La mafia non è invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio e avrà anche una fine - Giovanni Falcone

Sono passati vent’anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due tragedie che hanno segnato non solo la nostra coscienza collettiva, ma anche la storia - quella peggiore - del nostro paese. Per oltre un decennio, dalla fine degli anni Settanta all’inizio dei Novanta, Cosa Nostra ha accumulato potere, diventando l’organizzazione criminale più influente al mondo, e contemporaneamente ha dichiarato la propria guerra allo Stato: una guerra sempre meno sotterranea e sempre più violenta, di cui la strage di Capaci e quella di via D’Amelio rappresentarono il culmine.

Un fatto umano edito da Einaudi è la storia di chi quella guerra l’ha combattuta dalla parte dello Stato, nel nome della giustizia. È la storia di chi in quelle stragi è morto, di chi ha rischiato ma ha trovato la forza nonostante tutto di proseguire la lotta, nella convinzione che, come ogni fatto umano, anche la mafia prima o poi avrebbe avuto una fine.

Ma come si fa a dar conto di quattordici anni così neri, della violenza, delle morti, dei risvolti economici e politici, e soprattutto, come si fa a raccontare tutto questo attraverso un fumetto?

Manfredi Giffone, Fabrizio Longo e Alessandro Parodi, i tre autori di Un fatto umano, ci sono riusciti perfettamente con un libro che sorprende per la sua delicatezza, la poesia e le invenzioni sorprendenti. Prima tra tutte, quella di affidare il racconto a Mimmo Cuticchio, il celebre puparo e cuntista palermitano.

Era necessario immaginare un narratore esterno alla trama che tenesse le fila della storia, - racconta Manfredi Giffone, - ma scegliere un personaggio adatto allo scopo era tutt’altro che facile. Una notte d’estate del 2007 il mio amico Massimo Geraci mi ha portato a vedere uno spettacolo che si teneva al Palazzo D’Aumale di Terrasini: La riscoperta di Troia di Mimmo Cuticchio. La fama di Cuticchio lo precedeva, e vedendolo all’opera ho capito subito che sarebbe stato la voce narrante ideale per questa storia. Quando gliel’ho proposto, Mimmo ha generosamente acconsentito a prestare il suo volto al narratore.

Ma i pupi messi in scena da Cuticchio in questo libro sono piuttosto eccentrici: riprendendo una tradizione che va da Fedro a Orwell a Spiegelman, gli autori hanno infatti deciso di assegnare sembianze animali ai protagonisti della loro storia.

Abbiamo scelto gli accostamenti volta per volta, - hanno spiegato gli autori, - cercando di coniugare il carattere e i tratti fisici. Così Falcone è diventato un gatto e Borsellino un fox terrier, Riina e Provenzano sono dei cinghiali, Cossiga è un ariete, Andreotti un pipistrello, Dalla Chiesa un bulldog, Vito Ciancimino è un lupo.

Tradizione e invenzione, dunque, ma non solo: c’è una terza caratteristica che rende speciale questo libro, ed è l’accuratezza della ricerca. Come testimoniato dalla lunga bibliografia, ognuna delle splendide vignette acquerellate poggia su basi solide, ognuna è riconducibile a episodi precisi documentati da immagini, registrazioni, documenti.

Un fatto umano è un omaggio poetico di grande bellezza, ma è anche un racconto politico e profondamente «morale», un vero e proprio viaggio nella memoria e nella Storia, per ricordare, imparare, e – come è successo agli autori – auto-sensibilizzarci, lasciandoci contagiare dal coraggio e dalla fiducia nella giustizia che sono l’anima pool antimafia di Palermo.

Un fatto umano di Manfredi Giffone, Fabrizio Longo e Alessandro Parodi (Einaudi, Stile libero Extra) - pag. VIII - 376 - € 24,00 - ISBN 9788806198633