Si avvicina l’11 maggio, data in cui a Villa Mondragone si svolgerà un convegno per festeggiare il centenario del ritrovamento in quel luogo del Manoscritto di Voynich - o MS408, come viene spesso chiamato utilizzando il codice della sua catalogazione all’Università di Yale.

In attesa dell’evento, abbiamo incontrato ed intervistato l’organizzatore Claudio Foti, saggista e prolifico romanziere romano che nel 2010 per le Eremon Edizioni ha pubblicato il libro Il Codice Voynich, dove analizza approfonditamente il “misterioso testo indecifrabile”.

                 

Com’è nata in te la passione per il Manoscritto di Voynich?

Scrivendo un romanzo storico. Per scrivere un libro di questo genere bisogna documentarsi approfonditamente per ricreare nel lettore l’ambientazione esatta. Avevo quindi bisogno di citare alcuni libri misteriosi e così sono incappato in questi strani disegni e in questo testo inesplicabile. Da quel momento in poi è rimasto nella mia mente e una volta pubblicato il romanzo storico mi sono messo sulle tracce del Codice Voynich.

                     

Qual è secondo te la tesi più plausibile sulla sua origine? Si pensa ancora a nomi come Ruggero Bacone?

Rispondo prima alla seconda domanda. No. Nel senso che Roger Bacon non può aver scritto personalmente il Codice Voynich, però qualcuno potrebbe, 180 anni dopo la stesura di un manoscritto di Bacon, aver copiato quel testo sulla pergamena. Questo è possibile, ma a mio avviso improbabile.

L’origine? È ancora sconosciuta, ci sono tesi che sono più probabili di altre ma nessuna finora si è dimostrata inequivocabile. Al manoscritto più misterioso del mondo mancano alcuni folii, forse in essi si cela la chiave di decrittazione.

                   

Ogni tanto qualcuno si alza e annuncia di aver “tradotto” il Manoscritto, proponendo però interpretazioni molto libere. Si riuscirà mai a trascodificare con criterio il testo?

Illustrazione dal Manoscritto di Voynich
Illustrazione dal Manoscritto di Voynich
Ci sono moltissime persone che tentano di decifrare il Voynich in tutto il mondo. Alcune delle quali per sensazionalismo rivelano di tanto in tanto i loro successi senza mai spiegarli approfonditamente e senza mai rivelare appieno cosa direbbe il manoscritto. Nel passato molti servizi segreti hanno cercato di comprendere quale fosse la chiave per decrittare il codice, ma nessuno ci è riuscito, almeno che si sappia.

Credo che ci si riuscirà se si affronterà il problema con mente aperta. Le menti sono come i paracaduti: funzionano solo se aperte. Il che significa che se si affronta un enigma con dei preconcetti si fallirà sempre. Certo per decrittare il Codice Voynich sarebbe utile trovare una sorta di “Stele di Rosetta”.

                   

Come rispondi ad uno scettico che ipotizzi una burla medievale?

Ci sono due tipi di scettici: il primo sostiene che il manoscritto in questione altro non sia che una burla perché, poverino, essendo un superbo, non riesce a comprendere quello che è scritto nel Voynich e pertanto questo deve essere, per forza, un linguaggio inventato. Al secondo tipo di scettico, eppure questa parola originariamente significava “chi osserva sospendendo il giudizio”, invece dico che la persona più famosa ad aver fatto questa ipotesi è lo scienziato Gordon Rugg, la cui tesi sulla griglia di Cardano come soluzione per la compilazione fraudolenta del Codice Voynich è stata pubblicata perfino sulla prestigiosa rivista Nature, per poi essere clamorosamente smentita dalla datazione al Carbonio14 di due anni fa!

                       

Che idea ti sei fatta di Wilfrid Voynich? Bibliofilo appassionato o fortunato mercante di libri?

Bibliofilo appassionato senza dubbio, ma non dobbiamo dimenticare che all’epoca molti cacciatori di libri antichi facevano gli stessi acquisti. Il fatto di essere un cacciatore di libri non è di per sé certezza di competenza e onestà, pensiamo a Poggio Bracciolini, per esempio. Ma comunque W. Voynich ha sicuramente avuto il merito di ripescare questo Codice dalle gallerie dei Gesuiti di Villa Mondragone.

                     

Su Voynich uomo si parla molto di meno rispetto al Manoscritto da lui trovato: secondo te non è fondamentale conoscere meglio chi ha trovato il Manoscritto?

Sinceramente no. Ritengo che Wilfrid Voynich sia stato giustamente affascinato dal gruppo di manoscritti, tra cui c’era il Codice Misterioso, che gli offrivano i gesuiti. Ma che non abbia avuto alcuna parte riguardo la compilazione del manoscritto. Al contempo non credo che sia riuscito a scoprire alcunché in quanto poi ha praticamente regalato il manoscritto che aveva pagato profumatamente.

                       

L’11 maggio prossimo si festeggerà il centenario del ritrovamento: vuoi parlarci del convegno che hai organizzato per l’occasione?

Certo. Si tratta, come hai giustamente detto tu, del centenario del ritrovamento del manoscritto. Si terrà proprio nel luogo ove questo libro misterioso è emerso dalle nebbie del tempo. Un’occasione unica, una celebrazione internazionale alla quale prenderanno parte gli studiosi più famosi del Codice Voynich. Sarà un’occasione d’incontro per i grandi esperti e per chi si avvicina per la prima volta a questa affascinante sfida. Verrà discusso lo stato dell’arte della ricerca della verità e verranno esposti i risultati delle ultime scoperte. Interverranno media nazionali e internazionali e finalmente Il Codice Voynich avrà la sua giusta celebrazione in quel Paese che forse gli ha dato la nascita e nel luogo in cui è ri-nato cento anni fa.