IL COMITATO

Per anni sono stato considerato un folle, un cacciatore di streghe, o peggio di fantasmi. La mia convinzione che dietro all’evoluzione politica dell’occidente europeo potesse celarsi un’organizzazione chiamata il Comitato ha suscitato incredulità, diffidenza, ostruzionismo. E tutto ciò, dalla prima volta in cui ne sentii parlare da un transfuga delle SS che aveva cercato di riparare in Argentina ed era disposto a tutto pur di salvarsi la vita, ho compreso che il muro che mi trovavo di fronte non era frutto del caso. Il Comitato esiste, da più di quanto immaginassi. Nelle note che seguono ho trascritto il materiale che ho recuperato in anni di studi, di ricerche in oscure biblioteche, negli archivi segreti di famiglie potenti.

Temo solo che nessuno mi crederà. O, se queste informazioni dovessero cadere in mani sbagliate, la reazione possa essere letale. Non solo per me ma per la fragile Unione Europea che in questi hanno ho contribuito con ogni mezzo a difendere dai suoi avversari.

Georg Bruckner

Il termine Comitatus, per quanto ci interessa, deriva dal latino del primo medioevo e comincia ad assumere un particolare significato politico presso i guerrieri franchi legati al Sacro romano impero e chiamati a combattere contro i barbari provenienti dalle steppe dell’Europa centrale e dalla Germania. I Comites erano fratelli d’armi, di solito di nobili origini, che avevano servito per anni nei ranghi dell’esercito stabilendo così un così stretto legame di amicizia e fedeltà (la Fides) che non veniva meno neppure nel momento più disperato. Quando la battaglia era persa, le forze del nemico soverchianti, i Comites si riunivano e formavano un vero e proprio “muro di scudi” come ultimo baluardo. Non avrebbero ceduto, consapevoli di essere l’ultima linea di difesa contro avversari spietati e irriducibili.

In realtà, ricercando nelle biblioteche storiche di tutta Europa ho scoperto che il termine fu impiegato per la prima volta nel 9 dopo Cristo, molto prima di quanto mi fossi aspettato. Ne parla un sopravvissuto alla battaglia di Teutoburgo, nella Foresta Nera, in cui perì Fabio Quintilio Varo, generale e nobile romano, assieme a tutti i suoi comites, cavalieri e mercenari che con lui avevano affrontato i barbari germanici.

Come il concetto del Comitatus inteso come vincolo d’onore possa essere giunto alcuni secoli dopo ai gruppi di cavalieri del Sacro romano impero è stato per me un mistero e, per molti anni sono stato convinto che si sia trattata di una di quelle leggende sulle quali il moderno Comitato ha fondato la sua mitologia. Di fatto, dalle mie indagini, è emersa la realtà di una associazione di industriali, uomini facoltosi, alcuni di origini nobili altri semplicemente… potenti che, dal termine della Seconda guerra mondiale in avanti, ha stretto legami d’interesse e di politica in maniera occulta con diverse lobby americane, in seno al Congresso ma anche alla comunità dell’intelligence perché il futuro dell’Occidente preservasse quei valori basati sul capitalismo esasperato e lo sfruttamento delle nazioni più povere. Questa confraternita, una sorta di massoneria ma ancora più segreta, si è infiltrata in ogni stadio della comunità, nell’esercito, nell’intelligence, nei governi, nelle aule dei tribunali. E, naturalmente, nelle grandi industrie.

Il Comitato non considera l’Unione europea e le sue pretese d’indipendenza economica e politica dagli USA come un obiettivo raggiungibile, vede in tale associazione politica infatti il disgregarsi di rapporti e patti di convenienza stretti da lungo tempo e ora in pericolo. Benché il Comitato, con tutte le sue ramificazioni finanziarie e politiche, sia da considerarsi un pericolo reale e attuale ho sbagliato cercando di configurarlo come una minaccia solo dei tempi recenti.

Ulteriori indagini mi hanno fornito la possibilità di appurare che, almeno in parte, la leggenda del Comitatus possiede radici certe nell’antichità e che di tratti di una realtà molto più inserita nella storia europea di quanto avessi immaginato e quindi assai più pericolosa. Quella che mi era sembrata solo una fratellanza d’armi trasformatasi in mito da cui attingere per impressionare i semplici si è rivelata una realtà concreta che spiega la penetrazione e la pericolosità di questa organizzazione nella nostra società.

