In libreria dai primi di settembre troviamo un nuovo romanzo della scrittrice indiana Anita Nair, una scrittrice le cui opere sono conosciute in tutto il mondo e particolarmente apprezzate in Italia.

Questa volta la scrittrice abbandona il romanzo dove descrive l’amore, il racconto gotico e la fiaba per ragazzi per debuttare nel romanzo giallo con La ferocia del cuore (Cut Like Wound, 2012) e lo fa con notevole bravura descrivendoci quel lato nascosto, che non viene descritto nei romanzi che arrivano in occidente e nei tantissimi film prodotti a Bollywood (amore, musica, danze, scenari esotici e poco altro).

Ribadiamo, si tratta di un romanzo che miscela elementi della detective story con quelli dark e ci svela il lato oscuro, violento e perverso dell’India e descrive anche la vita nella ricca città di Bangalore, città che ha avuto un grande sviluppo grazie all’informatica, tanto che viene chiamata la Silicon Valley Indiana. In India, e in particolare in città come Bangalore a fronte di persone ricchissime che vivono nella più totale agiatezza vi è una grande quantità di persone che vino nella povertà e nel degrado fisico e morale più totale.

Il protagonista è l’ispettore Borei Gowda un uomo intelligente ma con problemi dovuti al matrimonio, al figlio, a un suo vecchio amore che è tornato a bussare alla sua porta.

Ora deve indagare sulla morte di un farmacista, i suoi superiori vogliono archiviare il caso, poi avviene un altro omicidio che sembra non avere nulla a che fare con il primo, ma il “fiuto” di Gowda gli dice che le due morti sono in qualche modo legate tra loro e per scoprire cosa avviene e chi è il serial killer l’ispettore deve immergersi in quel mondo fatto di poveri, di eunuchi, pedofili, transgender e quanto di peggio crea la mente malata dell’uomo.

un brano:  

"Borei Gowda gettò un’occhiata al registro dei casi. Durante la sua assenza sembrava che alla stazione ci fosse stato un gran fermento. Due casi di furto con scasso. Una lite domestica. Un bambino annegato accidentalmente. Un omicidio.

Gli doleva la testa. Un martellio nella parte posteriore del cranio come un motore Royal Enfield a quattro tempi. Solo che questo aveva una messa a punto difettosa. La nota ticchettante aumentava di minuto in minuto e poi, d’un tratto, divenne qualcos’altro.

Gowda si premette le tempie con le dita. Più forte, sempre più forte, sperando che la pressione attutisse il battito. Perché la sera prima aveva bevuto tutto quel whisky? Avrebbe dovuto limitarsi al suo solito Old Monk e coca con scorza di lime. Il rum, per quanto ne bevesse, non gli lasciava mai i postumi di una sbornia. Col whisky non c’erano altrettante garanzie, la mattina successiva." 

L’autrice: 

Anita Nair vive a Bangalore, in India. Guanda ha pubblicato i romanzi L'arte di dimenticare, Un uomo migliore e il best seller internazionale Cuccette per signora. In Italia sono usciti anche Il satiro della sotterranea. Racconti urbani e gotici, raccolta con cui ha esordito, Padrona e amante e La mia magica India, libro di fiabe per ragazzi.

la quarta:  

È il primo di agosto, a Bangalore, quando viene rinvenuto il cadavere di un farmacista. Sembra un caso destinato a essere archiviato in fretta, ma la settimana successiva il ritrovamento di un’altra vittima segna l’inizio di una serie di misteriosi omicidi, all’apparenza non legati tra loro. Solo l’ispettore Borei Gowda, uomo dall’indole ribelle e dal fiuto eccezionale, riesce a cogliere uno schema dietro i delitti, dove nessuno vede niente. Insieme al sottoispettore Santosh, novellino zelante e maldestro, si invischia in un’indagine complessa, ostacolato dai superiori corrotti. Né trova pace nella vita privata: una moglie assente e un rapporto da ricostruire col figlio, Gowda, abituato ormai a una vita solitaria e disordinata, ha paura di rimettersi in gioco con Urmila, un amore del passato che ha bussato alla sua porta dopo ventisette anni. L’assassino intanto continua a uccidere: la chiave per risolvere il caso si nasconde nei bassifondi della città, ma gli indizi sono fragili e mutevoli, appesi a un filo per aquiloni agitato dal vento, sottile e tagliente come una lama...

Nella metropoli dell’Information Technology, dove modernità e tradizione si scontrano ogni giorno, dove gli slum fatiscenti convivono con le sontuose dimore dei politici, tra i vicoli bui e il verde placido dei quartieri residenziali, tra mercati di spezie e ammassi di rifiuti, prende vita il nuovo romanzo di Anita Nair.

La ferocia del cuore di Anita Nair (Cut Like Wound, 2012)

Traduzione Francesca Diano

Ugo Guanda Editore, collana Narratori della Fenice, pagg. 375, euro 18,00