Stanno arrivando grandi novità con la firma di Andrea Carlo Cappi e con quella della sua "metà oscura" François Torrent. In attesa di festeggiare i 18 anni di uno dei suoi personaggi più amanti, abbiamo incontrato l'autore per una chiacchierata sulla sua Nightshade e le sue ultime novità.

Romanzi di spionaggio e azione con donne protagoniste non è che ce ne fossero molti, quando con l'inizio del Duemila hai creato la tua eroina Mercy Contreras, nome in codice Nightshade. Cosa ti ha spinto ad una scelta così atipica, per il genere?

Proprio il fatto che in quel momento non solo in "Segretissimo" ma nella narrativa di genere internazionale non ci fossero più donne al centro di serial di spionistici. Un giorno nella primavera 2001, mentre mi stavo occupando dell'archivio di Carlo Jacono, lo storico illustratore di "Giallo" e "Segretissimo", davanti a un caffè Stefano Di Marino mi fece notare la mancanza di nuove protagoniste nella spy story di quegli anni. Be', dopotutto una delle serie al femminile di cui Jacono aveva dipinto le copertine era "Pantera Nera" di Sylvette Cabrisseau, scritta in realtà da Jean-Patrick Manchette. Perché non seguirne l'esempio? Folgorazione. Entro sera avevo pronto il progetto per il primo ciclo di Mercedes "Mercy" Contreras alias Nightshade e il giorno dopo un racconto di prova, poi divenuto uno dei capitoli iniziali del primo romanzo.

Come riassumeresti brevemente il profilo di Mercy Contreras?

Una donna che, quando cade, non si arrende, non si lamenta e si rialza, pronta ad affrontare anche l'insormontabile. Destinata a diventare una ballerina di flamenco ma cresciuta in una disciplina paramilitare e segnata da un evento traumatico, è divenuta spia e assassina su commissione senza perdere del tutto la sua umanità. Le sue storie seguono (o anticipano) la cronaca, nella tradizione di Gérard de Villiers, ma con una visione politica più vicina a John le Carré.

A differenza dei personaggi della spy story di un tempo, Mercy non resta sempre uguale: aveva ventisei anni quando è stata reclutata, ora ne ha compiuti quarantaquattro ed è cambiata rispetto alla prima serie, "Nightshade", che Mondadori pubblicò tra il 2002 e il 2013. Nell'attuale serie, "Agente Nightshade", è più matura, esperta, riflessiva. Se prima era una spia ribelle che costringeva i superiori ad assecondarla, ora ha raccolto intorno a sé un gruppo di operatori per cui la disobbedienza alle direttive di Stato (specie quelle degli USA di Trump) è la norma. E tanti saluti a chi ritiene – o continua a diffondere la voce – che la spy story d'azione sia un genere reazionario e maschilista.

Era il marzo del 2002 quando nelle edicole italiane è arrivato per la prima volta il tuo personaggio, protagonista di "Missione Cuba" (Segretissimo 1460): cosa ricordi del momento in cui l'hai vista spuntare in vetrina?

Ricordo soprattutto la prima, spettacolare presentazione ufficiale, all'Admiral Hotel di Milano, con Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino come padrini, con la dimostrazione di kali escrima (l'arte marziale filippina in uso presso i corpi speciali, nella quale Nightshade è stata addestrata) del maestro Roberto Bonomelli e del suo staff, le esibizioni di Vittoria Maggio e della Peña Flamenca milanese… e la mia partecipazione nel doppio ruolo di me stesso e del mio alias François Torrent. Lo pseudonimo con cui firmo tuttora la serie per "Segretissimo", scelto per l'assonanza francese, anche se il cognome in realtà è spagnolo e si pronuncia alla maiorchina, "Torrént".

Da allora quasi ogni anno hai presentato una storia corposa con Nightshade nella collana "Segretissimo": ti ha pesato avere una sorta di cadenza fissa?

Al contrario, mi ha pesato dover saltare qualche anno, specie nei periodi in cui ero sopraffatto da traduzioni e consulenze editoriali. La situazione internazionale si evolve di continuo e i miei personaggi vivono insieme a me, quindi non posso restare troppo a lungo senza vedere cosa stiano combinando. E sono tanti.

