Un piccolo borgo di montagna può nascondere molti misteri, la verità può perdersi fra i meravigliosi paesaggi montani e gli uomini possono compiere indisturbati le loro vendette. Il commissario capo Oliver von Bodestein e la sua collega Pia Kirchoff si trovano costretti ad indagare sulla morte di David Goldberg un anziano uomo di origine ebraica che dopo decenni di esilio in America ha deciso di tornare a passare gli ultimi anni di vita nella sua terra natia, ma qualcosa non è andato come lui prevedeva, e il tranquillo tramonto della sua esistenza si è trasformato in un proiettile in testa inginocchiato sul pavimento del corridoio. Tutto nel caso si mostra inspiegabile e ancor più inspiegabile è perché un anziano perseguitato ebreo abbia il tatuaggio di riconoscimento delle SS. Ma la mano che si è armata contro Goldberg torna presto a colpire in un imprevedibile caccia all’uomo che affonda le sue radici nel passato più oscuro e crudele.

Ferite profonde di Nele Neuhaus, pubblicato da Giano editore nella nuova collana I libri della Civetta, rappresenta il ritorno in Italia della Neuhaus già autrice dello splendido Biancaneve deve morire (Giano, 2011), e ci presenta una nuova indagine degli investigatori Oliver von Bodestein e Pia Kirchoff che dopo il milione di copie vendute sono diventati personaggi popolari e amati da pubblico e critica.

Quello che stupisce della Neuhaus è l’assoluto fascino della sua scrittura, l’intreccio forsennato e parossistico della trama e la dolente umanità dei suoi personaggi. Il suo stile scorre, fluisce, scivola attraverso la pagina avvinghiando saldamente il lettore, dinamico e tagliente utilizza ogni elemento della scrittura per creare un mondo in cui far vivere personaggi e vicende, ma accanto a loro c’è spazio anche per il lettore che diviene personaggio invisibile in una trama in perenne mutamento (è lo stesso incredibile fenomeno di transfert che avveniva con la trilogia Millenium).

I personaggi costituiscono il valore aggiunto dei libri dell’autrice tedesca, uomini e donne (soprattutto i due investigatori), che umani e concreti si muovono in un intricata tela di ragno portando con se il fardello dello loro esistenze, del loro ingombrante passato, con il suo carico di gioie e dolori, amori e odii e che renderanno loro stessi ancor più vivi, reali, amati.

La struttura della vicenda è complessa e articolata ma si dipana con sorprendente semplicità nel susseguirsi degli omicidi e dei misteri, l’autrice sa dove condurre i suoi personaggi e lo farà con maestria e cattiveria. I misteri di un passato crudele e indicibile riemergono dalla memoria e divengono sangue e morte, odio e rancore, mentre i segreti più oscuri di una famiglia reclamano il loro tributo di vite, il tutto fino all’inevitabile precipitare di un finale inaspettato e sorprendente.

Uno splendido romanzo. Una storia e un intreccio affascinanti e coinvolgenti.

Nele Neuhaus la grande burattinaia di amore e odio, vita e morte.