La vera e propria nascita del Comitato risale all’epoca in cui il Cristianesimo diventa la religione unificatrice dell’Impero romano. Sta iniziando una nuova era e alcune potenti Famiglie decidono di assecondare il mutamento, conservando nell’ombra le loro tradizioni. Divise da antichi rancori ma ancor più convinti di dover far fronte comune di fronte a una nuova era le famiglie sigillano un patto richiamandosi al Comitatus dei campi di battaglia. Il loro scopo è quello di regnare nell’ombra, di governare attraverso influenze e minacce, con la corruzione e l’assassinio se necessario senza mai esporsi. Una confraternita che nessuno potrà mai accusare di eresia perché ufficialmente non esiste. Ogni traccia viene cancellata, nessun testo riporta nomi e atti ufficiali eppure da duemila anni le Famiglie del Comitato hanno seguito la storia dell’Europa, dalla Russia zarista alla Spagna, dirigendo governi e guerre esclusivamente pensando al proprio profitto.

E tra i padri nella nuova nazione americana molti sono legati al Comitato, molti cercano di sfruttarne le potenzialità spinti da una visione di un Occidente che non segue alcuna religione o credo politico se non il proprio guadagno personale. Nel ventesimo secolo il Comitato ha dapprima indirizzato i suoi sforzi infiltrando sia l’Unione Sovietica che il partito Nazista cercando di minarne la potenza quando questa diventava un pericolo per gli affari delle Famiglie e quindi indirizzarne la politica verso un progetto di economia globale dove le confraternite europee e americane potessero imporre il loro dominio sul resto del mondo, ma sempre nell’ombra, senza mai venire allo scoperto. Dopo la Seconda guerra mondiale, la divisione del mondo in blocchi, il sorgere della minaccia dell’islamismo fondamentalista e della potenza economica orientale il Comitato ha impiegato tutte le proprie risorse verso la realizzazione di un Occidente unito, forte, dominante sul resto del pianeta, retto da corporazioni e multinazionali che hanno stretti legami tra Europa e America. In questo disegno l’Europa unita, libera di determinare la propria politica economica e militare rappresenta un pericolo che il Comitato ha pensato di affrontare creando le condizioni per un caos che solo un intervento autoritario, dittatoriale, con l’appoggio di potenti gruppi americani, può schiacciare ristabilendo un ordine al vertice del quale ci sono solo le famiglie originarie del Comitato.

Nella complessa genealogia delle Famiglie del Comitato ho scoperto personaggi e connivenze che sfuggono alle prove materiali dei tribunali. Sono arrivato alla certezza che almeno un membro del Consiglio per la Sicurezza Europea faccia parte del Comitato con una carica importante. Malgrado ciò ogni traccia svanisce nella sabbia. Per il momento ho potuto semplicemente stabilire un contatto tra questo personaggio e un killer chiamato il Ragno che da molti anni rappresenta il braccio armato e personale dei vertici del Comitato. Ma le tracce si perdono nei meandri dei paradisi fiscali e, per il momento, non ho potuto stabilire una linea precisa che unisca il Ragno al suo mandante.

Sono arrivato però a escludere Bertrand Schiller che, pur essendo un oppositore della teoria dell’esistenza del Comitato, ha sempre agito in buona fede. Lui stesso non ne è a conoscenza ma, durante il XVIII secolo la sua Famiglia fu bandita dal Comitato, i suoi componenti diretti sterminati e ogni traccia della loro affiliazione cancellata. Solo per un caso un ramo cadetto della casata degli Schiller sopravvisse trasferendosi in Lussemburgo ma ho avuto modo di visionare documenti in cui è fatto espresso divieto a qualsiasi membro del Comitato di allacciare rapporti con Schiller o qualcuno dei suoi familiari. Oltre a ciò controllando conti segreti e depositi bancari ho potuto stabilire l’assoluta buona fede di Schiller. È un vero peccato che sia un uomo ambizioso e, a volte, poco lungimirante. Avrebbe potuto essere un ottimo alleato nella lotta al Comitato, soprattutto se avesse conosciuto la dolorosa storia della sua famiglia….