L'Eretico: una recensione


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Fabio Novel
Sicario
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MessaggioInviato: Lun 04 Lug, 2005 5:05 pm    Oggetto: L'Eretico: una recensione   

Visto che nessuno - per ora... - si fa avanti a recensire l'ultimo romanzo di Altieri (testo che, pur considerando la cornice storica, vari elementi thriller li conserva - quindi concordo con il boss Mauro che è recensibile anche da noi), mando avanti la mia opinione, che trovate su: http://www.fantasymagazine.it/libri/141.
Beh, ammetto di essere curioso di sentire anche il vostro parere sul romanzo, trattandosi di una grossa scommessa per Sergio.
Ciao,
Fabio
rainwolf
Killer - Lupo Solitario
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MessaggioInviato: Mar 05 Lug, 2005 1:19 pm    Oggetto:   

Ciao Fabio, ho letto la tua recensione e l’ho trovata molto accurata e molto, come dire, “in stile”: perciò quello che aggiungo sono solo pochi appunti a margine rispetto a quanto hai già scritto e che condivido in massima parte.
Questo è secondo me un romanzo estremamente contemporaneo, nelle tematiche, nella psicologia dei personaggi, nella reiterazione della guerra infinita (ops, mi sembra che questa espressione sia già stata usata ….) : è proprio l’uso della reiterazione che secondo me trasmette alla perfezioni la sensazione claustrofobica della guerra, intesa come impossibilità di fuga dall'orrore.
Perfettamente d’accordo anche sul punto di vista “cromatico”, sia per quanto riguarda il contenuto che per quanto riguarda la copertina. L’altro giorno facevo caso al fatto che per la prima volta si trova un’opera di Altieri in bella evidenza anche nei supermercati, credo non tanto per un aumentato livello dei buyers letterari degli stessi quanto piuttosto sull’onda modaiola che ci infesta di angeli, demoni, discepoli, alchimisti e frattaglie varie: ho avuto un attimo di maligna soddisfazione pensando alla sorpresa di chi, pensando a una lettura facile di bassa macelleria, si troverà per le mani un romanzo vero, ben scritto, sicuramente come dici tu per palati non facili ma che ha il grande pregio di lasciare un’impronta. O, magari, mettere il seme di un dubbio.
Un aspetto in più che aggiungerei alla tua analisi è la presenza di molti elementi propri delle arti marziali, intesi come via di ricerca filosofica e non come mera tecnica di combattimento, ovviamente, e di conseguenza allo zen. Alcuni personaggi vengono legati agli elementi primari (aria acqua fuoco terra), Wulfgar è perennemente in bilico sul vuoto (il quinto elemento), il suo rapporto con la morte è molto simile allo spirito nobile dei samurai: credo che sia una chiave di lettura significativa nell’equilibrio generale dell’opera.
La condizione di haragei di cui parlano Deveraux e Klein è una sorto di snodo interpretativo in tal senso: haragei sta a significare la percezione assoluta, il cosmico mentale. All’infinito verso l’alto, all’infinito verso il basso. Se hai letto Ultima luce c’era un discorso analogo legato all’equazione del costruttore di lenti e all’insieme di Mandelbrot.
Okey, Okey, sto scivolando sul ghiaccio sottile dell’iperbole filosofica, sorry…… brutto vizio.
Un libro bellissimo, che poi trattasi di thriller, di romanzo storico, di romanzo epico, mi chiedo: ha importanza? Direi proprio di no.
Ciao Marina
Fabio Novel
Sicario
Messaggi: 53
MessaggioInviato: Mar 05 Lug, 2005 5:07 pm    Oggetto:   

Marina, grazie. Ci tenevo a leggere la tua opinione: ho trovato molto centrati sia i tuoi interventi che i tuoi contributi a TM. Inoltre, conosci la narrativa di Altieri a fondo. Tutte qualità che dimostri anche in questo tuo riscontro.

<<Ciao Fabio, ho letto la tua recensione e l’ho trovata molto accurata e molto, come dire, “in stile” (…)>>

Mi sembrava una buona idea quella di entrare in atmosfera con un minimo di ricalco. Recensire un’opera comunicando, in modo indiretto, appunto anche un certo stile. Poi, è chiaro: io non sono Alan D.
Spero che i fan di Sergio abbiano apprezzato l'esperimento…
Anche se in forma meno evidente (ma la causa è anche la peculiarità dello stile del nostro), è un approccio che talvolta ho già utilizzato.

