezzo congelato, non sa dire che fine ha fatto l’uomo che era con lui. Poco dopo Joe si toglie la vita.

A questo punto Edie decide di investigare per avere le giuste risposte alle morti dei turisti e al suicidio di Joe, si chiede anche perchè i bianchi volevano trovare il meteorite citato nelle memorie dell’esploratore Fairfax.

Le risposte arriveranno ma saranno spaventose e sconcertanti.

Finalista del prestigioso premio Golden Dagger, in corso di pubblicazione in 12 Paesi, La figlia della neve è un thriller dalla forza e dalle atmosfere straordinarie, in cui al bianco abbacinante e al turchese irreale dei ghiacci artici si mescola il rosso brillante del sangue.

L’autrice: 

M.J. McGrath, è nata in Essex. come Melanie McGrath. E’ autrice inglese, ha scritto saggi acclamati dalla critica e premiati dal pubblico. Vincitrice del John Llewellyn Rhys Prize come miglior scrittrice britannica sotto i trentacinque anni, scrive per alcune importanti testate, fra cui «The Guardian», «The Independent», «The Times». Annunciatrice radiofonica, è stata produttrice e presentatrice televisiva.

La figlia della neve è il suo primo romanzo.

la quarta: 

Non esiste al mondo luogo più affascinante dell’Artico: ultima frontiera selvaggia e regno estremo della natura e della bellezza.

Né esiste al mondo luogo più duro: qui la luce ferisce gli occhi, il gelo spacca la pelle, l’isolamento e la solitudine svuotano l’anima e possono condurre alla pazzia. Gli inuit lo sanno da sempre, e da sempre si conquistano ogni giorno, con caparbietà e con fatica, il diritto a godere del loro impossibile paradiso tra i ghiacci. Ai bianchi che vengono da sud – i qalunaat – guardano con diffidenza, anche se spesso sono le uniche fonti di guadagno. Edie Kiglatuk, cacciatrice e maestra nell’unica scuola elementare, arrotonda il misero stipendio accompagnando i ricchi turisti che vogliono provare il brivido dell’avventura estrema, e con lei c’è Joe, il figliastro. E sono proprio i due a fare da guida a un gruppo di americani che vogliono ritrovare i resti di Sir James Fairfax. Ma dalla spedizione il giovane Joe torna sconvolto, e poco dopo si toglie la vita. A questo gesto disperato e inspiegabile va ad aggiungersi un’altra morte, forse troppo frettolosamente archiviata come incidente: quella di un turista giunto nella zona per una battuta di caccia e ucciso, così sostiene la polizia, da un colpo partito per sbaglio dalla sua stessa arma. In entrambi i casi Edie non crede alla versione ufficiale e comincia a indagare, fra i nativi e fra i qalunaat che orbitano attorno al villaggio e alla stazione scientifica dell’isola di Devon, dove sono in corso ricerche aerospaziali top secret. E se gli stranieri sembrano disposti a tutto pur di mettere le mani su un prezioso meteorite menzionato nel diario di Fairfax, nemmeno gli inuit sono immuni dall’avidità, né dai traffici illeciti di cui Edie, con il fiuto e la pazienza silenziosa della cacciatrice, lentamente scopre le tracce...

La figlia della neve di M.J. McGrath (White Heat, 2011)

Traduzione Valentina Ricci

Rizzoli, collana Rizzoli best, pagg. 450, euro 19,50