Thomas Kanger La prima pietra, Robin 2007.

“Un incendio doloso in un piccolo comune del Västmanland, nella Svezia centrale, sembra un caso facile durante le prime indagini. Il proprietario di una birreria del paese, originario della Bosnia-Erzegovina, è sospettato di avere appiccato l’incendio per proteggere i suoi interessi economici. Ma quando il padre dell’unico testimone dell’incendio, un uomo molto religioso, scompare senza lasciare traccia, la vicenda acquista ben altre dimensioni.

Elina Wiik, giovane agente della divisione anticrimine, teme che il padre sia stato ucciso e mette in relazione i due casi. Con questa intuizione Elina si farà dei nemici all’interno della polizia e metterà in pericolo la sua stessa vita”.

Elina Wiik: trentaduenne non divorziata. Evviva! Ma ha una relazione con Martin, un uomo sposato. E ti pareva…più vecchio di lei di sedici anni. Si sveglia sempre puntuale, va al lavoro fin dalle sette. Vive da sola in un bilocale in Oxbacken vicino alla stazione di polizia di Västeras. Suo ufficio “La stanza era lunga e stretta, con uno scaffale pieno di raccoglitori che copriva la parete di fondo, e una scrivania su cui troneggiava un computer. Niente fotografie sul tavolo ben ordinato, solo un po’ di fiori alla finestra. Le tende erano verdi, decorate a fantasia. Sulla parete di fronte alla scrivania erano appesi alcuni quadri, dipinti con colori vivaci”. Primo spunto: mente razionale. Le viene proposto di lavorare alla narcotici ma rifiuta. Vuole a tutti i costi seguire i casi difficili e complessi. E’ al suo ottavo anno nella polizia di Västeras. Per lei “…sono i passi piccoli più che i salti in lungo, a condurre rapidamente all’obiettivo”. Prima delusione sul caso in questione. Deve solo raccogliere le testimonianze “Il mio ruolo è troppo passivo, pensò Elina. Sono solo un ascoltatore. Non un pensatore, non un cercatore”. Ma si farà sentire lo stesso. Ha un padre di 71 anni, che ha perso i genitori in guerra ed in seguito è stato adottato. Pianta fiori e legge libri. Nutre un grande affetto verso di lui. La madre è molto più giovane. Rapporto problematico con lei soprattutto durante l’adolescenza. Vivendo per conto suo le cose vanno meglio. Ha una macchina Micra comprata tre anni prima. Si allena a judo. Cintura nera (mica male). Suo massimo risultato un bronzo al campionato nordico alcuni anni prima. “Ma ora il corpo non rispondeva più come una volta”. Sua grande amica Susanne. Completamente diverse. Elina capelli neri e occhi verdi, Susanne bionda e occhi blu. Elina più alta di almeno dieci centimetri. Sa difendersi egregiamente anche con gli uomini possenti “Elina afferrò il polso dell’uomo. Con la mano sinistra gli prese la mano e la piegò a forza di lato; poi piegò verso il basso il braccio che teneva con la mano destra. I novanta chili caddero subito in ginocchio”. Quasi in fondo al libro “Gli ho bloccato il braccio con uno shuteuke, poi l’ho colpito con un jodan yazuki seguito da un kingeri. E infine con uno zuki dall’altro per sicurezza”.  Attenta osservatrice “Elina ricordava l’odore di casa Adolfsson. Sentiva le loro vocui. Mikael, che si esprimeva quasi senza parlare. Le indicazioni precise del piccolo Peter. La madre che emanava ansia”. Poco interessata all’abbigliamento. Solo una giacca e due vestiti neri. Il suo lavoro la scoraggia “ E se mi stessi sbagliando?”, ma sa riprendersi. Dorme male, sogni e incubi si alternano durante la notte. Spesso mal di testa da spaccare il cervello. Si incavola di brutto contro coloro che sanno delle violenze e dei maltrattamenti e stanno zitti. Anche contro la polizia e le autorità giudiziarie che non svolgono bene il loro lavoro.

In cucina se la cava “Pulì gli scampi, ne tirò fuori piano la carne e la fece a piccoli pezzi. Poi fece sciogliere il roquefort con un po’ d’olio d’oliva e vi aggiunse il pesce. Mescolò il tutto e lo versò in una ciotola. Tagliò le verdure e le dispose a forma di fiore su due piatti”. Si piace “Non siamo poi così male, Wiik,- disse alla sua alter ego che passava lentamente una mano sull’elastico delle mutande”. Gli altri stentano a crederle e pensano che si fissi “Andiamo Wiik. Non ti farà male cercare altre soluzioni. Ti ho già detto di non fissarti sulla teoria che il colpevole sia in famiglia”. Se c’è da scoprire qualcosa non bada a spese e ingaggia anche un elicottero. In contrasto con Jönsson che l’accusa di comportamento scorretto. Sa difendersi anche con la lingua. Per le vacanze preferisce l’Italia.

Questo libro non si eleva dalla mediocrità generale in cui il giallo è caduto. Una consolazione: non è infarcito di sesso infilato a forza come succede spesso.

Spazio libero 

I commenti in copertina

Ve l’ho già detto mille volte che il parto mostruoso del libro si porta dietro altri parti altrettanto mostruosi. Le interviste, le recensioni, i ringraziamenti, le presentazioni in pubblico. Non vanno dimenticati neppure i commenti in copertina. Di solito in prima e in quarta. Un piccolo suggello alla bestialità stessa del libro. Se si tratta di una autrice di un giallo classico essa sarà senz’altro L’Agatha Christie italiana o straniera. Non c’è dubbio. Se l’investigatrice di turno è una vecchietta arzilla allora trattasi di una Miss Marple reincarnata. Non si scappa. Se l’autore è un maschietto si può scegliere tranquillamente tra un Maigret, un Simenon, un Conan Doyle, un Nero Wolfe e così via. Se poi non ci si vuole cimentare in paragoni più o meno pericolosi allora trattasi di un “talento indiscutibile”, di un “nuovo caso editoriale”, di una “penna trascinante”, di un nuovo Re o una nuova Regina. Sempre del giallo inteso in senso generale. Tralasciando da parte il talento, che oggi conta fino ad un certo punto, spesso si va sul sodo. L’autrice o l’autore sono quella/o più venduti al mondo. Milionate di copie, milionate di incassi. Basta e avanza. Altrimenti si passa al religioso. Un vero e proprio miracolo. Mancano solo le stimmate. A volte una promessa “Lo leggerete tutto d’un fiato” che sembra quasi una minaccia. Con quello che costano i libri fammelo finire anche alla svelta. Non mancano i mezzi drastici. Riporto pari pari “Lasciate perdere Mary Higgins Clark e compagnia…al suo sesto thriller Carlene Thompson si annuncia ormai come uno dei nuovi maestri del brivido”. Alla faccia di Mary Higgings Clark, della modestia e dell’educazione.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it