Apparso unicamente nel 1961, come numero 5 della collana “I Libri Neri Mondadori”, torna finalmente in edicola un grande noir del maestro James Hadley Chase: Ma ho vissuto troppo poco (But a Short Time to Live, 1951), che torna queste mese in edicola con la traduzione di Bruno Just Lazzari nel numero 3 della collana speciale annuale I Classici del Giallo Mondadori ORO.

Dalla quarta di copertina:

Harry Ricks, fotografo squattrinato, è il classico tipo tranquillo che si innamora della ragazza sbagliata. Lei si chiama Clair e dice di essere una modella, in realtà è una poco di buono. L’ha incontrata in un bar, davanti a un bicchiere di whisky, e ne è rimasto folgorato. È stato un appuntamento col destino, secondo l’ingenuo Harry, a cui tutti cercano inutilmente di aprire gli occhi. Un appuntamento fatale, in ogni caso, perché le donne troppo belle portano guai. E quando sarà costretto ad accettare la verità su chi sia davvero la sua fiamma, il matrimonio gli sembrerà l’idea migliore: senza dubbio la vita coniugale la riporterà sulla retta via. Il miracolo della redenzione, eccetera. Dovrà imparare a sue spese che non c’è amore, per quanto forte, in grado di cambiare la natura umana e cancellare le ombre del passato. Ombre minacciose. Ombre di morte.

Ecco l’incipit:

La grassona sorrise a Harry con aria impacciata quando le porse il biglietto. “Peccato” pensò lui “che si sia lasciata andare in questo modo.” I capelli in disordine le spuntavano dal cappellino non adatto, aveva gli occhi cerchiati e stanchi, e il luccichio della sua pelle faceva pensare che avesse appena finito di cuocere un intingolo qualsiasi. Ma sembrava lusingata che Harry l’avesse fotografata, e lesse attentamente il biglietto prima di infilarlo in borsetta.

— E pensare che non l’avevo vista! — disse. — Scommetto di avere un aspetto spaventoso.

— No, le assicuro. Si riesce molto meglio, quando si viene fotografati a nostra insaputa — rispose Harry. — La foto sarà pronta domani pomeriggio. Non è obbligata a comprarla, ma spero verrà ugualmente a vederla.

— Oh, verrò certamente. Link Street è vicino al Palace Theatre, non è vero?

— Esatto. È la prima a sinistra in Old Compton Street.

La donna ringraziò ancora Harry, e gli sorrise. Qualcosa della sua bellezza perduta riaffiorò, come un gioco di trasparenze visibile soltanto in controluce, poi lei si allontanò, ficcando sotto al cappello le ciocche scomposte.

Quella era stata l’ultima foto della giornata. Harry ringraziò il cielo mentre toglieva la pellicola impressionata, la metteva nell’astuccio metallico e riponeva quest’ultimo in tasca. Si sentiva gelato e stanco. Lavorare quattro ore filate per la strada non era granché faticoso quando c’era il sole e la gente trovava piacevole farsi fotografare. Ma quel giorno sul West End pesavano dense nubi accompagnate da vento gelido, e la marea di persone che percorreva Regent Street in su e in giù non era in vena di farsi ritrarre. Più di un passante aveva guardato male il fotografo rifiutando il biglietto che Harry porgeva o, pur avendolo accettato, se n’era liberato dopo un’occhiata distratta. Aveva scattato più di cento foto, ma pensava di potersi ritenere fortunato a venderne venticinque.

Infilò la macchina fotografica nella custodia, se l’appese alla spalla e, come ogni giorno a quell’ora, scoprì che non aveva niente di particolare da fare.

James Hadley Chase è lo pseudonimo di René Brabazon Raymond (1906-1985), autore britannico di gialli e noir. Con un passato da venditore di libri porta a porta, ha esordito nella scrittura con il romanzo Niente orchidee per Miss Blandish, accolto da immediato successo. Nella sua ricca produzione narrativa ha descritto con ritmo incalzante e stile incisivo un mondo di violenza e pessimismo, popolato di personaggi complessi e ambigui. Si è firmato anche con gli pseudonimi di Raymond Marshall, Ambrose Grant e James L. Docherty.

All’interno, il racconto Zeno Malerba, fotografo di Marzia Musneci.

Ma ho vissuto troppo poco di James Hadley Chase (I Classici del Giallo Mondadori ORO n. 3), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Bruno Just Lazzari