I miti sono immortali. Un affermazione banale per un concetto reale.

Vi sono delle icone, letterarie, sportive, sociali, che si radicano così a fondo nella mente, nell’immaginario e negli affetti degli individui, che diventano parte inscindibile di una società e allora accade che queste icone/miti (termini forse abusati ed attribuiti con troppa facilità in un mondo che crea, macina, distrugge e dimentica con estrema facilità), quando sono reali, non invecchiano, non sbiadiscono nelle nebbie degli anni, ma anzi si evolvono, si adattano, si inseriscono in un processo di trasformazione che, nonostante essi siano immutabili, li rendono adatti all’evolversi dei tempi.

Sicuramente questo è il caso di uno dei miti letterari per eccellenza: Sherlock Holmes.

Il detective di Baker Street, ha attraversato immutabile, ma sempre attuale, ben tre secoli (dagli ultimi decenni dell’ottocento ai primi del nuovo millennio), e il suo successo non ha mai accennato a diminuire, basti pensare all’enorme riscontro di critica e pubblico che ha avuto la nuova trasposizione cinematografica di Guy Ricci (di cui è in lavorazione il secondo episodio) o ancora alla molteplicità di espressioni artistiche di cui è stato protagonista (dal cinema, alla televisione, al fumetto, al teatro, alla radio ecc) o alle innegabili influenza che lui ha avuto su tutta la letteratura mondiale.

Si tratta quindi a ben ragione di un personaggio immortale, vivo, e creativo e in questo contesto dinamico ed entusiasmante si inserisce con forza e vigore, e in una posizione di assoluto rilievo, Il Grimorio di Baker Street, una sorprendente antologia di apocrifi curata da J.R. Campbell e C.V. Prepolec, ed edita da pochi mesi dalla Gargoyle Books. L’editore, già artefice della ristampa in Italia di due fondamentali apocrifi del panorama sherlockiano (Lo Strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes e Sherlock Holmes contro Dracula, entrambi di Lauren D. Estleman), con questa nuova uscita aggiunge un ulteriore tassello, un ennesimo capitolo, al fuoco e alla passione che da decenni coinvolge milioni di persone.

L’antologia, innovativa e affascinante, raccoglie undici racconti apocrifi di altrettanti noti autori che, con un’impostazione originale e visionaria, catapultano il più logico e deduttivo dei detective in avventure fantastiche e soprannaturali: vampiri, maghi, psicopatici, dinosauri, artisti maledetti, dinosauri e… Peter Pan. Ricorrono anche personaggi del canone o di altre opere di Sir Arthur Conan Doyle, dal professor Moriarty al dott. Challeger. Sono presenti inoltri splendidi richiami ad altri autori cult come Wells e Verne.

Lo stile dei vari autori è, ovviamente vario, ma sempre di grande spessore (Kim Newman e il suo La lega del pianeta rosso semplicemente splendidi), ma la narrazione è sempre fluida ed accattivante le trovate geniali (basti pensare al racconto Tramonto rosso di Bob Madison in cui uno Sherlock Holmes ormai centenario, ma mai domo, si trova coinvolto in una vicenda e una narrazione hard boiled degna del miglior Dashiell Hammett). Originale anche il primo dei racconti Il bambino perduto di Barbara Hambly in cui fa la sua comparsa un altro personaggio mito: Peter Pan.

In conclusione si tratta di un’antologia che costituisce un vero e proprio scrigno di tesori, un’autentica miniera di emozioni e paure, un nutrimento per tutti gli appassionati di belle storie, genuine e pure capaci di far volare lontano il cuore e la mente.