Il miglior thriller in circolazione si chiama Sulla strada di casa, opera di Emiliano Corapi e quando diciamo che è il migliore significa che lo è, punto e basta, mentre il resto al confronto è zero (tipo 40 carati e In Time…).

Un’azienda ad un passo dal fallimento. Un imprenditore (Vinicio Marchionni, un mostro di bravura soprattutto nel portare un paio d’occhiali che fanno tanto Clark Kent…) che per impedire che ciò accada accetta di fare il corriere per un’organizzazione criminale. Alla vigilia dell’ennesimo viaggio i componenti di una cosca criminale rivale gli sequestrano moglie e figli minacciando di ucciderli se stavolta l’uomo non consegnerà loro la merce del viaggio.

Non stiamo a spiegare tutto (ci mancherebbe…) ma lo script riesce ad estrarre sulla traiettoria Nord-Sud (Liguria-Calabria) e ritorno tutte le possibili variazioni-complicazioni del caso incrociando le vite disperate di due uomini con una abilità e una sapienza registica che lascia sbalorditi.

Non siamo dalle parti di “nulla è come appare”, anzi, è tutto molto chiaro. Siamo piuttosto in zona “deadline” con la conseguenza che il tempo, causa incertezze dei personaggi ed eventi del tutto casuali, inizia a scarseggiare mentre la tensione cresce a dismisura (e non c’è neanche bisogno di inquadrare una volta che è una un orologio…).

Se anche la storia fosse finita (come sembra che potrebbe…) su di una strada, complice una gomma bucata, già sarebbe stato un capolavoro, ed invece Corapi prosegue fino a quello che sarebbe sbagliato considerare un happy end mentre è soltanto una carezza in buio nero pece, specchio dei tempi si dirà, ma pure l’ennesima dimostrazione che il talento va dove gli pare e stavolta, per fortuna, s’è fermato nel cinema italiano.

Sappiamo già da un po’ che se c’è un fucile appeso ad un muro prima o poi sparerà…Stavolta al posto del fucile c’è un chiodo, pure storto, ma il risultato non cambia perché Corapi non spreca nulla, nemmeno non un chiodo (figuriamoci un fotogramma…).

Pistole che cambiano padrone come in un gioco di prestigio, ellissi come mannaie (clamorosa l’ultima…) mentre su tutto regna un meccanismo illuminato da smontare e rimontare per capire com’è che funziona così bene…