E ancora mi succede, vado per firmare questo stesso articolo e dal sistema salta fuori la predisposizione a firmare "Graziano Braschi & Mauro Smocovich". In ricordo di quando insieme firmavamo la rubrica "Giallo Comico" qui su Thriller Magazine.

Per non dimenticare Graziano, uom dal multiforma ingegno, domenica 21 ottobre 2018 alle 11,00 Roberto Barbolini, Lucia Bruni, Sergio Calamandrei, Lido Contemori, Alberto Eva, Leonardo Gori, Renzo Martinelli, Claudio Mellana, Maurizio Pagnini, Massimo Presciutti e Giuseppe Previti parleranno del libro Graziano Braschi. Quell'uom dal multiforme ingegno (Effigi edizioni, 2018) alla libreria IBS+Libraccio di Firenze in Via de' Cerretani 16/R.

Graziano Braschi: umorista grafico, critico letterario e scrittore. Impossibile raccontarlo. Ne fanno una sintesi Berlinghiero Buonarroti e Roberto Pirani, che propongono e commentano un’accurata selezione dei suoi disegni e dei suoi scritti. L’umorismo di Graziano Braschi, oltre ad essere graffiante e urticante, è intelligente, raffinato, ingegnoso, sottile come la lama di un rasoio. Vivacissimo animatore culturale in Toscana e in Italia, è stato il collante di una lunga serie di attività letterarie legate ai mondi multicolori dell’avventura e del fantastico, in primis del giallo e del noir. In questo percorso di cognizione e di comunicazione usò il talento del disegno e il talento della scrittura. In successione ‘apparente’. Le due parti di questo libro intendono dimostrarlo: esse infatti non sono intese nel segno della ‘diversità’, ma in quello della ‘continuità’.

E siccome la vanità non perdona mai, qui di seguito vi lascio anche il mio scritto composto in occasione della commemorazione della scomparsa di Graziano, tenutasi il 29 novembre 2016 all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Graziano ci ha lasciato, ma no, non è vero, è un modo di dire, il 13 ottobre del 2015.

Graziano è quello a sinistra. Quelle sul tavolo sono bottiglie e bicchieri. Come può notare il più attento, sul tavolo c'è anche un calendario. Ma non si legge che era il 2007 a Serravalle Pistoiese.

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"Avrei voluto" di Mauro Smocovich

Avrei voluto scrivere un pezzo spiritoso, in cui facevo finta di essere interrogato da un commissario di polizia che mi chiedeva quanto fossi coinvolto in alcune attività estremiste per le quali avevano "beccato" Graziano con le mani nel sacco. Attività riguardanti soprattutto interventi comici e poco appropriati nei riguardi del delitto e della morte. In particolare la curatela di una rubrica telematica intitolata "Giallo comico" e di una antologia di racconti di vari scrittori in un libro intitolato "Riso nero".

Io negavo, ma piano piano lasciavo trapelare qualche informazione fino a far scoprire al commissario il mio completo coinvolgimento nei fatti.

Avrei voluto scrivere un intervento di questo genere, continuavo a girarmelo nella mente. Ma qualche giorno fa, complice un viaggio in macchina attraverso le Dolomiti e in sottofondo un po' di musica al pianoforte, mi è venuto da pensare a Graziano e la tristezza, che è sempre lì a due passi e ti accarezza e ride, lei, come diceva Enzo Jannacci, ha completamente smontato questo guizzo creativo semi-spiritoso. Vai a capire come funzionano le cellule cerebrali. 

Avrei voluto ricordare di più di Graziano e del lavoro che abbiamo svolto insieme, ma la mia memoria da qualche anno vacilla. E molte delle mail che scambiavo con lui nel periodo di intensa collaborazione tra il 2008 e il 2010 sono scomparse in un trasloco da un computer all'altro. Però ricordo che più che mail, che erano limitate allo scambio di informazioni sui racconti, Graziano preferiva la telefonata. Il parlare di persona. Un giorno a Lucca Comics volle incontrarmi per prendere un caffè e parlare del più e del meno, ovviamente in giallo. E poi ricordo di una telefonata abbastanza lunga mentre ero sugli scogli in Croazia con la quale Graziano prosciugò completamente il conto del telefono rendendolo inutilizzabile fino al mio rientro in Italia. Ah, Graziano.

Avrei voluto esserci, qui, oggi, di persona, ma il mio lavoro di libraio si è rivelato molto più impegnativo del previsto. Comunque sia, la forza della parola permette lo stesso che io sia qua, in questo momento. E di Graziano è piena la sala.

È un grande onore per me essere qui, anche se non fisicamente, ma con le mie parole, a parlare di Graziano, ma ancora più onore sarebbe stato se fosse stato Graziano a parlare di me. Non ho capito però perché per fare una di queste due cose almeno uno di noi due doveva non esserci più. Non si poteva fare che eravamo tutti insieme da vivi a farci quattro risate? Ma tant'è.

