L'enigma classico, forse il più celebre in assoluto, quello della “camera chiusa”, è al centro di questo racconto lungo di Leonardo Gori. L'insolita “camera chiusa” è un marchingegno creato dalla tecnologia hollywoodiana dell'epoca (1951): un “set rotante”, un enorme cubo di legno e metallo, mosso da motore e argano, che consente di ballare con meravigliosa naturalezza sul pavimento, sulle pareti e sul soffitto ai ballerini-attori del cinema. A tutti s'intende, ma soprattutto al sublime Fred Astaire, che è poi il protagonista di Danza macabra. Dentro questa “camera chiusa” c'è un morto ammazzato, lo strozzino più odiato nell'ambiente del cinema. Primo sospettato sarà proprio Astaire, in quanto si esercitava da un po' di tempo, di notte, tutto solo e di nascosto, dentro quel cubo. È proprio per difendere se stesso che il divo diventa investigatore. Di contro c'è un poliziotto non particolarmente intelligente, ma ammiratore indefesso di Astaire: ciò impone tatto e delicatezza da parte del sospettato nel difendersi. Ma c'è soprattutto da ricostruire i tempi e le mosse dei vari personaggi: non facile, ma Fred Astaire ci riesce. Così come ci riesce Gori, partendo dalle proprie conoscenze di cinefilo e di studioso del cinema (e chissà quante volte ha visionato i film con Fred). Dialoghi serrati e consequenziali. Un divertissement autentico (e per me la definizione non ne limita di valore, anzi...).

Gori inaugura questa piccola collana della Felici editore di Pisa, accompagnato da altri autori: Marco Vichi, Gianluca Morozzi, Washington Irving ed E.A. Poe.

Due appunti critici. Il primo riguarda il prezzo del volumetto: 4,90 euro sono decisamente troppi, paragonandolo con volumetti simili di altri editori, per non parlare dei mini ebook, ormai di lettura consolidata per i racconti giallo-noir-horror. Il secondo è una domanda: ma si doveva proprio scegliere l'usatissimo “Il pozzo e il pendolo” fra tanti racconti di Poe?