<<Perfettamente d’accordo anche sul punto di vista “cromatico”, sia per quanto riguarda il contenuto che per quanto riguarda la copertina. L’altro giorno facevo caso al fatto che per la prima volta si trova un’opera di Altieri in bella evidenza anche nei supermercati, credo non tanto per un aumentato livello dei buyers letterari degli stessi quanto piuttosto sull’onda modaiola che ci infesta di angeli, demoni, discepoli, alchimisti e frattaglie varie: ho avuto un attimo di maligna soddisfazione pensando alla sorpresa di chi, pensando a una lettura facile di bassa macelleria, si troverà per le mani un romanzo vero, ben scritto, sicuramente come dici tu per palati non facili ma che ha il grande pregio di lasciare un’impronta. O, magari, mettere il seme di un dubbio.>>

Dunque, le onde modaiole non sono così dannose. Avvicinano i non-lettori alla lettura, e i fruitori di soli best-sellers a scoprire altre letture. E le copertine… beh, ho sempre sostenuto che hanno – volenti o nolenti, giusto e sbagliato – la loro innegabile importanza.

<<Un aspetto in più che aggiungerei alla tua analisi è la presenza di molti elementi propri delle arti marziali, intesi come via di ricerca filosofica e non come mera tecnica di combattimento, ovviamente, e di conseguenza allo zen. Alcuni personaggi vengono legati agli elementi primari (aria acqua fuoco terra), Wulfgar è perennemente in bilico sul vuoto (il quinto elemento), il suo rapporto con la morte è molto simile allo spirito nobile dei samurai: credo che sia una chiave di lettura significativa nell’equilibrio generale dell’opera.
La condizione di haragei di cui parlano Deveraux e Klein è una sorto di snodo interpretativo in tal senso: haragei sta a significare la percezione assoluta, il cosmico mentale. All’infinito verso l’alto, all’infinito verso il basso.>>

Trovo che questa sia una integrazione da evidenziare.
A completamento della recensione, via forum FM indirizzerò i lettori di FantasyMagazine a questo tuo commento.
A dire il vero, in una versione precedente della recensione (eccessivamente lunga, ho ristretto un tot la parte dei personaggi per non esagerare) accennavo sia all’uso letale di armi orientali, sia all’approccio filosofico di Wulfar. Quindi, sul Vuoto di cui il bravo guerriero (ma anche il bravo meditatore) si deve lasciare colmare. E sugli elementi.
Comunque sia, ammetto che anche in quel contesto non avevo affrontato l’aspetto nel modo sintetico ma mirato in cui tu lo hai esposto, soprattutto riguardo la condizione di haraghei.

<<Okey, Okey, sto scivolando sul ghiaccio sottile dell’iperbole filosofica, sorry…… brutto vizio.>>

Stiamo parlando di Altieri. Le iperboli sono in tema. Smile

<<Un libro bellissimo, che poi trattasi di thriller, di romanzo storico, di romanzo epico, mi chiedo: ha importanza? Direi proprio di no.>>

Per noi no di sicuro. Anche per la maggior parte dei lettori, io credo.
Comunque, essendo i canali di Delos prettamente tematici (anche se, per fortuna, con una visione generalmente non rigorosa), nel rispetto degli appassionati che li frequentano è giusto essere onesti nel riportare un quadro completo di caratteristiche. Io, per esempio, ho voluto proporre la recensione de L’Eretico a FantasyMagazine piuttosto che a TM (confidando peraltro in altri interventi) perché sono fermamente convinto che, pur non essendo un fantasy, questo romanzo possa piacere a molti culturi di un genere che troppo spesso viene ricondotto solamente a determinati titoli e autori, e soprattutto a una visione maniche del mondo. Non è così. Ma non continuo, perché andrei in OT.
Restando in casa, L’Eretico ha anche le caratteristiche di un thriller.

Alla prossima,
Fabio
rainwolf
Killer - Lupo Solitario
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MessaggioInviato: Mer 06 Lug, 2005 11:03 am    Oggetto:   

