Dimenticatevi i lieto fine, dimenticatevi il bene, i buoni, gli incorruttibili e perfino gli eroi.

Dimenticatevi il riscatto, la speranza e la giustizia, ma (se può consolarvi) dimenticatevi anche "Un medico in famiglia", "lo Zio Gianni", "Elisa di Rivombrosa" e tutti gli altri tipici prodotti di fiction italiana, (girate con una fotografia ed il gusto visivo di un giorno piovoso passato all'IKEA) dimenticate tutto questo perché GOMORRA è una serie bellissima.

Bella nonostante ogni singola scena faccia accapponare la pelle per ciò che racconta.

Bella nonostante necessitino i sottotitoli in italiano per capire il 90% di ciò che viene detto e BELLA…nonostante la mente continui a pensare «ma è tutto finto, vero? Ditemi che è tutto finto».

E invece no.

Gli attori, (che magistralmente recitano), incarnano quello che probabilmente è lo specchio di un mondo solo apparentemente lontano e che invece convive con noi.

Non importa che la storia sia ambientata in un determinato posto, non importa che si parli di luoghi a una certa latitudine o longitudine, perché ciò di cui in realtà si parla è IL MALE.

Il male che nasce dal disagio, dall'ignoranza, dagli interessi, dalla corruzione e dalla paura, in altre parole: IL MALE VERO e quindi molto più temibile di improbabili serial killer laureato in psicologia o di aitanti killer con l'accento inglese ecc. ecc.

No, qui niente ricami di eleganza, ma solo la GREVE e pesante realtà.

Certo… alcune scene potranno sembrare a volte "forzate", caricate e perfino esagerate e alcuni cattivi potranno apparire talvolta "tagliati con l'accetta", quasi che ogni battuta debba essere accompagnata da un sogghigno e da un ossessivo ghigno malefico, ma in fondo viene da chiedersi:

siamo poi così lontano dalla realtà?

Può veramente esistere questo desolante vuoto dell'anima?

Per avere una risposta basta ovviamente ascoltare un telegiornale o leggere un giornale.

Gomorra non ha giustizia.

Non ha forze dell'ordine e del bene e le uniche che vengono rappresentate sono quelle del penitenziario dove uno dei protagonisti viene rinchiuso, ma non sono eroi neppure quelli, ma reclusi a loro volta, prigionieri di un mondo d'incubo e perfino il comandante di questo carcere, (perfino lui che è l'unico che fa qualcosa di GIUSTO), non è rappresentato in modo carismatico, ma è anzi un personaggio banalissimo che fa solo il suo lavoro.

Non meravigli quindi se i cattivi rubano la scena a tutti gli altri.

Non stupisca se il Genny (il figlio del boss, il cui nome ci evoca immagini di sedicenti capi tifoserie da stadio…) subisce una metamorfosi nel giro di una puntata e si trasforma da bamboccione viziato in spietato boss.

Non sorprendetevi se un giro in Honduras (a trattare importanti affari di droga) si trasforma nel MIGLIOR MASTER in cattiveria che serie televisiva abbia mai visto, perché questi sono i tempi della tv, le dinamiche e il ritmo serrato che serve.

Magari (viene da chiedersi) com'è che l'eccellenza delle produzioni italiane affiori solo nella disgrazia, nel dramma e nella criminalità…

Viene da chiedersi come serie, (come Romanzo Criminale che guarda caso è dello stesso regista) vengano bene e riescano ad essere esportate anche all'estero, mentre TUTTE le altre produzioni (più leggere, meno impegnative e più allegrotte) si trasformino nell'eredità contemporanea di "L'insegnante va in collegio" e derivati vari…

Viene da chiedersi com'è che attori di serie B o miracolati di reality vari, galoppino liberi come pony cerebrolesi, attraversando tutte le emittenti e fregiandosi del titolo di ATTORE, ma che SOLO in produzioni di questo tipo affiorino GLI ATTORI VERI

Forse la verità è che solo il sangue ispira ed è vendibile.

Forse per questo non riusciamo a produrre serie thriller, horror, fantascientifiche o anche solo appassionanti e soltanto col crimine di casa nostra riusciamo a dare il meglio.

Pertanto ben vengano omicidi, inseguimenti, tragedie degne delle migliori serie televisive americane, ma con un'unica differenza:

QUI TUTTO È VERO.

Sedetevi quindi comodamente in poltrona, godetevi la meravigliosa fotografia, la qualità dell'immagine, la bella musica e lasciatevi andare all'orrore di un mondo reale.

Buona visione.

J.A. Gideon

Blattide timido e dalle abitudini schive è un illustratore e "scrittore" che si occupa di vignette e racconti per riviste varie, autore anche del libro "CONDOMINIO 9" di recente pubblicazione.