In occasione dell’uscita dell’antologia Volo su Titano, in questi giorni in libreria e nei bookstore grazie a Fratini Editore, abbiamo incontrato i curatori di questa incredibile iniziativa di riscoperta di un grande autore pulp: Stanley G. Weinbaum.

    

Com’è nata l'idea di presentare oggi un grande autore pulp di quasi un secolo fa?

Gian Filippo Pizzo: proprio perché è grande, e i grandi non hanno età! Intendiamoci, non è che i suoi racconti siano tutti capolavori, ma sono sicuramente superiori alla media del periodo, e il fatto che restassero ancora degli inediti è una cosa che notavamo da anni, aspettando che qualcuno si decidesse a tradurli. In particolare, l'assenza del terzo racconto di Van Manderpootz ci aveva molto colpito, perché si tratta di un personaggio che avrebbe avuto una serie di imitazioni (dal Gallagher di Henry Kuttner ai "professori matti" del cinema Disney - tipo Flubber) e ci è sembrato giusto rivendicare la primogenitura di una idea divertente.

      

Fra tanti autori del genere, come è ricaduta la scelta su Weinbaum?

Luca Ortino: La prima scelta è caduta su Weinbaum, autore da noi molto apprezzato sia per il suo capolavoro Un'odissea marziana che per l'alta qualità media dei suoi racconti, che  in quegli anni erano sicuramente superiori a quanto pubblicavano gli altri autori, anche coloro che sarebbero diventati in seguito molto famosi ma che solo nella loro maturazione successiva avrebbero espresso il meglio di sé. Rimane infatti in tutti i fan il rimpianto di non avere potuto sapere cosa questo autore avrebbe potuto esprimere negli anni a venire a causa della morte prematura; anche per questo motivo Weinbaum conserva intorno a sé un'aurea quasi leggendaria. L'editore Fratini ci ha fornito, con la nascita di questa collana, l'occasione giusta che noi quattro attendevamo da tempo: la possibilità di vedere pubblicati in un unico volume - agile e colorato come i pulp dell'epoca - tutti i racconti di Weinbaum che risultavano inediti in Italia!

     

Cosa ha voluto dire tradurre un autore così "lontano" come Weinbaum? Qual è il suo stile narrativo?

Roberto Chiavini: Vorrei sfatare un luogo comune che vede la narrativa pulp come "lontana". Se ci si riflette solo un attimo, non è assolutamente così. A pensarci bene, Weinbaum è coevo di autori non solo come Robert E. Howard o H.P. Lovecraft, ma anche di Agatha Christie, di Erle Stanley Gardner, di Dashiell Hammett, persino – e mi rendo conto di volare alto – di William Faulkner ed Ernest Hemingway. Weinbaum è un autore dallo stile piuttosto semplice, generalmente molto scorrevole, dotato di particolare abilità nella descrizione delle forme di vita aliene (con maggiore evidenza, ovviamente, nei racconti di fantascienza spaziale che lo hanno reso celebre, presenti in questo volume solo in minima parte, essendo stati editi già più volte in Italia), e di un sottile umorismo di fondo, più evidente nel ciclo di Van Manderpootz, qui riproposto in forma integrale. Alcuni racconti, a tratti, sembrano leggermente datati, ma nel complesso la lettura è piacevole. Ha quindi incontrato pienamente il mio gusto e mi sono divertito molto a tradurlo per il pubblico di oggi, spero in modo accettabile, nonostante qualche difficoltà dovuta all'invenzione di neologismi, all'uso di forme gergali oggi non più usate e di termini molto specifici.

       

L'antologia uscirà anche in forma digitale: è possibile che questo formato, veloce ed economico, sia la versione moderna delle riviste pulp?

Stanley G. Weinbaum
Stanley G. Weinbaum
Roberto: Perché no? Attualmente c'è un grosso revival degli autori del periodo dei pulp e anche di alcune riviste tout court in particolare a opera di piccoli editori statunitensi (in particolare la Radioarchives e la Altus Press, per le quali collaboro), che usano il formato ebook – insieme a quello degli Audiolibri, anch'esso molto più diffuso all'estero – per riproporre in formato integrale e a costi veramente molto ridotti (da 0.99 a 2.99 dollari) intere collane del passato (specialmente i grandi eroi dell'epoca, da noi talora emeriti sconosciuti, come G-8 and his battle Aces, The Spider, Operator 5, Captain Future... decine e decine). Di solito si affianca sempre a una produzione cartacea vecchio stile – spesso in questi casi anche con tirature limitate in hardback – quella in formato digitale e audio. Pian piano ci arriveremo in maniera standard anche da noi e a costi competitivi.

