Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi I Bastioni del Coraggio, Carthago, La Compagnia della Morte, Operazione Copernico, Il figlio del cielo e L’orda d’oro – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su Gengis Khan –, tutti editi da Mondadori, e La stretta del Pitone e China killer, rispettivamente per i tipi di Mursia e Tropea. Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” e “Distretto di polizia”. Direttore della rivista Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), ha pubblicato con Delos Books Il Prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per esordienti giunto alla sesta edizione.

Lei è scrittore, traduttore, sceneggiatore, direttore della Rivista Writers Magazine Italia, direttore editoriale di Delos Books. Dal suo punto di osservazione, quali sono le tendenze delle letteratura italiana contemporanea? In particolare, c’è un’evoluzione nel giallo/noir?

La vera evoluzione della letteratura contemporanea è la delineazione di nuovi generi nei generi, primo fra tutti quello dei vampiri, che un tempo era assimilabile all’horror ma ormai non più: chi compra i libri della Meyer (Twilight) o della Harris (la saga di True Blood) non è minimamente interessato all’horror, e si è appassionato di un nuovo genere. Stessa cosa per le streghe, e presto per gli zombie, di cui arriverà una vera e propria infornata di titoli. Qualcuno chiama tutto questo Urban Fantasy, con l’aggiunta della definizione Young Adult, e le sue diramazioni toccano anche altre sfaccettature del genere horror e noir, oltre che del fantasy. Insomma, una paraletteratura per un pubblico di adolescenti e grandicelli a cui piace il soprannaturale, il misterioso, il magico a tinte fosche, ma senza esagerare e con una componente romantica e adolescenziale che piace a mamme e ragazzine (che poi sono il pubblico forte che compra in libreria). Nel giallo/noir in particolare non c’è ancora niente del genere, ma non è detto che non ci si arrivi.

 

Ha pubblicato per Delos Books il Prontuario dello scrittore, manuale di scrittura creativa per esordienti ormai arrivato alla sesta edizione. Si dice che in Italia si legge pochissimo ma nel giro di alcuni anni sono fiorite molte scuole di scrittura un po’ dappertutto. C’è dunque tanta voglia di scrivere?

Lo confermo: ci sono più aspiranti scrittori che lettori, e questo mi esaspera. Come si può pensare di saper scrivere un romanzo, se non si legge che qualche libro all’anno? Se non si legge non si conoscono i generi letterari che vanno di più, le tendenze di mercato, il tipo di stile letterario che più piace e che attira lettori.

E non si assimilano le cognizioni di base che ogni aspirante scrittore dovrebbe conoscere come l’alfabeto, e che nessuna scuola di scrittura ti potrà mai insegnare. Ma a quanto pare le mie sono vane parole, perché in Italia tutti nascono già imparati, soprattutto gli scrittori alle prime armi, che pretendono di diventare grandi scrittori senza mai aver letto niente.

 

E’ appena uscito Scrivere crime story  a cura di Sue Grafton con Jan Burke e Barry Zerman. Si tratta di “una guida completa sui segreti del thriller e della crime story dagli autori della Mistery Writers Association of America” nella quale otto autori americani mettono a disposizione la loro esperienza nella scrittura di thriller, mistery e gialli per aiutare l’aspirante scrittore a realizzare il proprio sogno letterario. Come mai secondo lei un libro del genere esce in America? Secondo lei sarebbe possibile pubblicare qualcosa del genere in Italia?

Esce in America perché là si fanno spesso queste operazioni: si prendono i migliori autori di un genere e si chiede loro di rivelare agli aspiranti autori i loro segreti per scrivere una buona storia. Da noi non è altrettanto semplice perché gli scrittori tendono a tenere per sé i propri segreti, poi perché non abbiamo il concetto “associazionistico”, tipico degli anglosassoni, e quindi non capita spesso di vedere gruppi coordinati di autori che perseguono un programma comune e che si mettono in gioco per farsi conoscere dal pubblico. Qui da noi ognuno va per la sua strada, e se gli altri restano indietro… meglio così, c’è minor concorrenza.

