Dal 4 aprile è arrivato nelle sale italiane il film Act of Valor (2012), diretto da Mike McCoy e Scott Waugh.

I due registi quasi esordienti (in realtà due attori-stuntman di lunga carriera) si sono incontrati nel 2007 per dirigere e produrre il breve documentario Navy SWCC. Dopo Act of Valor sono già a lavoro su un progetto intitolato Unknown Soldier, a dimostrazione che le trame belliche sono pane per i loro denti.

Ecco la trama:

Una missione per liberare un agente della CIA rapito svela per caso una trama agghiacciante, con conseguenze potenzialmente inimmaginabili, e una squadra scelta tra le élite delle forze armate, un gruppo di guerrieri ad altissimo addestramento, viene inviata in missione top secret. I valorosi uomini del Plotone “Bandito” cominciano una corsa contro il tempo da un punto caldo del mondo all’altro in una missione che si allargherà sempre di più.

  

La pellicola è sceneggiata da Kurt Olaf Johnstad, uno sconosciuto tecnico cinematografico che fa il salto di qualtà entrando a far parte del team di sceneggiatori del film 300 (2006). Non a caso, dopo Act of Valor, ha messo la sua penna al servizio di 300: Battle of Artemisia (2013), prequel del celebre film.

Act of Valor è quindi un film scritto, diretto e interpretato da sconosciuti: è questo un pregio per una pellicola che ha la grande responsabilità di risvegliare l’assopito pubblico italiano e renderlo sensibile ad un genere cinematografico quasi dimenticato? Forse sì: forse liberarsi di ingombranti nomi obsoleti e dare spazio a voci e volti nuovi può essere la svolta decisiva.

Non resta che andare al cinema e giudicare di persona.