Oltre a Mercy c'è Carlo Medina, protagonista di tre romanzi (pubblicati da "Segretissimo" con il mio vero nome) e di molti racconti e romanzi brevi, una serie nata venticinque anni fa sugli speciali de "Il Giallo Mondadori" e confluita del 2015 in "Agente Nightshade"; c'è la killer professionista Rosa "Sickrose" Kerr, prima nemica e ora alleata di Mercy; c'è il detective Toni "Black", protagonista di un ciclo pubblicato da Cordero Editore (e in ebook da Algama Editore) ma spesso guest star in "Agente Nightshade"; e c'è la nuova arrivata Helena "Cleo" Vizard, giovane agente dei servizi segreti italiani, quasi un'allieva di Mercy. In questi ultimi mesi ho scritto racconti di Nightshade, Black e Cleo, per raccontare cosa accade in attesa delle prossime avventure.

Dopo alcune ristampe (penso alle edizioni Alacrán e CentoAutori di alcuni dei primi romanzi), Nightshade dal luglio 2019 sta conoscendo una riproposizione completa delle proprie avventure grazie a Oakmond Publishing, sia in cartaceo che in digitale. Cosa puoi dirci di questa iniziativa?

Un lavoro che attendevo di fare da tempo: l'edizione definitiva della "fase uno" di quello che l'amico, lettore e scrittore Claudio Bovino ha battezzato "Kverse". Vale a dire tutti i romanzi e i racconti delle serie "Nightshade" e "Medina", tre titoli all'anno pubblicati in volume e ebook a date fisse: 4 marzo, 4 luglio e 4 novembre. Sono già usciti i primi due dedicati a Nightshade, Missione Cuba e Progetto Lovelace, quest'ultimo in una versione estesa con qualche capitolo in più rispetto alle edizioni precedenti. Per chi ha scoperto Mercy solo di recente è l'occasione per scoprire tutta la sua storia, ma anche per chi conosce già la serie ci saranno grandi sorprese.

Intanto l'universo narrativo del personaggio in questi anni si è ampliato e se non sbaglio una sua "costola", Dark Duet, sta per esordire nella collana digitale "Spy Game" (Delos). Puoi anticiparci qualcosa?

Com'è noto "Spy Game" è la nuova collana curata da Stefano Di Marino per Delos e dedicata alle storie di spionaggio della Guerra Fredda, inaugurata dallo stesso Di Marino e da Enzo Verrengia, cui seguiranno molti altri autori italiani. Nella mia serie, Dark Duet è il nome in codice (ricavato da un romanzo di Peter Cheyney) di due agenti dell'MI6 britannico: il maiorchino Miguel Torrent (di cui Paco Torrent, conosciuto in "Nightshade", è il nipote) che nella Guerra di Spagna ha combattuto dalla parte dei repubblicani; e Manuel Weissmann, mezzo tedesco e mezzo andaluso, che nella Seconda guerra mondiale ha lavorato per l'Abwehr, senza però condividere l'ideologia del Reich. La maggior parte delle loro avventure si svolge in Spagna a partire dal 1947, in un'epoca che riporta il lettore alle atmosfere di Hemingway, ma anche agli anni della dittatura, dei movimenti antifranchisti clandestini, delle spie internazionali e dei transfughi del nazismo.

Per il pubblico è una novità, ma per me è un progetto nato con una serie di soggetti del 1991 per un programma, poi sospeso, di RadioRAI (per la quale poi avrei scritto un decennio più tardi con grande successo diverse puntate del serial "Mata Hari" con Veronica Pivetti) e con un progetto narrativo del 1992 per gli Oscar Mondadori, anche questo prematuramente interrotto perché il mio editor passò a un altro settore. Per fortuna al terzo tentativo ebbi maggior fortuna e nel 1993 cominciò la mia collaborazione con "Il Giallo Mondadori", non a caso con un racconto imperniato su Ernest Hemingway. Ma la mia serie di spionaggio vintage è rimasta nel cassetto fino a questo momento.

Nel marzo 2020 Mercy Contreras compirà 18 anni, una data importante che meriterebbe un festeggiamento: hai qualcosa che bolle in pentola?

Sì, qualcosa di molto particolare. "Dossier Contreras", terzo volume della collezione "Nightshade" in uscita da Oakmond il 4 marzo 2020, non è un romanzo e non è neppure una semplice raccolta di racconti e romanzi brevi, molti dei quali peraltro inediti e altri pubblicati qua e là ma perlopiù introvabili. Sarà un percorso attraverso il passato della protagonista della serie e i trascorsi di molti suoi comprimari: in sostanza un prequel non solo per Nightshade ma anche per la mia serie in "Spy Game" e per tutto il Kverse.

