Pubblicato nella collana Intelligentia della casa editrice romana Iris 4 (con la prefazione di Simonetta Matone e la presentazione di Claudia Petricelli), Io, figlio parricida di Antonella Colonna Vilasi (criminologa esperta in psicologia giuridica e storica e specializzata in criminalità organizzata), offre al lettore un’attenta analisi delle sofferenze adolescenziali soffermandosi con particolare attenzione a quelle difficoltà generazionali nel rapporto genitore-figli capaci, come la cronaca nera spesso ci ricorda, di arrivare anche a consumare il gesto estremo del parricidio.

L’uccisione del genitore – si legge nella prefazione – non può più essere considerata solo espressione di disagio isolato ma epifenomeno di malessere collettivo che chiama in causa l’intera società”. I delitti tra le mura domestiche diventano quindi fatti di natura sociale, sono tragedie che rimettono in luce il malessere della nostra società contemporanea e si spogliano di quella maschera che sembrava farli appartenere solo al mondo della mitologia o degli archetipi letterari.

Analisi dei comportamenti adolescenziali, crollo dei modelli di riferimento in campo educativo, valori traballanti, abdicazione del ruolo genitoriale, la follia e l’attaccamento morboso agli interessi economico patrimoniali sono alcuni elementi di relazione che in questo saggio vengono sezionati per ricercare quella possibile scintilla, causa dei recenti fenomeni di parricidio che hanno scosso l’opinione pubblica. Dal caso di Pietro Maso, a quello di Stefano Diamante, o della giovane Erika che, con la complicità del fidanzato Omar, si è resa protagonista del duplice omicidio di Novi Ligure.

Sono molteplici le domande che fenomeni criminali di questa portata suscitano sia negli studiosi che nell’opinione pubblica spesso allibita dall’inasprimento di tanta violenza giovanile esercitata anche in gruppo. E qualche risposta, tra le pagine di Io, figlio parricida, si può senz’altro trovare.