Habanero di adozione, antillano per nascita e per costumi, carnalmente spirituale, Gutierrez è orgogliosamente cubano e, attraverso l’esaltazione del suo spirito caribeño, trascina il lettore negli archetipi delle situazioni più insolite. Pedro Juan è nato a Matanzas, la città della rumba, e risente delle sue origini fin nel midollo: non solo perché ha fatto della musica – rumba, salsa, cha cha cha, guaguancon - cornice ai suoi scritti, ma anche perché è uno di quei personaggi che sanno rendere barocca la propria biografia, arricchendola di mestieri strabilianti: è stato strillone, gelataio, bracciante di canna da zucchero, tecnico delle costruzioni e professore di disegno, autore di documentari, attore e animatore alla radio e in televisione, viaggiatore, è poeta visual-sperimentale, scultore, istruttore di kajak, e poi giornalista e professore universitario.

Dal 1950, anno in cui è nato, ha imparato a convivere con quell’abilità d’improvvisazione che richiede la povertà, mescolandola con la sua capacità di iniziativa. Delle lunghissime letture, scaturite dall’incontro con protagonisti assoluti della letteratura, conserva pochi nomi: Capote, Hemingway, Salinger, Dos Passos, Faulkner, per non citare i suoi conterranei Alejo Carpentier, Lezama Lima e Eliseo Diego. Quando nelle interviste gli si accenna ch’è stato definito il Bukowsky delle Antille, contesta storcendo il naso: «Bukowoski non mi piace, è un autore ripetitivo e molto superficiale, a differenza di Raymond Carver».

La poliedricità dell'autore si manifesta nella sua capacità di mettersi in gioco e di reinventarsi anche artisticamente. Le sue pitture (nelle immagini) risentono di quello che lui definisce "abstraccionismo matérico", lo stesso dualismo tra spirito e materia, tra inconsistente e concreto, che si ritrova nei suoi romanzi.

La vita concreta, la sopravvivenza, la miseria e il riscatto sono temi conduttori delle sue opere e, al di là di ogni legittima possibilità interpretativa dei suoi dipinti, anche qui si ritrovano tematiche buie: "Quasi tutti i miei personaggi sono condannati alla povertà, alla miseria. Ognuno cerca di riscattarsi, con più o meno successo, dalla povertà. Questo, credo, è il tema predominante nei miei libri. La stessa cosa è successa a me, nella mia vita. La povertà è stata una costante nella mia esistenza: come andare avanti, come lasciarsi alle spalle il provincialismo, l'ignoranza, il maschilismo, il razzismo, la povertà, materiale e dello spirito. La mia dannazione è stata lasciare alle spalle tutti gli ostacoli e lottare con decisione per vivere un po' meglio, materialmente e spiritualmente".