[01] 1974 - Il cittadino si ribella


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ThrillerMagazine
«Questore»
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MessaggioInviato: Dom 10 Dic, 2006 9:36 am    Oggetto: [01] 1974 - Il cittadino si ribella   

[01] 1974 - Il cittadino si ribella

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lamatagliente
«Killer professionista»
Messaggi: 272
MessaggioInviato: Dom 10 Dic, 2006 9:36 am    Oggetto: il cittadino si ribella   

buon esordio di questa attesa rubrica con un film- tra l'altro da poco ristampato dalla No Shame- che offre numerosi punti di discussione sul genere. Forse io avrei dato un voto leggermente superiore ma è questione di gusto.
vai così...
QUESTO E' ILVERO HARD BOILED italiano. la radice è cinematografica più che letteraria.
che ne pensate?
mauro smocovich
«Boss»
Messaggi: 347
MessaggioInviato: Lun 11 Dic, 2006 10:21 am    Oggetto:   

anche noir
in fondo è un termine che fu dato dai francesi a certi film americani
e poi è diventato letteratura

penso che su questa tua lettura delle cose si possa ragionarci su
Mauro Smocovich curatore del sito www.thrillermagazine.it
lamatagliente
«Killer professionista»
Messaggi: 272
MessaggioInviato: Lun 11 Dic, 2006 1:35 pm    Oggetto:   

Sì. è una mia convinzione radicata che il nero italiano degli ultimi decenni, includendo anche Almost blue e il nero italiano della mondadori abbia come punto di riferimento una cultura visuale che magari si estende anche al fumetto. in fin dei conti siamo autori che da ragazzini vedevano quei film e leggevano quei fumetti(kriminal e Satanik9 poi magari si sono affinati leggendo anche Ellroy o altri.
da un altro profilo la critica letteraria è sempre stata schifiltosa verso il genere che si è così dilatato, con qualche esagerazione ammettiamolo, sullo schermo.
perciò lo ripeto il poliziottesco e il thriller argentiano(non solo quello di Dario ovio9 sono la vera tradizione popolare italica.
chi mi smentisce?
dai che facciamo una belle discussione...
CorsaroVerde
«Macchina di Rube Goldberg» Macchina di Rube Goldberg
Messaggi: 1
MessaggioInviato: Mer 13 Dic, 2006 10:00 am    Oggetto:   

Faccio un esempio ricorrendo all'altro mio grande amore letterario: Emilio Salgari. In vita (e anche dopo) venne snobbato dalla critica, avversato dagli educatori, ghettizzto nel limbo della paraletteratura o, forse peggio, della letteratura per ragazzi. Poi, negli ultimi 20 anni, ecco un fiorire di disinvolte celebrazioni, audaci accostamenti, sostanziali travisamenti (c'è chi è arrivato a dire che era un verde ante litteram o un ideale fiancheggiatore dei moderni guerriglieri anticapitalisti). Non credo che per rivalutare un autore, un genere, un'opera, automaticamente occorra farne un modello estetico per le generazioni a venire.
Il poliziottesco degli anni Settanta oscilla tra il buon artigianato e il dozzinale prodotto industriale, era indubbiamente molto popolare, è quasi scomparso alla fine del decennio travolto dalla crisi del cinema italiano e dalla concorrenza della "fiction" televisiva.
Il poliziesco letterario coevo è partito da livelli letterari medio-alti (Sciascia, Soldati, Chiara) e si è imposto grazie al robusto artigianato di Scerbanenco; poi ha sfornato talenti individuali anche notevoli (Anselmi, Macchiavelli, Russo, Olivieri, Fruttero & Lucentini) che però non hanno fatto, in senso tecnico, scuola.
I giallisti o noiristi di oggi hanno una chiara (a volte narcisistica) consapevolezza dei propri mezzi, sanno utilizzare vari registri narrativi, utilizzano diversi media, conoscono a fondo il mercato e le sue trappole.
In questo hanno preso il meglio sia dell'esperienza poliziottesca (ripeto: interessante, ma dignitosa e onesta nel migliore dei casi) che di quella letteraria: ma non vedo in giro capolavori assoluti.
E non perché i capolavori non possano abitare il nero, il giallo o il rosa: manca forse un contenitore editoriale adatto che svolga,a livello più alto, la stessa funzione che ha avuto "Il Giallo Mondadori" per la produzione media da edicola.
Ho parlato troppo?
A presto
M.
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