Si potranno scoprire le prima avventure di Miguel Torrent, l'entrata in scena di Arturo Robles della DGS (apparso in Progetto Lovelace); gli intrighi della famiglia di Mercy negli anni della Guerra Fredda; l'iniziazione di Nightshade allo spionaggio e le operazioni che precedono il romanzo Missione Cuba.

Visto il tuo Agente Nightshade di maggio, "Effetto Brexit" (Segretissimo 1646), di' la verità: sei pronto con carta e penna per vedere come finirà la Brexit e regolarti per il prossimo romanzo? Scherzi a parte, sai anticiparci qualcosa del Segretissimo del 2020?

Ormai ci si chiede se la Brexit verrà rinviata all'infinito. Ho scritto l'ultimo romanzo di "Agente Nightshade" in presa diretta: a volte seguivo gli eventi che si stavano verificando in quel momento, a volte era la realtà ad assecondare le mie previsioni, come nel caso del primo attentato della New IRA. Per ora sto seguendo come sempre quanto succede nel mondo, come farebbe un'analista dei servizi segreti.

In Programma Firebird, scritto a inizio estate 2013 e pubblicato nel dicembre di quell'anno, sono stato il primo romanziere a parlare dell'ISIS, all'epoca ancora sconosciuta, della quale ho poi raccontato i retroscena in Bersaglio ISIS e Fattore Libia, per approdare ai suoi legami con il narcotraffico in Territorio Narcos. L'attacco turco al Kurdistan rischia ora di riaprire una questione che non si è certo chiusa con la fine di al-Baghdadi, in realtà – almeno politicamente – morto da anni senza che questo limitasse l'operato dei terroristi. Sarà la cronaca a dettare la direzione della prossima vicenda.

Nel frattempo ho ripreso l'idea di uno spin-off con protagonista Sickrose, che potrebbe vedere la luce tra il 2020 e il 2021.

Per i fan di Martin Mystère, a quando una tua prossima avventura del buon vecchio Zio Martin?

Se si conferma anche il successo de Il mestiere del diavolo, terzo romanzo uscito da Bonelli (e quinto del ciclo, contando quelli da altri editori), dopo che i due precedenti hanno vinto il Premio Italia 2018 e il Premio Atlantide 2019, presumo che il prossimo appuntamento sarà nell'estate 2020. Attendo il via da Alfredo Castelli per dedicarmi alla nuova avventura.

Per i fan di Diabolik, a quando il tuo ritorno nel mondo del Re del Terrore?

Questo purtroppo ancora non lo so, come rispondo spesso ai lettori che mi scrivono in proposito. La serie si è interrotta dieci anni fa dopo il quarto romanzo, quello con protagonista Eva Kant, che aveva ottenuto particolare gradimento dal pubblico femminile. I nuovi gestori della casa editrice che pubblicava il ciclo lo giudicava spregiativamente un prodotto "seriale e di nicchia", peccato che la "nicchia" di Diabolik sia di alcuni milioni di lettori; infatti erano così competenti che grazie alle loro scelte uscirono dal mercato di lì a un anno.

Che i romanzi di Diabolik fossero un affare lo capì un altro editore, il quale annunciò un mio nuovo romanzo prima ancora che lo scrivessi, cosa che non ho mai fatto perché non aveva intenzione di pagare i diritti né a me né ai titolari del copyright. Queste vicissitudini hanno congelato il progetto dei tre romanzi successivi, anche se nel frattempo Excalibur ha legittimamente ripubblicato i primi quattro titoli e, in veste di scrittore, quest'anno ho partecipato al docu-film di Giancarlo Soldi Diabolik sono io. Mi auguro che il "DiaboliK" dei Manetti attualmente in fase di riprese risvegli un interesse editoriale per i romanzi.

Hai anche altri progetti?

In effetti sì, più di quanti ne abbia il tempo di realizzare. Dopo la storia fanta-rock da poco apparsa in SOS-Soniche Oblique Strategie (Arcana) a cura di Mario Gazzola, ci sono altre mie partecipazioni ad antologie e riviste di uscita imminente.

Oltre a due nuovi titoli in preparazione della saga horror/erotica/urban fantasy Danse Macabre (Excalibur) e a una raccolta di racconti a quattro mani con Ermione dopo il romanzo LUV (Edizioni DrawUp) ho due o tre libri "fuori serie" in lavorazione. Ma ci sono anche altri impegni, in particolare quelli con l'Associazione Culturale Andrea G. Pinketts, che si occupa del patrimonio letterario e culturale lasciato dall'amico prematuramente scomparso nel dicembre 2018. Dopotutto, uno scrittore rimane vivo finché si leggono i suoi libri.