Nick Carter, N3 Sterminio, è forse il personaggio che maggiormente presenta legami con la tradizione narrativa d’intrattenimento dei tempi passati. Il suo nome cominciò a circolare negli Stati Uniti nel 1884 sulle pagine dei cosiddetti ‘dime novel’ - i “romanzetti da un soldo” che circolavano nelle città della costa orientale americana - fino ad allora dedicati a personaggi del West. Nicholas Carter, indaffarato scrittore a tempo pieno di New York, ebbe più di un'intuizione fortunata. Prima di tutto decise di creare un eroe con il suo stesso nome, ma "raccontandone le avventure in terza persona, un espediente narrativo curioso, soprattutto per l'epoca. E poi il tono e l'ambientazione delle vicende tracciavano una linea netta con la tradizione dei dime novel. Il mito della frontiera cominciava a mostrare la corda, la realtà del West contraddiceva palesemente la visione romantica dei pistoleri. Si stava avvicinando la fine del secolo e la tecnologia e le comunicazioni, pur con qualche difficoltà, avevano conquistato le sterminate praterie, diffondendo anche nelle città dell'Est la realtà violenta e assai poco romantica di quelle zone selvagge, che ancora non erano stati, ma venivano definiti territori. Geronimo, l'ultimo indiano ribelle, si sarebbe arreso nel giro di un anno ponendo fine alla "conquista" del West che entrava in una fase nuova, più urbana della sua epopea. Quando Nick Carter cominciò a vivere le sue avventure, la stampa dell'Est riecheggiava ancora degli echi della violenta faida di potere di Tombstone, nella contea di Cochise, nel territorio dell'Arizona. Le avventure di Nick Carter, poliziotto di città impegnato contro malviventi e organizzazioni che dominavano nell'ombra interi quartieri, ebbero un successo tale da cancellare per sempre le ingenue imprese dei cavalieri delle praterie. Il personaggio riscosse una fortuna così duratura ed eclatante da convincere Engel Stenton, editor e agente letterario d'assalto degli anni Sessanta, a rispolverarlo adattandolo al nuovo filone della spy-story. Il nuovo Nick Carter, ufficialmente nipote del suo antesignano del West, fu portato sulle pagine di una cinquantina di romanzi da un pool di autori coordinati da Stenton, ma che continuarono a firmarsi con il nome del protagonista. Uomo di punta della superagenzia AXE, un organismo decisamente più dinamico ed efficiente della CIA, considerata per tradizione narrativa solo un organismo di bizantina burocrazia, il nuovo Nick Carter è un superuomo nel senso più classico del termine. Allenato in tutte le micidiali tecniche di lotta giapponese, pratica gli sport più pericolosi con una disinvoltura da campione, e si muove con dimestichezza e violenza in ogni ambiente. Come il "vecchio" Carter trasferì le sue avventure dalle praterie alla città, il "nuovo" Nick viene spedito in ogni angolo del mondo alla ricerca di esotiche emozioni da offrire al lettore, assieme a una sana dose di sesso e violenza. Suoi compagni inseparabili una serie di ferri del mestiere, irrinunciabili per un agente segreto che si rispetti. La Luger, affettuosamente chiamata Wilhelmina, evoca una teutonica efficienza, coadiuvata dal micidiale stiletto Hugo e da Pierre, una... pallina piena di gas venefico che il nostro porta disinvoltamente negli slip, pronto a servirsene quanto a liberarsene durante gli incontri intimi con le bellezze di turno. E queste sono davvero affascinanti e numerose, come dimostra anche il romanzo ‘Nick Carter: Trenta denari per Judas’ (un'avventura esotica sullo sfondo di un’Indonesia quasi salgariana, tra pirati, ex nazisti e bellissime fanciulle, disponibili, pericolose e dotate di un coraggio senza pari, immaginate per stuzzicare il lettore, ma in nessun caso semplici bambole daintrattenimento, come molti detrattori hanno voluto far credere. Quest'avventura, come i migliori romanzi della serie (che tra gli altri riconoscimenti ha meritato anche una menzione nella Who Done !t, a Guide to Detective; Mystery and Suspense Piction di Ordean A. Hagen, una vera bibbia del genere), preferisce lasciare la Guerra fredda sullo sfondo, dando spazio all'azione, al doppio gioco, all'intrigo più classico. Forse Nick Carter può sembrare oggi un personaggio sin troppo semplice, ma il suo autore costruisce una vicenda complessa nella quale si permette anche di citare ‘Lord Jim’ di Conrad in una maniera più che casuale. Senza un attimo di sosta Nick lotta contro uno dei suoi nemici giurati, Judas, ex criminale nazista sfigurato, arche tipo dell'arcinemico che ogni eroe seriale incontra prima o poi nel corso della sua carriera. E, in questa lotta, Nick è solo quanto il suo avversario, due dinosauri che si affrontano scordandosi di ogni ideologia e persino della realtà del loro tempo, in una giungla che è davvero l'ultima frontiera.