Lungi da me criticare chi legge cose leggere magari raccatate a caso al supermercato: anzi ti dirò, diffido sempre molto di chi legge solo capolavori, ostenta letture solo di nicchia, fa solo letture serie e impegnate … Ricordi fino a pochi anni fa come erano considerati, con disprezzo intellettuale, i “gialli”? Wink
Quello che trovo insopportabile è che il libro sempre più viene venduto nei supermarket (o meglio, è la fonte principale di vendita per i non-lettori), trattando il prodotto editoriale alla stregua di un qualsiasi prosciutto cotto o scatoletta per cani.
Cambia stagione, cambiano le mode: è stagione di celestini? E allora via a vagonate di angioletti, profeti, viaggi messianici, stregoni – con debito accompagnamento di guide alla lettura, libercoli contro la lettura dei suddetti eccetera-. A forza di celestini a te, lettore perseguitato, è venuta voglia di prendere una doppietta e impallinare il primo angiolotto che passa, celestino o no che sia? No problem, eccoti pronta la nuova collezione autunno inverno di splatter storico o meno, mistico o meno. Un giorno ci troveremo inondati da manuali sul badminton ………
Solo che così chi legge poco rischia di non inciampare mai in qualcosa di buono, e a che prezzi: i libri hanno dei costi altissimi, considerato gli stipendi medi e il periodo non esattamente di vacche grasse che stiamo passando. E il prezzo non è affatto legato alla qualità del contenuto.
Mi fa imbestialire di brutto perché non è democratico. La cultura non deve essere un lusso. Twisted Evil
Mi spiace, Embarassed sono fuori tema, non capiterà più, ma credo capiti a tutti noi lettori abituali di doverci inventare strategie alternative (che hai capito? Biblioteche, remaninders, libri usati) per coltivare le nostre passioni.
Ciao, Marina
Fabio Novel
Sicario
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MessaggioInviato: Mer 06 Lug, 2005 5:36 pm    Oggetto:   

<<Lungi da me criticare chi legge cose leggere magari raccatate a caso al supermercato: anzi ti dirò, diffido sempre molto di chi legge solo capolavori, ostenta letture solo di nicchia, fa solo letture serie e impegnate … Ricordi fino a pochi anni fa come erano considerati, con disprezzo intellettuale, i “gialli”? >>

Già… E continua a succedere con altra narrativa di genere.

<<Quello che trovo insopportabile è che il libro sempre più viene venduto nei supermarket (o meglio, è la fonte principale di vendita per i non-lettori), trattando il prodotto editoriale alla stregua di un qualsiasi prosciutto cotto o scatoletta per cani.>>

Si, come maniaco del libro oltre che come lettore ne soffro anch’io. Soprattutto quando poi, tra un bancone e l’altro, non c’è nemmeno soluzione di continuità. In effetti, lo trovo poco dignitoso, se non addirittura offensivo.
D’altro canto, bando alle ipocrisie, credo che per uno scrittore non sia male finire nel circuito della grande distribuzione, se questo ti dà la possibilità di vendere il tuo libro.
Penso che un qualsiasi scrittore pubblicato da case editrici piccole o medie preferirebbe (forse non a priori…) vedere il suo romanzo in carrello della spesa (inorridisco quando buttano i volumi sopra gli involti dei salumi, credimi Sad( ) piuttosto che inghiottire il rospo di un tot di copie mandate al macero. Ho letto un articolo sulla faccenda del numero spropositato di copie macerate che fa rabbrividire. Sotto quest’ottica…

<<Cambia stagione, cambiano le mode: è stagione di celestini? E allora via a vagonate di angioletti, profeti, viaggi messianici, stregoni – con debito accompagnamento di guide alla lettura, libercoli contro la lettura dei suddetti eccetera-. A forza di celestini a te, lettore perseguitato, è venuta voglia di prendere una doppietta e impallinare il primo angiolotto che passa, celestino o no che sia? No problem, eccoti pronta la nuova collezione autunno inverno di splatter storico o meno, mistico o meno. Un giorno ci troveremo inondati da manuali sul badminton ………>>

Non volevo inneggiare alle mode. Solo far rilevare che degli aspetti positivi ci possono essere, e ci sono.

<<Solo che così chi legge poco rischia di non inciampare mai in qualcosa di buono, e a che prezzi: i libri hanno dei costi altissimi, considerato gli stipendi medi e il periodo non esattamente di vacche grasse che stiamo passando. E il prezzo non è affatto legato alla qualità del contenuto.
Mi fa imbestialire di brutto perché non è democratico. La cultura non deve essere un lusso. >>

Siamo d’accordo. Anch’io credo che molti libri costino troppo, anche se per fortuna ci sono tante edizioni economiche in giro (che però, guarda caso, in genere pompano titoli già abbondantemente vendibili e venduti – ok, del resto, l’editoria è un mondo imprenditoriale, non un ente di beneficenza). Qualche finanziamento governativo alla cultura dovrebbe andare ad abbattere i prezzi dei romanzi dei nostri esordienti, piuttosto che foraggiare altri canali, ache pseudoculturali.

<<Mi spiace, sono fuori tema, non capiterà più, ma credo capiti a tutti noi lettori abituali di doverci inventare strategie alternative (che hai capito? Biblioteche, remaninders, libri usati) per coltivare le nostre passioni. >>

Nessuno da queste parti si lamenterà per un po’ di OT in tal senso. Ne sono sicuro. Comunque, blocchiamo qua questa divagazione, magari rinviandola ad altra sede/occasione.
Ciao,
Fabio
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MessaggioInviato: Mar 23 Gen, 2024 2:59 pm    Oggetto:   

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