A Parigi quello che colpisce di questo film la Boite noire, è il manifesto... si vede la sezione di una stanza dall’alto, con un uomo su un lettino, colori forti, scuri, sembra quasi un disegno, un fumetto. E l’insieme sembra proprio una scatola nera. Il manifesto è così potente che mi ha spinto senza conoscere nulla del film, a mettermi in coda in un sabato pomeriggio davanti uno dei numerosi cinema che lo proiettano sul Boulevard Saint Germain. É strano andare al cinema a Parigi, sembra sempre di assistere a una prima, tanta è la coda di gente in attesa. Il film è quello che i francesi chiamano un polar psychologique, (un polar è un poliziesco...) un poliziesco psicologico, dunque. Il regista è Richard Berry, fra gli interpreti Josè Garcia, Marion Cotillard, Bernard Le Coq. Il regista era un attore diventato regista di commedie e infine regista di polar. Ma il colpo grosso di questo film, veramente godibile, è Tonino Benacquista, autore della sceneggiatura e conosciuto per le sceneggiature di Les morsures de l’aube, Sur mes lèvres e vale la pena scrivere due parole su di questo scrittore, sceneggiatore, di origine italiane: è stato guardiano notturno in un museo, sorvegliante di treni notturni, insomma tutto il curriculum che si merita uno scrittore prima di diventare tale se il mondo fosse giusto. Nel 1985 pubblica la sua prima opera, Epinglé comme une pin-up dans un placard de G.I., quattro anni dopo, La Madonne des sleepings. Nel 1991 ha la consacrazione definitiva:  La commedia des ratés vince il "Prix Mystère de la critique", il "Grand prix de la littérature policière", e il "trophée 813"’. Insomma, uno che sa scrivere, uno che se lo merita. Ma torniamo a noi: il film racconta la storia di un uomo  (Josè Garcia) che si risveglia all’ospedale, dopo un incidente. Traumatizzato e spaesato, cerca di ricostruire il suo passato, grazie a delle strane frasi, raccolte da una zelante e carinissima infermiera  Alice, (Marion Cotillard) che gli fa dono di questi appunti. Ed è a questo punto che il film si fa interessante, suggestivo con flashback e ricordi che trasformano questo polar in qualcosa di molto originale, completamente diverso dal solito polar classico che vediamo spesso sui nostri schermi, grandi e piccoli e che si avvicina, ma sempre in modo molto originale, a certi film americani, senza però tradire il suo sangue italo-francese.  Nella seconda parte del film, assistiamo allo svelamento del mistero, che come in ogni buona critica qui tacciamo, per amore del film, della scrittura e per quello che si chiama rispetto dello spettatore, non penso che vi farebbe piacere che vi dicessi come va a finire, cosa che capita di vedere spesso in certe critiche. Un film dunque che speriamo di vedere anche in Italia, augurandoci magari che sia l’inizio di una invasione simile a quella degli anni settanta- ottanta, i bei tempi e i bei film polizieschi francesi (a quanto ricordo, ero piccolino) dell’ex-parà di Dien Bien Phu, poi diventato attore di successo, Alain Delon, ma questa è un’altra storia... Se qualcuno volesse un’anteprima, abbiamo trovato, per chi non può volare a Parigi e non sa il francese, il sito internet, molto bello: www.laboitenoire-lefilm.com/ da cui abbiamo rapinato l’immagine che corolla la nostra critica. Buon surfin’ e accendetevi una bella gauloise...