«Il giorno della loro prima vera rapina è semplicemente così. Perfetto».

Saranno infami è la storia dura e spietata di come si è arrivati a quel giorno. Alberto Paleari presenta un romanzo “infame” che ha il coraggio di mostrare una realtà terribile e scomoda, che ha il coraggio di puntare l’attenzione su quella che potrebbe definirsi la YouTube Generation: dove esisti solo se appari in un video estremo.

 

Ivan ed Astrid si sono conosciuti su facebook come si conoscono centinaia di persone quotidianamente. Poi sono passati agli SMS e in breve divengono inseparabili, accomunati da un profondo disincanto nei confronti della vita. Il vuoto esistenziale li accomuna, quello stesso vuoto che serpeggia in rete e conquista le menti di chi si sente vuoto - di chi “è” vuoto. Scoprono che YouTube è il luogo perfetto dove riversare video stupidi ed eccessivi, simboli del vuoto che accomuna loro a tantissimi altri nelle stesse condizioni. Condividere è comunicare fra simili, anche quando si comunica il nulla...

Ivan e Astrid cercano emozioni forti per colmare il vuoto che sentono dentro di sé, e caricare video “estremi” è la consequenziale risposta al loro bisogno di “qualcosa che sia tutto”. Il primo esperimento è un attraversamento stradale da brivido: un gesto sconsiderato che però fa conquistare loro un qualcosa che assomiglia alla fama: «Mille contatti! Ci pensi, Ivan? Mille contatti in un giorno solo. Mille persone che non conoscevamo e che hanno visto il video. Non è incredibile?» È ovviamente solo l’inizio.

«Io dalla vita voglio una cosa sola. Il successo. [...] Fortune and fame. Soldi e fama». Una frase terribile, una frase pericolosa, una frase infame. «Pianificazione, partenza, missione, fuga. Volevamo qualcosa e ce la siamo presa. Con la forza? L’illegalità? Il crimine? È irrilevante. Il fine giustifica i mezzi. La fama giustifica i pazzi.»

 

Paleari riesce ad identificare alla perfezione alcuni punti nevralgici di un fenomeno troppo recente per essere studiato a fondo, troppo contemporaneo perché si possa capirne la reale portata. I suoi personaggi incarnano due “giovani d’oggi” che vogliono emulare i loro idoli cine-televisivi - idoli violenti, ça va sans dire - perché vogliono il warholiano quarto d’ora di notorietà.

Ma non siamo più ai tempi di Andy Wharol, ottenere notorietà oggi è facilissimo ma dura molto meno di un quarto d’ora. Qual è questo sistema così veloce? Semplice: un insensato e violento atto di criminalità in diretta... Successo garantito.

Saranno infami è una storia durissima che cuoce sotto la cenere di una esistenza vuota e miserevole: l’humus perfetto per il proliferare della violenza. Con una sana contaminazione fra L’odio di Mathieu Kassovitz e il recente Il gioco dello svedese Anders de la Motte - che studiava proprio gli effetti nefasti della disperata ricerca di notorietà tramite i social forum - il romanzo va tutto in salita, in un crescendo di terribile verosimiglianza con il reale che ci circonda. Fino ad un apice... davvero infame!