    

Weinbaum è solo l'inizio: cosa bolle in pentola per il futuro?

Roberto: Per il futuro abbiamo tantissimo materiale da proporre e cercheremo di essere il più variegati possibile nelle nostre scelte, per dimostrare l'eccezionale varietà narrativa della letteratura pulp e lanciare (o rilanciare) generi da noi poco noti o passati presto nel dimenticatoio. In periodi come questo, dove nella fantascienza si vanno a cercare contaminazioni con il passato (Steampunk) o ci si abbandona come se fosse una novità assoluta al romanzo storico in tutte le sue forme, basterebbe scavare nel mare magnum della pulp fiction per scoprire come tutto o quasi fosse già stato scritto o proposto in passato, e bastasse un po' di entusiasmo bibliofilo per andare a scovare delle piccole gemme nascoste.

Dopo Weinbaum, proporremo un altro autore molto famoso, Robert E. Howard, andando a riscoprire una parte del filone narrativo che più lo rappresenta nel suo Texas d'origine, e che da noi è stato finora trascurato: il western, che in più di un'occasione nel suo caso - ma non solo - è nient'altro che heroic fantasy con le sei-colpi al posto degli spadoni.

Poi andremo a incontrare un autore della "scuola" lovecraftiana, Henry S. Whitehead, per immergerci nel suo "horror" caraibico e lasciarci prendere dalle sue fascinazioni d'antan. Sarà poi la volta di un grandissimo della narrativa pulp, Frederick Faust, l'uomo dai mille pseudonimi - Max Brand è il più noto - creatore di un personaggio conosciuto anche per lontane ragioni televisive (il Dottor Kildare), ma principalmente autore western, che andremo a riscoprire nella sua narrativa storica di ambientazione simil-rinascimentale (è vissuto a lungo sulla collina di Fiesole, alle porte di Firenze ed è morto sulla Linea Gotica nel 1944, come corrispondente di guerra). E stiamo pensando anche al poliziesco e al noir... Insomma, ne avremo per tutti i gusti e di tutti i generi. Continuate a seguirci con fiducia.

     

Però il nome della collana, Mellonta Tauta, farebbe pensare ad una collana solo di fantascienza...

Walter Catalano: Non esattamente. È da intendersi soprattutto come un omaggio a Edgar Allan Poe, il grande maestro statunitense che ha praticamente inventato tutta la letteratura moderna - i generi letterari, la narrativa psicologica, la poesia simbolista - partendo, alla estrema periferia del mondo letterario che avrebbe sconvolto, dalla modesta posizione di pennivendolo, umile rinnovatore del gotico a lui contemporaneo. In questo senso la collana vuole essere una celebrazione della narrativa di genere, vista però come specchio della società e come territorio di massima libertà inventiva tematica e stilistica. Cosa c’è di più rigorosamente strutturato di un sonetto? Eppure, la rigidità delle regole e delle convenzioni ha stimolato al massimo la creatività e il sonetto è - nella sua lunga storia da Iacopo da Lentini ad oggi - ancora vivo e vegeto. Mutatis mutandis, il discorso è analogo per la narrativa di genere: nei suoi esempi migliori, l’apparente schematicità dell’assunto paraletterario riesce a creare aperture inusitate di originalità e novità. Almeno così la vediamo noi, del resto la presentazione della collana sul sito della Fratini Editore è chiara al riguardo.

    

E come mai la collaborazione con la Fratini Editore? Come siete venuti in contatto?