In un altro celebre scontro tra Carter e Judas scopriamo persino che l’arcinemico del nostro eroe potrebbe essere martin Borman, espatriato in Argentina,sfigurato, con un arto artificiale trasformato in una macchina di morte: lama, spara dardi, raggio della morte. In ‘Nick Carter: Kaputt’ si fonde questo gusto certamente irrealistico e prettamente avventuroso della spy story con la lotta al controllo sugli ‘ scienziati’ tema caro al genere nel dopoguerra. E l’azione frenetica, scandita da personaggi bizzarri, situazioni imprevedibili anche nel cliché si sposta da un continente all’altro seguendo prima tracce classiche che portano Sterminio sulle tracce dei nuovi nazisti dall’Argentina al cuore di Berlino ma poi si sposta sino in India, in Cina. Ma non finisce qui. Nel corso degli anni molti scrittori si avvicendarono alla macchina per scrivere e ognuno lasciò la sua impronta pur mantenendo intatto il fascino del personaggio. Contro la mafia, persino su una futuristica base Luna, impegnato in avventure jamesbondistiche contro un altro supernemico, Pendragon, in Irlanda e sui mari della Cina, quanto nelle giungle boliviane. Qui si apre un altro interessante intreccio. Davvero alcuni degli autori di Nick Carter lavoravano per la CIA per creare... disinformazione e dipingere il Pericolo Rosso a tinte ancora più fosche di quello che era? Di sicuro anche Nick carter ebbe la sua fase ‘ Guerra fredda’ con cattivi politici accuratamente scelti. Non a caso troviamo titoli come ‘ Una pallottola per Fidel’ e addirittura ‘Missione Che Guevara’ che in Italia Laura Grimaldi fece cambiare in ‘Missione El Garfio’ pur lasciando la storia della caccia a un terrorista boliviano come era stata scritta. Ma è solo un capitolo della storia di Nick carter che per un po’ narrò le sue avventure in prima persona, fu coinvolto in futuristiche teorie di manipolazione genetica e, negli anni Settanta, divenne persino un praticante di tae Kwon Do riportando sulle pagine dei suoi romanzi l’atmosfera dei film di Kung Fu. All’estero la serie intitolata Nick carter Master Spy ha avuto vita ancor più lunga che da noi. Gli ultimi episodi infatti furono pubblicati su Segretissimo alla fine degli anni ’80 e uno di essi ispirò (non accreditato) pure una delel avventure di Mister No scritte a da Alfredo castelli. Carter ha continuato a lungo a vivere le sue avventure ed è un peccato che sia scomparso dalla collana di spionaggio Mondadori. Ma..mai dire mai... di certo di avventure e spunti ne sono rimasti ancora molti per seguire le sue avventure. E Nick Carter ne esce sempre vincitore, sfrontato, seduttore. Indipendente come deve essere ogni buon eroe d’azione.