brivido breve

Gli passò davanti. Senza complimenti, a tutto gas. Poteva partire in ogni momento, quello proprio doveva scegliere? Pazienza, si disse, nessun rispetto a questo mondo. Il caldo, poi, non aiutava. Il colpo violento al fianco lo fece piegare. Vide allontanarsi il  ragazzetto con la radio in spalla, gli lanciò contro il peggio fra le sue maledizioni. Perfino i ragazzacci, ora, se la prendevano con lui. Possibile che non si riuscisse più ad avere calma e rispetto in vacanza? Respirò, lasciò andar via il dolore. Pazienza bisognava avere. Tutti avevano diritto alla vacanza, perfino i maleducati. Stizzito si diresse verso la verandina del bar. Una bella granitina fresca al riparo da quel sole killer era esattamente quel che desiderava. Accidenti quanta gente! Tutti accalcati davanti al bancone dei gelati, manco dessero roba regalata. La biondina dal bikini ultra succinto cacciò un urlo acutissimo, dritto nelle sue povere orecchie. Una banda di molesti vecchietti gli passò davanti scippandogli il turno. Fra silenziosi improperi e al culmine del caldo venne il suo turno, peccato che la menta fosse ormai finita. Non si dette per vinto. Masticando sottovoce “Pazienza pazienzina”, guadagnò un tavolino tutto suo. In mano una bella granita al limone, ghiacciata come l'Himalaya, riverberante come un dolcissimo sorriso. Ma che diavolo avevano spalmato sulla sedia? Scattò in piedi come punto da uno scorpione. L'improbabile mistura marroncino verde scuro gli aveva inzaccherato il costume. Ossignore... l'aveva comprato da appena tre giorni e non riusciva nemmeno a capire quali gusti avessero composto la malefica patacca. Saettò lo sguardo intorno, furente come un cinghiale impazzito. Pieno di bambini sciamanti e dispettosi come scimmie appena scappate dallo zoo, ma del colpevole nemmeno l'ombra. Pazienza pazienzina... Pazienza pazienzina... Pazienza pazienzina... Altri tavolini non ce n'erano, dovette accomodarsi sulla sabbia. Ma stavolta nulla gli avrebbe impedito di godersela quella fantastica manna al limone. O quasi. La palla granulosa e bagnata lo colpì dritto nel bicchiere gelato. La battaglia di sabbia si era spostata verso di lui senza che avesse potuto prevenirlo. Urlò come un pazzo, levandosi come un orso ferito dalla sua tana. I piccoli delinquenti tentarono di scappar via, prese a inseguirli fra ombrelloni e schizzi di sabbia gialla. Inciampò su un telo enorme, quasi a due piazze. Non ebbe il tempo di cadere, un pallone di cuoio durissimo lo centrò in pieno viso. Si ritrovò a sedere, naso e labbra tumultuavano come cavalli al galoppo. Pazienza pazienzina... Trovò qualcosa di morbido, prese ad addentarlo. Pazienza pazienzina... Sapeva di pollo, ma chi urlava come un ossesso? Addentò ancora e ancora per non sentire le fastidiosissime urla. Pazienza pazienzina... Si scrisse sui giornali che la polizia lo portò via dalla spiaggia mentre ancora ripeteva all'infinito l'assurda filastrocca. Ci vollero quattro agenti solo per mettergli le manette, altri due erano finiti dai paramedici. Tutti i quotidiani titolarono: “Morde a sangue in piena spiaggia almeno una decina di bagnanti di ogni sesso ed età”.

 

Fabio Filadelfo Centamore, nato a Lentini, Sicilia orientale (provincia di Siracusa), il 7 agosto 1968. Ha collaborato con lo staff editoriale della fanzine Fumettando dal 1996 al 1997. Dal 1994 al 1996, inoltre, ha partecipato a diversi premi letterari nel campo della Science Fiction (Premio Urania 1994 e 1995, Premio Courmayeur 1994, 1995, 1996) classificandosi nelle prime venti posizioni. Negli anni successivi si dedica maggiormente alla professione di analista e sviluppatore di software. Nel maggio del 2009 arriva la pubblicazione della sua prima raccolta di racconti: Alle Sett’Albe (Tespi Edizioni – Roma,Maggio 2009). Attualmente è in fase di revisione un secondo libro che, si spera, uscirà prima di Natale.