Per me Graziano era un mito, qualcuno di cui emulare le gesta. Da lettore avevo comperato i suoi saggi su Stephen King, alcune sue antologie, leggevo i suoi articoli nelle varie riviste a cui collaborava. Poi con sfrontatezza lo avevo contattato per la prima volta nel 2001 per farlo partecipare con un racconto al sito dei pinguini nel sottoscala, un sito di letteratura di genere che ho curato in quel periodo. Racconto prontamente pubblicato il 30 novembre del 2002, "La bestia trivella".

Poi lo avevo incontrato di nuovo a Milano durante un'asta per salvare "La Libreria del giallo" di Tecla Dozio e ci eravamo brevemente salutati. Sempre in giallo, ovvio, o forse in noir.

In seguito, quando diventai curatore di Thriller Magazine, grazie anche all'esperienza che avevo avuto con il sito dei pinguini, lo contattai per ricevere una pubblicazione da recensire e gli chiesi se voleva curare una rubrica per la nuova rivista di cui ero curatore.

"Ti ricordi di me?" scrissi "Il pinguino che si dà tanto da fare e che ora cura Thriller Magazine. Stavo leggendo un articolo sui vicoli delittuosi e i cimiteri…"

Avevo ritrovato Graziano leggendo un articolo sui vicoli delittuosi e i cimiteri. Maggio 2007, oggetto della mail: vicoli tortuosi portano a te.

E lui rispose entusiasta: "Caro Mauro, vuoi che non mi ricordi di te? e del glorioso inizio con i pinguinisottoscala?

Siamo sempre noi, è vero: nei crocicchi in giallo e noir più o meno importanti, in fondo ai vicoli pericolosi…"

E poi a sorpresa mi propose di curarla insieme, la rubrica. Inizialmente la voleva chiamare "Comic Noir" poi optammo per "Giallo Comico". Dentro ci dovevamo mettere umorismo nero, comico sgangherato, satira politica e di costume, ironia elegante e grottesco. In salsa delittuosa, s'intende…

La rubrica durò due anni, dall'11 febbraio 2008 al 10 febbraio 2010. Pubblicò più di 150 interventi, tra racconti, microracconti, recensioni e interviste. 

Ecco alcuni stralci delle nostre conversazioni via mail, in quel periodo. Giugno 2008, io: "A riprova che si vive solo ridendo tutto il resto è sopravvivere". 

In una mail successiva, lui: "Siamo gli Stanlio e Ollio della rubrica comica?"

E ancora, io: "Intanto elabora elabora elabora… menti come le nostre non si possono mai fermare, sono affette da moto perpetuo."

In un'intervista rilasciata a Marilù Oliva nel 2010, per il blog "Corpi freddi", alla richiesta di svelare l'uno una qualità dell’altro, Graziano disse di me: l'autorevolezza esercitata con dolcezza. E ancora mi commuovo per questa rivelazione. E io dissi di Graziano: la costanza e la laboriosità.

Per due anni i nostri nomi erano associati dal database di Thriller Magazine. E ancora adesso, quando vado a firmare i miei interventi sulla rivista, il sistema mi propone automaticamente di firmare "Graziano Braschi & Mauro Smocovich".

L'intensa collaborazione sfociò nella pubblicazione di un libro nell'ottobre del 2010. "Riso nero", edito da Delosbooks, in copertina campeggia un piatto di riso nero che macchia la tavola di sangue. Il sottotitolo era ”Gialli comici, brividi brevi e comici microcefali – diversi modi per ridere in noir”. Un'antologia composta da un mix di umorismo nero, di comicità sgangherata, di grottesco iperbolico, ma anche d’ironia leggera. 25 racconti gialli & comici, 64 brividi brevi di ghignanti risatine. 50 autori noti nel campo del noir, del giallo e del thriller italiano per garantire una lettura piacevole ed esilarante. Ma la quarta di copertina avvertiva anche di stare all'erta perché degli scrittori noir non ci si può fidare, sono crudeli, e come killer spietati tendono agguati nell’ombra con sorrisi beffardi e giocose pugnalate alle spalle. 

Si rideva della morte con Graziano, si rideva. E non ho capito se la Nera Signora abbia apprezzato o meno. Forse lo capirò quando sarà il momento. Adesso non ho molta voglia di farlo, né ci riuscirei, d'altronde. Ho solo voglia di salutare Graziano con un sorriso che mi strappa una velatura liquida agli occhi. Chissà però che non si stiano facendo quattro belle risate da qualche parte di là. Bisogna prenderla così com'è quest'Antica Signora che vuole sempre avere l'ultima battuta.

Avrei voluto fare un altro libro con Graziano, o scrivere un racconto insieme. Magari intitolarlo "La morte si fa bulla", un racconto che parlasse di quanto questa nera signora non apprezzi molto che ci si prenda gioco di lei e finisca sempre con volerla aver vinta per forza. Come se non fosse abbastanza forte di suo da doverlo dimostrare continuamente. Altro che riderci sopra, ogni tanto bisognerebbe prenderla a schiaffi. Ma anche stavolta lascio stare, si prendesse a schiaffi da sola, come gli scemi. Io stavolta le mani le risparmio per congiungerle ripetutamente in un applauso solitario e sincero. Solo, in questa stanza, mentre scrivo queste parole, e lo dedico a Graziano.