Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente

Potrei essere ovunque, anche dietro di te, in questo preciso momento! Scrivere è un processo che fa parte di me, come respirare, per cui non ho bisogno di sforzarmi, di pensarci. Avviene e basta, ovunque mi trovi, con qualsiasi mezzo a disposizione (dal computer alla stilografica allo smartphone). L’esigenza di raccontare storie è una malattia, una dipendenza, e dunque non si può arrestarla, né contenerla. Semplicemente, quando prende il sopravvento il resto del mondo scompare…

Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini?

Ho i cassetti pieni di elenchi top secret, for my eyes only, con i dossier di tutti i possibili bersagli da mettere nel mirino. Ma la scelta del target dell’anno avviene sempre in maniera un po’ casuale, non dico pescando alla cieca nel mucchio, ma seguendo suggestioni personali (istinto, desiderio, paranoia, eccitazione) e oggettive, come per esempio le esigenze del mercato, o dei miei lettori. Mettendo insieme questi input, il bersaglio diventa più nitido e posso mettermi all’opera.

Qual è il tuo modus operandi?

Nessuna missione può essere lasciata al caso. Io devo effettuare prima un sopralluogo dei luoghi assimilabili al target, poi raccolgo tutto il materiale disponibile (e quello non disponibile cerco di recuperarlo in qualche modo) e compilo dei dossier accurati, che mi serviranno per compilare la scaletta con i tempi e le modalità operative per entrare in azione. Poi quando arriva il momento di tuffarsi nella mischia, nell’inferno di fuoco del campo di battaglia, seguo le regole operative che ho scalettato, e passo dopo passo, con acuta determinazione, scardino tutti gli ostacoli e arrivo faccia a faccia con il mio bersaglio. La missione si conclude inesorabilmente con la parole FINE.

Chi sono i tuoi complici?

I miei libri, i miei appunti, i miei dossier. Ma anche i tanti amici sotto copertura che compongono una rete formidabile di informazioni a cui attingere. Dopodiché, senza la mia Musa ispiratrice, colei che veglia sul mio lavoro armata di arco come Diana cacciatrice, non potrei nemmeno pensare di affrontare il campo di battaglia. E dunque è a lei, mia moglie Antonella, che devo in buona parte ciò che sono.

Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla!

Senza di loro non avrebbe senso programmare certe missioni e rischiare la vita (professionale… ma non solo) nel tentativo di acquisire nuovi bersagli. Mi rimetto a loro per il giudizio finale su qualsiasi operazione io riesca a condurre in porto, e se le valutazioni sono positive queste mi rendono l’uomo più felice al mondo. Al contrario, se sono positive… allora giù la testa e di nuovo al lavoro, per superare altri ostacoli e abbattere qualsiasi cosa si frapponi fra me e le piena soddisfazione del mio pubblico.

Che messaggio vuoi dare con le tue opere?

È tutto criptato e occultato nel sottotesto, eppure non è difficile risalire alle chiavi di lettura per risolvere l’enigma e acquisire le informazioni che cerco di fare circolare. Starà poi al lettore decidere quali di queste informazioni sfruttare a scopo personale, mi auguri per un arricchimento della propria conoscenza, e quali invece scartare. Con una certezza: a ogni nuova missione i messaggi criptati si rinnovano e moltiplicano, nella speranza che prima o poi vengano tutti recepiti.