Gian Filippo: L'idea, che per prima era venuta a Roberto, l'avevamo da diverso tempo e avevamo anche pensato di fare una nostra casa editrice o almeno una associazione culturale che pubblicasse libri digitali. Io ero già in contatto con Tiziana Fratini e con la sua associazione "La parentesi della scrittura", che era stata molto gentile permettendomi di presentare le mie antologie. Quando ho saputo che avrebbe fondato una casa editrice le abbiamo subito proposto la collana: in fondo a noi interessava solo la pubblicazione e questa soluzione ci permetteva di evitare tante incombenze. Abbiamo avuto un'ottima accoglienza e soprattutto tanta curiosità per la narrativa di genere e il pulp, che forse all'inizio esulava dai programmi dell'editrice, tendenzialmente rivolta verso la letteratura non di genere, la poesia e la saggistica. Siamo molto felici che l'idea si sia concretizzata e del rapporto che si è creato tra noi, fatto di rispetto e reciproca fiducia. La casa editrice è giovane e agli inizi, speriamo solo che ci sia un riscontro economico soddisfacente che possa permettere il proseguimento dell'iniziativa.

     

Infine, voi siete in quattro. Diteci qualcosa di voi e come vi organizzate per la curatela.

Gian Filippo: intanto siamo quattro amici che ogni tanto si incontrano per una pizza e per chiacchierare di SF, donne e motori (no, motori no), e singolarmente o in varie combinazioni portiamo avanti diverse iniziative (tra le altre, io e Walter curiamo antologie, Luca collabora con le Edizioni della Vigna, io e Roberto scriviamo di cinema fantastico assieme a Michele Tetro, eccetera). Per quanto riguarda la collana, collegialmente scegliamo gli autori e le copertine dei volumi, facciamo le ricerche bibliografiche e rivediamo i testi che Roberto traduce. E, stranamente, ci troviamo sempre d'accordo.

       

Luca:  Nel nostro caso si concretizza nella sua migliore espressione il noto motto “l’unione fa la forza“; l’amicizia e la comune passione che ci lega sono un collante che potrebbe, nel futuro, farci raggiungere qualunque tipo di traguardo editoriale congiunto ora che all’immutato entusiasmo giovanile si è venuta aggiungendo la calma determinazione fornita dalla maturità, tutto questo magari prima che una serena vecchiaia trascolori i nostri processi ragionativi... Questo perché in fondo ci vogliamo bene e ci prendiamo spesso anche un po’ in giro... mi stupisce, per esempio, che su queste pagine nessuno abbia fatto riferimento alla mia passione per la letteratura erotica... Anzi mi sbagliavo vedo che più oltre qualcuno già manifesta una giusta preoccupazione al riguardo.

           

Roberto: Personalmente il concretizzarsi di questo progetto che avevamo in nuce da tempo è stato realmente realizzare un sogno. Ho infatti trovato il modo - come tante volte è fortunatamente accaduto nella mia vita, specialmente in campo ludico e letterario - di trasformare una passione inveterata (che da qualche anno era diventata, come si usa dire a Firenze, una “fittonata”) in una collana libraria nuova e originale (anche se affonda le sue radici in un passato apparentemente piuttosto lontano), portato avanti con amici carissimi e straordinariamente duttili e feraci, e un editore giovane ed entusiasta, che ci ha lasciato fin dall'inizio totale carta bianca ed espresso verso di noi una fiducia e un apprezzamento come non avevo mai incontrato prima in questo ambito.

Il nostro gruppo funziona molto bene, si integra alla perfezione pur se con anime diverse (è questa la sua forza principale), ma tutte volte allo stesso modo all'attualizzarsi di un medesimo obiettivo: dare ai lettori qualcosa che prima non c'era, e che forse non ci sarebbe mai stato, se non avessimo osato addentrarci in territori che da troppo tempo si erano ritenuti "preistorici", "fuori moda", "fuori mercato". Siamo sicuri di non esserci sbagliati.

          

Walter: Di solito tiriamo a sorte... Scherzo. Ognuno ha i suoi gusti specifici e le sue competenze (pur condividendo con gli altri una approfondita conoscenza di tutto il campo), in questo senso ci alterniamo bene e ci divertiamo anche... senza litigarci troppo autori o tematiche preferite. A grandi linee, Gian Filippo inclina più per la fantascienza; Roberto - che è il traduttore vero e proprio anche se coadiuvato dalle nostre scrupolose e pedanti riletture e correzioni - verso il western, il poliziesco e l’avventura; io verso l’horror, il gotico, il weird e il noir; Luca... non so se è il caso di dire verso cosa inclina Luca... se mai avremo problemi di censura sarà per colpa sua...!