 

All’interno del volume ci sono contributi davvero importanti di scrittori che hanno fatto la storia del giallo americano: Lawrence Block è il creatore di Matt Scudder, Ann Rule ha scritto diversi saggi di true crime, Sue Grafton è l’autrice della serie dell’alfabeto del crimine, ha scritto i romanzi “A come Alibi”, “B come Bugiardo” e così via, Tony Hillerman ha creato la coppia di investigatori navajo… insomma, questo libro è un vero scrigno che raccoglie mille tesori. Una pubblicazione del genere poteva essere ambita da tanti editori italiani. È stato difficile ottenerne i diritti per la traduzione?

Il fatto è che ormai i grandi editori non hanno tempo per mettersi a capire che cosa esce di bello sul mercato, approfondire il valore dei singoli libri e provare a portarli nel nostro paese. E’ molto più facile (e redditizio, in realtà) leggersi la classifica dei libri più venduti e comprare quelli a scatola chiusa.

Per fortuna, il lavoro di indagine e di selezione del materiale che magari ha venduto un po’ meno ma non per questo è meno interessante, è svolto dai piccoli editori, come Delos Books, che scovano queste perle e le traducono per i lettori italiani. Sperando che qualcuno se ne accorga…

 

C’è qualcosa che avrebbe aggiunto a questo manuale o ritiene che sia davvero un’opera completa?

Personalmente lo ritengo completo ed esaustivo, anche se naturalmente alcuni esempi riportati calzano meglio per la situazione editoriale americana, che per quella italiana. Ma i consigli di autori come Connelly o Lawrence Block hanno un peso specifico così alto che nessuno può metterli in discussione o evitare di leggerli, se intende scrivere crime story.

 

A chi lo consiglierebbe in particolare? E oltre alla lettura di questo manuale cosa consiglia di fare per arrivare ad avere una buona scrittura in ambito di crime story?

Lo consiglio a chi è interessato ad apprendere alcuni ottimi meccanismi per migliorare la propria scrittura, non solo nell’ambito del thriller o del giallo. La valenza di questo manuale, infatti, è generale, e adatta a tutti gli aspiranti scrittori. Per migliorarsi continuamente, comunque, non bastano solo i manuali, seppure ben fatti come questo: occorre leggere, e molto, ed esercitarsi a scrivere; e poi confrontarsi con il mondo editoriale mandando racconti alle riviste e ai premi letterari, magari partecipando a qualche corso di scrittura ben fatto.

 

Cosa pensa dei manuali di scrittura e delle scuole di scrittura? A lei per esempio, quando ancora si affacciava nel campo della scrittura, sono serviti i manuali e le scuole? O è autodidatta?

Ai miei tempi non c’era niente, ci si doveva fare da sé, lottando sul campo di battaglia tutti i giorni, per crescere passo dopo passo.

I manuali e i corsi (se fatti bene) servono ad aprire la mente ai tanti aspiranti scrittori che credono di sapere già tutto e invece non hanno idea di quali siano i complessi meccanismi della scrittura e del mondo editoriale. Meccanismi che impari masticandoli direttamente ogni giorno, o se qualcuno te li spiega.

 

E’ appena uscito il suo ultimo romanzo I bastioni del coraggio. Come recita la fascetta: "Anno Domini 1548 — Una grande storia d'amore, di vendetta e di riscatto nella Milano della peste e dell'inquisizione". 

Dunque, un romanzo storico di avventura. Si tratta di un genere con antenati illustri, soprattutto nell’800. Cosa cerca il lettore di oggi nel romanzo di avventura?

Il lettore oggi cerca divertimento, prima di tutto, ma con una sana dose di cultura e di “sapienza letteraria” che l’autore deve essere in grado di trasmettere, dopo averle fatte sue. Per esempio, non basta saper scrivere un romanzo storico pieno di azione e di battaglie, bisogna che ogni singolo particolare sia ricostruito fedelmente, dopo un lungo e attento studio del periodo storico affrontato, in modo da ricreare per il lettore quel mondo antico che si vuole descrivere. Un’operazione molto più difficile di quello che sembra.

 

Grazie e alla prossima uscita.